QUADRIENNALE 2025/2026: NEL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI DI ROMA VERRANNO ESPOSTE, INSIEME A QUELLE DI 50 GIOVANI ARTISTI, ANCHE LE OPERE PRESENTATE ALLA QUADRIENNALE DEL 1935, CHE FU INAUGURATA DAL DUCE
“IN CONFERENZA STAMPA, QUEL CHE MI HA PIÙ STUPITO È CHE SE QUESTA DESTRA DEVE RIPROPORCI UNA “SUA” CULTURA È COSTRETTA A TORNARE AL 1935..MA NEL FRATTEMPO NON POTEVA FARSI VENIRE QUALCHE IDEA?’’
Come un classico show del sabato sera di Pippo Baudo, sarà una Quadriennale “Fantastica”, quella che dall’ottobre 2025 al gennaio 2026 si svolgerà nel Palazzo delle Esposizioni di Roma, ma anche un po’ “fascista”.
Ieri, in conferenza stampa, il nuovo presidente della Quadriennale, nominato a suo tempo da Gennarino Sangiuliano, il torinese Luca Beatrice, spalleggiato dall’azzimato Federico Mollicone, ha squadernato l’esposizione in cinque diverse sezioni, ognuna data in appalto ad altrettanti curatori, tutti ben dotati di fervida fantasia.
Apre le danze Luca Massimo Barbero (“La mia immagine è ciò da cui mi faccio rappresentare: l’autoritratto Il cibo, i gatti, la palestra, me stesso, i viaggi e vari ammennicoli’’); continua Francesco Bonami (‘’Memoria piena. Una stanza solo per sé”); si fa sotto Emanuela Mazzonis di Pralafera (‘’Il tempo delle immagini. Immagini fuori controllo?”); s’avanza Francesco Stocchi (‘’Quadriennale 202’’); conclude Alessandra Troncone (‘’Il corpo incompiuto’’).
Beatrice ha sottolineato di “puntare su artisti che si sono affermati dopo il 2000, privilegiando le prime partecipazioni alla Quadriennale. Molte artiste donne e un’attenzione alla regionalità”. Toh! la regionalità… Infatti gli artisti italici sono sempre sbucati dalle città…
Se al primo piano del Palaexpo sfileranno i lavori dei Millennials, al secondo piano proporrà, curata da Walter Guadagnini, le opere presentate alla Quadriennale del 1935, per raccontare quella che è “passata alla storia come la più importante rassegna di arte italiana degli anni Trenta” e che aveva esposto Giorgio de Chirico, Scipione, Gino Severini, Marino Marini, Mario Mafai, Antonio Donghi, Arturo Martini, Corrado Cagli, Carlo Carrà.
A questo punto, si è levata sulla bacheca di Facebook la voce della giornalista e critica d’arte Alessandra Mammì: “Quel che mi ha più preoccupato in conferenza stampa è sentirgli dire che La Quadriennale del ‘35 è la più bella e importante mostra del Novecento italiano… e quel che mi ha più stupito è che se questa destra deve riproporci una “sua” cultura è costretta a tornare al 1935… ma nel frattempo non poteva farsi venire qualche idea?’’
(da Dagoreport)
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