PRIMARIE PD, A MILANO RENZI A VALANGA: ARRIVA AL 73%, FLOP EMILIANO APPENA AL 2%
ORLANDO STACCATO AL 25,5%
Allo storico circolo Aniasi – pieno centro di Milano, corso Garibaldi – non c’è stata partita. Su 245 votanti, 202 hanno scelto la mozione Renzi (e Martina), lasciando agli altri poco più delle briciole: 41 voti per Andrea Orlando, 2 per Michele Emiliano.
Qui, nel 2013, Matteo Renzi era stato battuto da Gianni Cuperlo.
Non era stato un risultato anomalo, per Milano: perchè il segretario dimissionario del Pd proprio nella città che negli ultimi anni è diventata la roccaforte del renzismo, all’ultimo congresso era uscito sconfitto.
Come cambiano i tempi: a votazioni per l’assemblea nazionale ancora in corso – si chiuderanno il 2 aprile – Milano regala a Matteo Renzi percentuali schiaccianti: il 73% – a ieri sera – contro il 25,5% del ministro della Giustizia e l’1,5 per Michele Emiliano, che dovrà sperare in altre città (e in altre Regioni) per vedere crescere il suo consenso.
Le votazioni sulle mozioni presentate dai tre candidati alle primarie nazionali del Pd riguardano a Milano e area metropolitana, 174 circoli: finora hanno votato in 57, ma molti sono quelli di peso, sia per numero di iscritti sia per tendenza generale.
Il peso, appunto: il voto sulle tre mozioni serviranno per decidere il peso dei sostenitori dei tre sfidanti nell’assemblea nazionale.
Non basteranno, insomma, per decretare la conferma o la fine dell’era Renzi, ma serviranno per il futuro, per le decisioni del partito.
I risultati parziali, per adesso, confortano i colonnelli della maggioranza dem. A guardare i dati di zona 1, – il centro di Milano – luccicavano gli occhi ai turborenziani: “viaggiamo tra l’80 e il 90%”, il commento più sobrio. Se la media, finora, fa 73, in Città metropolitana i dati sono appena più bassi: 70 contro 28,5.
Qualche motivo per festeggiare c’è.
La sorpresa, per esempio, è stata quella del circolo Pd della Barona. Quartiere duro e risultato in bilico fino alla fine, con qualche speranza degli orlandiani.
Invece ieri pomeriggio la conferma, dopo quella del circolo dell’Ortica, dell’orientamento che Milano sembra ormai avere: vince sul filo la mozione Renzi, con 34 voti contro i 30 di Andrea Orlando (e gli zero voti di Michele Emiliano).
Va al ministro della Giustizia, invece, il circolo Vigentino: qui, nella profonda zona 5, Orlando ha battuto Renzi. Al circolo Porta Romana su 72 voti Renzi ne ha presi 63. E al circolo (renzianissimo) della Pallacorda, qualcuno commenta perfidamente: “Emiliano ha battuto Orlando”: in effetti il governatore pugliese raccoglie 3 voti contro i 2 del ministro.
Che siano votazioni sentite, e proprio per la battaglia campale tra le correnti Pd, si capisce anche dall’affluenza: già ieri al 70%, l’8 in più dell’ultimo congresso, quello – appunto – vinto a Milano da Cuperlo, anche se Renzi vinse in Lombardia e, si sa, nel resto d’Italia. Chiusa la fase delle mozioni, si apre per il partito un mese cruciale: il 30 aprile ci saranno le primarie, e lì non conterà solo il voto degli iscritti, anzi.
Per questo il Pd milanese sta cercando di capire come organizzare la chiamata al voto del “popolo delle primarie”: nel 2013 furono 143mila tra iscritti e non a Milano e provincia. Il segretario democratico Pietro Bussolati sta pensando a una serata aperta – in un grande teatro, probabilmente – per mettere a confronto sostenitori illustri (e rigorosamente non lombardi) dei tre candidati.
Salvo modifiche, arriveranno in città il ministro Graziano Delrio per Renzi, Gianni Cuperlo per Orlando e Francesco Boccia per Emiliano.
(da “La Repubblica”)
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