PROTESTA DELLA COLDIRETTI, BLOCCATO IL BRENNERO: “TUTELIAMO IL CIBO MADE IN ITALY”
CON LA CRISI CHIUSE OLTRE 136.000 TRA STALLE ED AZIENDE IN SEI ANNI… IL MINISTRO DE GIROLAMO: “NO ALLA CONCORRENZA SLEALE”
Una protesta in difesa del made in Italy sul fronte agroalimentare.
Il valico del Brennero si è così tinto di giallo e verde, i colori della Coldiretti.
Alcune migliaia di manifestanti si sono radunati al valico italo-austriaco, nonostante il freddo polare. I tir controllati trasportavano tra l’altro fiori e semilavorati di maiale, che secondo gli organizzatori della manifestazione arriveranno poi nei negozi come made in Italy.
«Salviamo il vero prosciutto italiano» e «ogni 1.500 prosciutti stranieri un posto lavoro in meno per gli italiani» si legge sui manifesti.
L’INTERVENTO DEL MINISTRO
Il ministro delle politiche agricole Nunzia Di Girolamo si è unita alla manifestazione della Coldiretti e ha invocato uno stop alla concorrenza sleale: «Il made in Italy è la grande occasione per il nostro Paese per uscire dalla crisi. Occorre insistere specialmente per quanto riguarda la tracciabilità in modo tale da consentire agli agricoltori italiani di essere protetti. E anche i consumatori finali devono sapere da dove arrivano i prodotti e che cosa mangiano».
LO STUDIO
Nell’occasione la Coldiretti ha reso nota una propria ricerca basata su dati Unioncamere relativi ai primi nove mesi 2013 rispetto all’inizio della crisi nel 2007. Secondo lo studio con la crisi sono state chiuse in Italia 140mila (136.351) stalle ed aziende anche a causa della concorrenza sleale dei prodotti di minor qualità importati dall’estero che vengono spacciati come Made in Italy.
Solo nell’ultimo anno – sottolinea la Coldiretti – sono scomparse 32.500 tra stalle ed aziende agricole e persi 36mila occupati nelle campagne.
«Stiamo svendendo un patrimonio del nostro Paese sul quale costruire una ripresa economica sostenibile e duratura che fa bene all’economia all’ambiente e alla salute», afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
Oggi l’Italia, anche a causa delle importazioni di minor qualità – sottolinea la Coldiretti – produce appena il 70% dei prodotti alimentari che consuma ed importa il 40 % del latte e della carne, il 50% del grano tenero destinato al pane, il 40% del grano duro destinato alla pasta, il 20 % del mais e l’80% della soia. Dall’inizio della crisi ad oggi le importazioni di prodotti agroalimentari dall’estero sono aumentate in valore del 22 %, in questo caso secondo un’analisi di Coldiretti relativa al commercio estero nei primi otto mesi del 2013.
Gli arrivi di carne di maiale sono cresciuti del 16 %, mentre le importazioni di cereali, «pronti a diventare pasta e riso spacciati per italiani», hanno segnato un boom (+45 %), con un +24% per il grano e un +49 % per il riso.
Aumenta anche l’import di latte, +26 per cento, «anch’esso destinato a diventare magicamente made in Italy».
Netta pure la crescita delle importazioni di frutta e verdura, +33 %, con il pomodoro fresco che sovrasta tutti (+59 %).
(da “il Corriere della Sera“)
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