POCO SPAZIO PER L’OTTIMISMO: IL CONTROCANTO DI TREMONTI
UN COLPO ALLA FICTION CHE IL PREMIER CERCAVA DI IMBONIRE… UNA DOCCIA FREDDA PER CHI PENSAVA DI IMBASTIRE UNA AZIONE PROPAGANDISTICA SFUGGENDO AI PROBLEMI REALI DEL PAESE
C’è poco spazio per l’ottimismo, nell’analisi del ministro dell’Economia sulla crisi globale.
Poco spazio per i sorrisi e per le rassicurazioni, tanto utili in un clima di perenne campagna elettorale quanto pericolosi per affrontare i tornanti della storia.
Dice Tremonti: «È come vivere in un videogame, compare un mostro, lo combatti, lo vinci, ti rilassi e subito spunta un altro mostro più forte del primo».
E dato che — spiega — si è utilizzato il denaro pubblico «per salvare con le banche anche la speculazione», adesso il risultato è che «siamo tornati quasi al punto di partenza».
Nuovi mostri, nuovi livelli, nuove sfide. Insomma, la crisi non è finita.
Anzi.
E allora l’unica via per non finire “game over”, è l’assunzione di responsabilità , il realismo. E forse anche il sacrificio.
“Lacrime e sangue”, avrebbe detto Churchill.
Non certo “ghe pensi mi”.
E non a caso Tremonti cita Winston Churchill chiedendo «che l’Europa risorga». Perchè «se si guarda al futuro geopolitico è evidente che la competizione è tra continenti» e dunque l’Europa deve riscoprire un ruolo nel suo insieme.
«La crisi – continua il ministro – ha mantenuto i confini politici ma non ha mantenuto i confini economici e il rischio è senza confini».
È questo, in effetti, l’unico modo per uscire da una crisi globale che non risparmierà velenosi colpi di coda.
È questo l’unico atteggiamento possibile davanti a una tempesta che non si dissolve con un sorriso o con un po’ di ottimismo a buon prezzo.
Poca presunzione e molta prudenza.
«Si dice che va tutto bene, ma ne siamo proprio sicuri?», si chiede dunque Tremonti. E ha ragione.
Però viene un dubbio, a pensarci bene: che ne pensa di tutto questo Silvio Berlusconi, per il quale la crisi (che non ha toccato l’Italia) è ormai quasi del tutto alle nostre spalle?
Adolfo Urso, coordinatore nazionale di Futuro e libertà , commenta così le parole del ministro: «una doccia fredda per chi pensava di imbastire un’azione meramente propagandistica sfuggendo ai reali problemi del paese», un colpo alla «fiction che il premier cercava di imbonire».
E allora, chissà che dopo la “doccia fredda” dalle parti del partito del predellino non incominci a serpeggiare un po’ di insofferenza nei confronti di questo “controcanto” tremontiano…
Federico Brusadelli
Farefuturoweb
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