PISAPIA: “SIAMO UNA REALTA’, OLTRE 200 OFFICINE DELLE IDEE IN TUTTA ITALIA”
“CAMPO PROGRESSISTA ERA NATO PER DARE UNA PROSPETTIVA, ORA E’ DIVENTATO UNA REALTA'”
“Campo progressista era nato per dare una prospettiva, ora è diventato una realtà “. Giuliano Pisapia al teatro Ambra della Garbatella è contento di sfoderare il suo sorriso migliore, annunciando che le “officine delle idee”, il pensatoio dal basso creato per dare linfa la suo movimento, ha già raggiunto il numero 227.
In tutta Italia le cellule arancioni tematiche o divise per territorio, a neppure un mese dall’esordio ufficiale del teatro Brancaccio, cominciano a prendere forma dando fiducia al suo ideatore.
La speranza diventa concretezza, il “salto in avanti” che toglie ogni alibi e non consente più di aspettare: quel campo largo c’è e molla gli ormeggi.
Oggi a Roma, mercoledì a Milano, poi in Toscana e in Puglia, in Friuli Venezia Giulia, Campania, Sicilia e Sardegna, le tappe successive.
A Roma, la Garbatella è un quartiere vivace, dove la comunità sperimenta già esperienze civiche, di gestione di spazi e cittadinanza attiva.
“Una giornata particolare”, ha battezzato i tavoli tematici, la nuova frontiera per i singoli cittadini di dare una mano e non chiudersi delle stanze della sfiducia.
“E’ il nostro elogio proprio nel momento di maggior discredito della politica” dice il senatore Luigi Manconi venuto a parlare di Giulio Regeni, di diritti civili e sociali. Spiega che nelle officine arancioni c’è “chi non si arrende alla sola protesta e rabbia e chi non vuole passare per i partiti tradizionali. Un insieme diverso della politica, esperimento che Pisapia vuole portare fino in fondo, dal basso ma con l’obiettivo di governo. In questa sorta di oratorio laico passeggia tra i tavoli dove nascono idee e proposte e non solo lamentele, ascolta e registra.
“Noi vogliamo governare” dice pari pari quando prende il microfono e si lascia indietro la proverbiale prudenza. Il timido Giuliano si lancia e non vuole più aspettare per prendere il timone.
Certamente il dialogo continua, l’idea di mettere in rete la galassia della sinistra resta ma, restando in attesa delle diverse barchette che navigano intorno al Campo progressista, c’è il rischio che il progetto arancione rimanga un’araba fenice.
L’ombra della politica autoreferenziale è un fantasma avvertito da molti e la federazione dei piccoli o grandi partiti non è l’approdo che Pisapia vuole raggiungere.
Messaggio rivolto ai delusi del Pd, a Bersani e D’Alema e chi vuole mettersi al riparo dopo la stagione renziana.
Il futuro elettorale conta parecchio, così come la nuova legge che deve garantire una prospettiva maggioritaria. “Se si vuole evitare la palude delle larghe intese Pd, Mdp e tutti gli altri, questo semplice ragionamento devono recepirlo prima possibile” spiega il vicepresidente della regione Lazio Massimiliano Smeriglio, “altrimenti tutto diventa più difficile”.
Le Officine servono sopratutto a questo, a fare quel lavoro di “ricucitura paziente” e ricostruzione che sembra quasi lunare davanti alle profonde divisioni a sinistra.
Officine dove si parla di economia circolare, mobilità urbana, agricoltura sociale e terre pubbliche, divario digitale, sport di base, scuola e territorio, temi e spunti che Campo progressista vorrebbe incrociare in una prospettiva di governo.
Una sorta di “coworking della politica”, uno spazio e un metodo, nè Leopolda renziana, nè meet-up grillino, il “potere come verbo e non sostantivo”, pochi slogan e più studio e lavoro.
Per come si presenta ai nastri di partenza, la base del pensatoio di Campo progressista non assomiglia a nessuna delle esperienze note e vuole prepararsi al progetto ambizioso di “governare per migliorare il paese”.
Giuliano Pisapia non lo nasconde più e nella prospettiva di coalizione si prepara a mettersi in gioco per la leadership di centro sinistra.
Saranno le primarie del 30 aprile del Pd a far cadere l’ultimo tabù.
(da agenzie)
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