PUBBLICO IMPIEGO, SONO BEN 23 LE RESTRIZIONI IN UN ANNO
TAGLI, STIPENDI E TRASFERIMENTI DALLA MANOVRA 2010 ALLA LETTERA UE… BLOCCO DEL TURNOVER FINO AL 2014, NESSUN RINNNOVO CONTRATTUALE PRIMA DEL 2018
«Poteva andare peggio», sospira sollevato un alto funzionario pubblico.
Ma è ironia amara.
Raccontano che a Roma, il giorno della lettera all’Europa sia stato vissuto come l’Armaggedon.
L’apocalisse degli statali. Un Natale senza tredicesime e stipendi tagliati di brutto.
E invece “solo” la conferma di strumenti già attivati, come mobilità obbligatoria e cassa integrazione a busta paga ridotta.
Da rendere «effettivi», però, «con meccanismi cogenti/sanzionatori». Più tartassati di quanto già deciso da tre manovre in un anno, più di 20 rasoiate?
Impossibile, replicano in molti dicasteri. «Siamo all’osso».
Tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici in Italia. Il 15% degli occupati.
Meno di Usa, Grecia, Gran Bretagna, Canada, Francia.
Il paese del ridente Sarkozy è al 23%. Ma con retribuzioni più alte.
Parigi spende per gli statali il 13% del Pil, Roma l’11%. Anzi spendeva, nel 2009.
Perchè la crisi – prima finanziaria, ora dei debiti sovrani – ha inciso nella carne viva del settore pubblico italiano. Peggio solo in Grecia.
La manovra del 2010 ha bloccato tutto: assunzioni, stipendi, contrattazione, carriere.
Per tre anni, fino al 2013.
Ha tagliato del 10% le spese dei ministeri. Ha mandato in pensione le statali a 65 anni nel 2012. Ha chiesto ai dirigenti un contributo – allora ancora non “di solidarietà ” – del 5% oltre i 90 mila euro lordi annui e del 10% oltre i 150 mila.
Poi sono arrivate le manovre estive di quest’anno.
Quella di luglio pesa per un terzo su ministeri ed enti locali: 5 e 6,4 miliardi di tagli, rispettivamente.
Oltre a prorogare fino al 2014 tutti i blocchi dell’anno prima: turnover, buste paga, rinnovo dei contratti.
Questi almeno fino al 2018, visto che tra 2015 e 2017 si rivedranno solo le indennità di vacanza contrattuale.
E poi ciliegine: mobilità rafforzata e visite fiscali già il primo giorno di malattia, se segue o precede un festivo.
Ad agosto, manovra bis. Mobilità obbligatoria in ambito regionale.
Scatti di carriera bloccati, se alla vigilia della pensione. L’erogazione della liquidazione, per i pensionati d’anzianità , slitta da 6 a 24 mesi. I tagli a ministeri ed enti locali salgono a 6 miliardi ciascuno nel triennio.
Rimane il contributo di solidarietà , tolto invece ai privati. Spariscono gli enti pubblici con meno di 70 addetti.
Si salva solo l’Accademia della Crusca.
Infine la lettera all’Europa. Con l’accenno vago a superare «le dotazioni organiche» dei ministeri.
Uno tsunami in arrivo per la città di Roma? Nei vari tira e molla, si salvano le tredicesime, i buoni pasto, il riscatto di laurea e militare, i permessi sindacali.
Capitoli messi e tolti.
Torneranno?
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