PUTIN CONCENTRERÀ 100 MILA UOMINI NEL DONBASS E NELLA FASCIA COSTIERA, FINO A ODESSA, CON L’OBIETTIVO DI TAGLIARE ALL’UCRAINA OGNI SBOCCO SUL MARE
PER POTERSI SEDERE A UN TAVOLO DEI NEGOZIATI, LA RUSSIA HA BISOGNO DI OTTENERE UN VANTAGGIO SUL TERRENO. QUANTIFICABILE IN UNA PENETRAZIONE LUNGO LA FASCIA COSTRIERA DI ALMENO 40, 50 CHILOMETRI
Consapevole di non aver raggiunto uno solo degli obiettivi militari dell’invasione, Putin si prepara a una fase due della guerra che vedrà nell’est ucraino (il Donbass) e nella fascia costiera a sud del Paese le sue principali direttrici. Lo farà – come riferiscono fonti di intelligence Nato – contando su una forza d’urto dimezzata rispetto a quella inizialmente impiegata nell’invasione. Non più di 90 battle groups, per un totale di circa 100 mila uomini.
Che dovrebbero riprendere l’offensiva a Sud e a Est in un periodo compreso tra la terza e la quarta settimana di aprile. Che è il tempo necessario – da quando è cominciata la ritirata strategica a Nord – non soltanto per rigenerare la capacità operativa dell’Armata di invasione ma anche per spostare nella regione del Donbass la forza aviotrasportata al momento riparata in territorio bielorusso.
La fase due dell’offensiva russa dovrebbe fare tesoro degli errori esiziali consumati nelle prime sei settimane di guerra. I soldati inviati in Ucraina non erano abbastanza addestrati, informati e motivati. La catena di comando ha fallito, soprattutto nei gradi intermedi.
L’aviazione, che avrebbe dovuto rapidamente dominare i cieli e aprire la strada all’offensiva di terra, non ha funzionato come ci si sarebbe aspettato. Ciò ha esposto i carri armati agli attacchi da terra, con i Javelin e gli altri sistemi anti carro, e dall’aria, con i caccia ucraini che sono pochi, ma comunque hanno continuato a volare.
La logistica è stata molto carente, lasciando le truppe senza rifornimenti ed isolate.
La previsione che oggi sentono di poter formulare fonti di intelligence Nato è che sia a Est che a Sud la ripresa dell’offensiva russa seguirà un metodo diverso. A cominciare dalla rinuncia a ingaggiare obiettivi militari ucraini al momento non aggredibili se non a costo di perdite insostenibili, come la città di Odessa
Grazie anche a linee di rifornimento di munizioni e armamento Nato che hanno sin qui assicurato e continuano ad assicurare, anche in queste ore, un sostegno importante ai reparti ucraini e che non sembrano essere state intaccate in modo significativo dall’offensiva russa.
Putin dunque non molla perché sa che si gioca tutto. E la guerra si annuncia lunga. Anche perché, per potersi credibilmente sedere a un tavolo dei negoziati ha bisogno di ottenere un vantaggio strategico sul terreno.
Quantificabile – sono ancora fonti di intelligence Nato a stimarlo – in una penetrazione lungo la fascia costriera a sud dell’Ucraina di almeno 40, 50 chilometri.
Una porzione di territorio per altro di valore strategico fondamentale per la stessa Ucraina, trattandosi di un vitale sbocco sul mare delle sue attività manifatturiere e commerci. Putin sa bene che quando si fermerà la guerra, il risultato diplomatico dipenderà infatti dalla situazione sul terreno
( da la Repubblica)
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