PORDENONE, I PROFUGHI DORMONO AL GELO, PER IL SINDACO “GIA’ SI FA PIU’ DEL DOVUTO”
AMNESTY INTERNATIONAL DENUNCIA LE “POLITICHE DISUMANE” IN ATTO NELLA CITTA’ FRIULANA… LA CROCE ROSSA AVEVA OFFERTO UN DORMITORIO A COSTO ZERO PER IL COMUNE, MA IL SINDACO EX MISSINO (CHE ALMIRANTE AVREBBE PRESO A CALCI IN CULO) SI OPPONE
A Pordenone è polemica sui migranti. Un dibattito dai toni accesi, che coinvolge Prefettura, sindaco, Croce Rossa e associazioni di cittadini. Tutti la considerano una «situazione insostenibile», ma per motivi diversi.
Il sindaco Alessandro Ciriani afferma che «la città sta facendo più del dovuto, accogliamo più di 400 persone, contro le 125 che ci spetterebbero» e quindi non deve spingersi oltre. Croce Rossa e associazioni invece ritengono «umanamente degradanti» le condizioni in cui vivono una sessantina di profughi, veri e propri senzatetto, che passano le nottate al freddo, per strada. E si lamentano per la mancata apertura di un dormitorio completamente finanziato dalla Croce Rossa — quindi a costo zero per il Comune — che avrebbe permesso di dare riparo a queste persone.
Una situazione a cui si è interessata anche Amnesty International, che ha denunciato le «politiche disumane e di sapore elettoralistico» portate avanti dal sindaco Ciriani.
In un comunicato del 23 novembre scrive: «In questi giorni abbiamo letto e ascoltato frasi di sindaci e assessori secondo cui un’accoglienza degna e rispettosa dei diritti umani costituirebbe un fattore d’attrazione per altri migranti indesiderati. Da qui le misure di deterrenza: niente servizi igienici, niente dormitori e costanti minacce di sgombero». Una situazione insostenibile, che va avanti da mesi.
IL DORMITORIO
«A Pordenone arrivano moltissimi migranti. Non tutti trovano accoglienza nelle strutture predisposte dalla Prefettura e sono costretti a vivere per strada. Una quindicina di loro avevano trovato rifugio in un parcheggio sotterraneo, che lo scorso 20 aprile è stato fatto sgomberare» racconta all’Espresso Giovanni Antonaglia, presidente della Croce Rossa di Pordenone.
«La Croce Rossa, insieme alle associazioni cittadine, prestava assistenza a questi migranti che dormivano per strada, anche se la Polizia locale e l’amministrazione comunale ci hanno più volte ribadito la “non opportunità ” di portargli del cibo e delle coperte» continua Antonaglia.
Così in primavera nasce l’idea del dormitorio. «Tra maggio e giugno abbiamo presentato al Comune e in Prefettura un progetto per la creazione di un dormitorio-refettorio con 24 posti letto per togliere dalla strada queste persone. Proposta che non è stata accettata» ricorda il presidente «ci abbiamo riprovato a inizio novembre, ma si è sollevata una marea di polemiche».
E pensare che il progetto non avrebbe gravato sulle casse comunali: «Avevamo trovato uno stabile, in periferia, verso la zona industriale. L’affitto sarebbe stato completamente a carico nostro, senza nessun onere per il Comune».
«Il sindaco Ciriani considera l’apertura di un dormitorio come una “calamita” che può attirare l’arrivo di nuovi migranti» continua Antonaglia.
Da aprile però l’arrivo dei migranti non si è arrestato, nonostante continuino a vivere per strada: erano 40 a luglio, oggi sono quasi 60.
«Noi vogliamo mettere un tetto sulla testa a queste persone che dormono per strada, al freddo, in attesa che le commissioni territoriali decidano sul loro destino» sottolinea Antonaglia «il centro permetterebbe poi di fornirgli una serie di informazioni sulle strade che possono percorrere. Come quella del rimpatrio volontario».
In questi giorni, dato l’avvicinarsi dell’“Emergenza freddo” prevista per il prossimo 1 dicembre, le istituzioni stanno cercando una soluzione. Dopo il rifiuto della proposta della Croce Rossa, «perchè non percorribile», è stato chiesto alla diocesi di accogliere i profughi nelle parrocchie. «Non abbiamo spazio, ma daremo ugualmente una mano» ha dichiarato il vescovo, monsignor Pellegrini.
E adesso in Prefettura cercano un’altra soluzione, «un capannone fuori città » come riportano fonti di stampa. Intanto già due profughi hanno dovuto far ricorso alle cure mediche dell’ospedale, entrambi con un principio di polmonite.
IL CLIMA IN CITTA’
In questi mesi il braccio di ferro tra favorevoli e contrari al dormitorio per i migranti ha inasprito il clima in città . Le associazioni, come Rete Solidale e Il ballo della scrivania, che si sono interessate alla questione dei migranti senzatetto denunciano una vera e propria campagna denigratoria nei loro confronti.
«Dallo scorso luglio è in corso una campagna di comunicazione dei partiti di destra che sostengono la giunta comunale contro chi appoggia l’iniziativa dell’apertura del dormitorio» afferma Flavia de Il ballo della scrivania.
«Inoltre è stata perpetrata una vera e propria denigrazione della Croce Rossa» dichiara mentre fa vedere un volantino di CasaPound. Il movimento della tartaruga frecciata ha tappezzato Pordenone con volantini che ritraggono Anir Amri (l’attentatore che il 19 dicembre 2016 ha ucciso 12 persone a Berlino, ndr) e la scritta “Grazie Croce Rossa”.
«Da aprile è cominciata una campagna stampa massiccia contro i rifugiati. Sono considerati unicamente come un problema di ordine pubblico e decoro. C’è poi un continuo tentativo di criminalizzazione dei volontari e della Rete Solidale indicati come “scafisti di terra”» afferma Elisabetta, componente dell’associazione, «veniamo additati come interessati a far confluire i rifugiati a Pordenone. Siamo dileggiati quotidianamente da una rete televisiva locale, Telepordenone. Su Facebook poi il sindaco interviene ogni giorno aizzando l’opinione pubblica e sostenendo che, se Pordenone ha un numero di rifugiati superiore a quello previsto dalla legge, è colpa di chi li richiama. Ma eÌ€ ovvio che essendo Pordenone sede dei servizi essenziali per i richiedenti asilo, questi preferiscono stare in cittaÌ€»
Ma si fa di tutto per rendergli la vita impossibile. Non solo i migranti sono costretti a vivere per strada, come a Comina, nella zona nord di Pordenone, senza servizi igienici e sanitari. Quando si recano alle mense organizzate dai volontari, la Polizia locale porta via tutti i loro effetti personali, dai sacchi a pelo alle tende in cui dormono.
IL SINDACO
«Il Friuli Venezia Giulia, e Pordenone in particolare, sono ormai la Lampedusa del Nord» afferma all’Espresso, con toni allarmistici, il sindaco Alessandro Ciriani. «Noi abbiamo fatto il nostro, anzi di più» prosegue il primo cittadino eletto nel giugno 2016 sostenuto dalla lista Civica Pordenone Cambia, Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Autonomia responsabile. Nonostante l’emergenza freddo ormai alle porte, il sindaco non lo vuole nemmeno sentire nominare il dormitorio.
Ciriani critica duramente i comuni limitrofi, che non hanno nessun profugo: «E molti politici se ne sono addirittura vantati in campagna elettorale. Perchè invece di scrivere che Pordenone non vuole un dormitorio, non andate a chiedere agli altri sindaci perchè non accolgono?».
Con lui, ex missino che ha iniziato a fare politica perchè “ispirato dal carisma di Giorgio Almirante” (come scriveva su Facebook il 22 aprile 2017, ndr), il dialogo non può che essere difficile.
Anche perchè con l’estrema destra non ha mai tagliato i ponti: ad esempio, il 27 gennaio 2017 in occasione del giorno della memoria delle vittime dell’Olocausto, il primo cittadino ha ricevuto una delegazione di CasaPound in Municipio.
L’INIZIATIVA
C’è chi però ancora spera in un ripensamento del sindaco e del prefetto. «Non capita tutti i giorni di vedere un’iniziativa umanitaria di questo tipo, organizzata dai cittadini e dalla Croce Rossa in maniera autonoma» afferma all’Espresso Teho Teardo .
Il compositore pordenonese è «preoccupato» per quello che sta succedendo: «In città non c’è mai stato motivo per un conflitto con gli stranieri. L’aria pesante che si respira è un’invenzione della stampa e della televisione, con proclami che anche Libero si sognerebbe. Così non si fanno che alimentare le paure della gente».
E gli stranieri non hanno mai creato problemi: «A Pordenone rubavano solo gli eroinomani. C’è una comunità ghanese numerosissima in città , e tutti sono più che integrati. Nessuno ha mai avuto da ridire qualcosa. In moltissimi poi ospitano in casa i migranti».
Per sensibilizzare l’opinione pubblica, Teardo ha partecipato alla produzione del video dell’associazione Pordenone Solidale. «Ho riunito alcuni colleghi per sostenere le donne additate a “scafiste da strada” e alle persone incolpate di “richiamare i clandestini” a Pordenone»
Registi, attori, musicisti, scrittori. E tanti, tanti cittadini. Tutti a sostegno di chi, nella città friulana, aiuta i migranti che vivono in condizioni di degrado ma sono additati come “scafisti di strada” e “richiamo per i clandestini”.
Da Elio Germano a Michele Riondino, da Mario Martone a Vasco Brondi, nel video dell’associazione Pordenone Solidale sono in molti a metterci la faccia per evitare che la città diventi nota come luogo “in cui si rubano le coperte ai senzatetto ed è reato fare l’elemosina
Nel video insieme a 153 pordenonesi, compaiono i registi Liliana Cavani, Mario Martone, Daniele Vicari e Andrea Molaioli, gli attori Elio Germano e Michele Riondino, la danzatrice Marta Bevilacqua. E poi scrittori come Christian Raimo e Andrea Maggi, intellettuali come Alessandro Portelli e moltissimi musicisti. Tutti a sostegno di un’iniziativa portata avanti da chi vede nei migranti delle persone prima che dei numeri.
(da “L’Espresso”)
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