PIANO CASA CON TROPPE OMBRE, ERA MEGLIO VELOCIZZARE LA COSTRUZIONE DI NUOVE CASE POPOLARI
TROPPI RISCHI DI CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA SENZA CRITERI PIU’ RIGIDI… L’ITALIA NON E’ SOLO QUELLA DELLE VILLE… L’EDILIZIA POPOLARE POTEVA ESSERE IL VOLANO GIUSTO PER ASSICURARE OCCUPAZIONE DA MESI… GIUSTO SBUROCRATIZZARE, MA SENZA PERMETTERE ABUSI O SPECULAZIONI… AUMENTARE SUPERFICI E VOLUME PUO’ AVERE IMPATTI DIVERSI DA CASO A CASO, RISCHIAMO DI FAR FARE SOLO AFFARI A CHI AMPLIA PER POI RIVENDERE CON UN RICAVO DEL 400%
Il Governo ha annunciato l’intenzione di una radicale semplificazione della burocrazia nel settore edilizio. E fin qui penso possa trovare tutti d’accordo se ciò portasse a un’eliminazione dei vari lacci e laccioli che la burocrazia del nostro Paese pone al cittadino, facendolo girare per settimane da un ufficio all’altro per avere un pezzo di carta.
Ovviamente discorso diverso se si guarda alla sostanza della materia. Non è certo ipotizzabile in Italia costruire senza tenere conto non solo dei vincoli ambientali e naturalistici, ma anche dei problemi di urbanizzazione connessi ( acque nere, impatto ambientale, mobilità urbana, servizi pubblici, aree di parcheggio, tanto per capirci).
Ora l’intervento del Governo si muove su due piani, iniziamo dal primo, il più urgente: risolvere il problema di chi aspetta l’assegnazione, ad affitto a prezzi calmierati, di alloggi popolari.
Il Governo è in ritardo sul piano annunciato sei mesi fa: costruire 20.000 nuovi appartamenti entro il 2011, con una spesa di 550 milioni di euro.
Diciamo subito che i soldi erano quelli che il Governo Prodi aveva destinato a lavori di ristrutturazione di alloggi già esistenti, il Governo Berlusconi cambia strategia e punta su costruirne di nuovi in due tranche, la prima da 200 milioni da girare alle Regioni interessate al progetto, la seconda da 350 milioni nei prossimi mesi.
Se non si fosse perso un anno in chiacchiere sarebbe stato meglio, il piano avrebbe dovuto partire subito, sinceramente abbiamo dei dubbi che entro due anni vedremo 20.000 nuovi decorosi appartamenti a disposizione di ” giovani coppie, anziani, studenti ed immigrati regolari”.
Tra i vari passaggi, la localizzazione, gli appalti va bene se vedremo le fondamenta nel 2010, ovviamente speriamo di essere smentiti.
Resta poi il problema che non saranno sufficienti a risolvere il problema, troppi resteranno fuori.
E se pensiamo che la stessa cifra ci costerà il fatto di tenere il referendum separato dalle elezioni Europee ( per diktat della Lega), avremmo preferito che quei 550 milioni venissero destinati ai meno abbienti, portando gli alloggi da 20.000 a 40.000.
A nostro parere in questo momento questa era la priorità assoluta, riprendere la politica delle case popolari per assicurare un alloggio alle giovani coppie e sbloccare il mercato.
Il Governo ha aggiunto, allo scopo di muovere i lavori edilizi, la proposta, in via di definizione, di eliminare il permesso di costruire sostituendolo con un “certificato di conformità ” firmato da un progettista che, sotto la propria responsabilità , deve attestare la regolarità dell’opera, una sorta di “perizia giurata”.
Dopo di che l’idea è quella di permettere ai proprietari di abitazioni private di ampliarle del 20%, si parla del 20% anche per gli edifici a uso non abitativo .
Ciò deve avvenire in contiguità rispetto al fabbricato esistente ma anche, ove non fosse possibile, in un corpo separato e qua iniziano i tasti dolenti.
Inoltre le case costruite prima del 1989 posso essere abbattute e ricostruite con un aumento fino al 30% del volume. Il tutto demandato a regole attuative delle regioni.
Teoricamente anche un condominio in città potrebbe decidere di sopraelevare di uno o più piani l’edificio. E’ evidente che, sapendo come vanno le cose in Italia, si rischierebbe il caos e il fiorire di cantieri per chiudere terrazzi, elevare piani, ampliare magazzini.
E’ dimostrato, dati alla mano, che se uno amplia del 20% la propria abitazione, spenderà un quarto del valore immobiliare a metro quadro della casa. Ovvero quei 20 mq in più, se li dovesse rivendere dopo la ristrutturazione, gli renderebbero una cifra 4 volte superiore alla spesa fatta.
Immaginate cosa potrebbe succedere in aree in mano alla malavita organizzata, che grossa speculazione vi sarebbe per accaparrarsi non solo i lavori, ma anche la gestione immobiliare successiva.
Al di là delle polemiche della sinistra sulla deturpazione del paesaggio, problema al limite controllabile dalle Regioni interessate, rimane un mutamento estetico delle strutture abitative in città e si creerebbero serie conseguenze di impatto sui servizi ( rete fognaria, traffico urbano, servizi pubblici, parcheggi).
Sono misure che hanno senso fuori dai centri urbani, non in città .
Ma quanti sono i proprietari di villette con terreni annessi? Si rischia di favorire pochi, i più fortunati .
Poi ammettere la costruzione di corpi separati dall’edificio esistente ci pare una forzatura bella e buona, la destinazione a uso commerciale immotivata, si rischia di autorizzare interventi che nulla c’entrano con le reali esigenze di coloro che fino ad oggi avevano presentato progetti motivati e di scarso impatto ambientale.
Se lo scopo è quello di assicurare lavoro agli edili, bastava stanziare più fondi per le case popolari. Così si rischia di favorire qualcuno e in ogni caso passare come al solito per i “cementificatori” senza limiti.
L’impressione è che il Governo sia animato dalla necessità di dimostrare quotidianamente una dinamicità che si nutre di se stessa e che non si traduce mai in realtà .
Se si solleva una legittima critica si rischia di creare l’alibi a qualcuno che la realtà non si realizza a causa del complotto in atto da parte di chi critica.
Un circolo mediatico vizioso che aveva portato ad annunciare più volte nel corso dei mesi la stessa iniziativa. Quella dell’edilizia popolare era data per certa già a luglio dello scorso anno ad esempio. E’ invece auspicabile che vengano apportate correzioni in Parlamento al piano “ampliamenti edifici” per renderlo efficace nella sua parte migliore, ma anche cassando parti insostenibili in un Paese dove le case in certe città sono nate da speculazioni edilizie e colate di cemento indiscriminato. Forse sarebbe meglio sfoltire invece che aumentare i volumi in tanti casi.
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