POTEVA MANCARE UNA SPRUZZATA DI “MONNEZZA” NELLA TANGENTOPOLI AL PESTO?
TRA IL 2016 E IL 2020 I COMITATI ELETTORALI DI GIOVANNI TOTI AVREBBERO INCASSATO 195MILA EURO DA SOCIETÀ CHE TRATTANO RIFIUTI, LEGATE ALL’IMPRENDITORE CAMPANO PIETRO COLUCCI. FINANZIAMENTI CHE NON SAREBBERO STATI MAI DICHIARATI
Una nuova accusa di corruzione emerge a carico di Giovanni Toti: 195 mila euro versati tra il 2016 e il 2020 ai suoi Comitati elettorali da società che trattano rifiuti, legate all’imprenditore Pietro Colucci. Da questo fascicolo sono partite le intercettazioni che hanno portato martedì ai domiciliari il governatore e a provvedimenti restrittivi per altre 9 persone. Oltre ai 25 nomi già fatti c’è un’altra decina di indagati tra cui, per abuso d’ufficio, Paolo Piacenza, commissario straordinario dell’Autorità Portuale i cui uffici sono stati perquisiti dalla Finanza.
Nell’estate del 2021, quando l’inchiesta era nelle fasi iniziali, c’erano elementi di contatto con un altro fascicolo […] in cui Colucci era iscritto per violazione della legge sul finanziamento dei partiti e dal quale, si legge negli atti, spuntavano a suo carico e del governatore «indizi» di corruzione.
In un’intercettazione, Matteo Cozzani (capo di gabinetto di Toti, ai domiciliari) parla con il presidente della «roba della discarica di Colucci», imprenditore che gestisce questa attività in provincia di Savona tramite le società Green up ed Ecosavona.
Da una segnalazione di operazioni sospette della Banca d’Italia risultava che tra il 2016 e il 2020 le società di Colucci, nonostante fossero in gravi difficoltà economiche, avevano versato ai Comitati Change e Giovanni Toti 195 mila euro senza dichiararli, contrariamente a quanto previsto dalla legge sul finanziamento dei partiti.
Lo stesso Colucci aveva versato personalmente 9 mila euro. Secondo il gip Faggioni, in questa vicenda Toti ha avuto un «ruolo attivo e concreto» a favore di Colucci che è costato a entrambi l’iscrizione per l’ipotesi di corruzione, anche se poi non sono emersi ulteriori riscontri.
Un filone dell’ indagine in corso a La Spezia su un giro di corruzione connesso a quello del capoluogo riguarda Saverio Cecchi, presidente del Salone nautico di Genova, interdetto dal gip dall’incarico. Al centro c’è una generosa legge regionale che aumenta i finanziamenti al Salone da 350mila a 780mila euro, mentre lo stesso Salone affida al fratello del capo di gabinetto di Toti una fornitura di confezioni di acqua in tetrapack da 10 mila euro.
(da Il Corriere della Sera)
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