PROTESTE IN 32 CITTA’ RUSSE, OLTRE 700 ARRESTI, CAOS NELLE LISTE DEI RISERVISTI ARRUOLATI PER SBAGLIO
UN REGIME ALLO SFASCIO TRA PROTESTE DI PIAZZA, SCONFITTE MILITARI E BUROCRAZIA NEL CAOS
Proseguono le proteste in tutta la Russia, dopo l’annuncio del presidente russo Vladimir Putin, che ha dato il via alla mobilitazione militare e, nelle ultime ore, ha firmato leggi ancora più restrittive per chi si rifiuterà di rispondere alla leva militare.
I disertori, infatti, saranno puniti con la reclusione dai cinque ai dieci anni di carcere.
Secondo quanto riferito dall’ong, Ovd-Info, «già 707 persone sono state fermate in 32 città russe», di cui più della metà nella sola capitale Mosca, a margine delle manifestazioni di protesta contro la chiamata alla mobilitazione.
Al contempo, il capo della commissione per i diritti umani di Mosca, Valery Fadeyev, ha sollevato alcune critiche contro il ministero della Difesa russo. Fadeyev ha infatti chiesto al ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, di porre fine ai «comportamenti brutali» assunti da diversi agenti presenti nei comitati di leva nel Paese, sottolineando che anche gli uomini che non hanno mai avuto esperienza nell’esercito sono stati richiamati a unirsi ai 300 mila (che potrebbero arrivare anche a quota un milione, ndr) chiamati a combattere contro Kiev.
Ma nel discorso alla Nazione, il presidente russo Putin aveva annunciato che sarebbero stati richiamati solo uomini che avevano già militato nell’esercito, con esperienza pregressa di combattimento e, dunque, che hanno conseguito specializzazioni militari.
Il capo della Repubblica di Sakha, nella regione siberiana della Yakutia, Aysen Nikolayev, ha dichiarato: «I riservisti sono stati arruolati in modo errato, devono essere rispediti indietro. Il lavoro è già iniziato».
(da agenzie)
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