QUANDO CONTANO GLI IDEALI
MARGHERITA E PD AI FERRI CORTI PER LA GESTIONE DELLA CASSA….DA LOTTA CONTINUA A CASSA CONTINUA? ANCHE FORZA ITALIA E AN DIVISI NELLA GESTIONE DELL’ISOLA DEL TESORO DEI CONTRIBUTI PUBBLICI…
Il caso più clamoroso è sicuramente quello di Rifondazione comunista che, profondamente spaccata a causa delle recenti disavventure elettorali, si avvicina a un Congresso che, al di là del vincitore, Ferrero o Vendola che sia, potrebbe sancire l’ennesima scissione. Da questa potrebbe derivare una lite furibonda, di cui si notano le prime avvisaglie, sulla ripartizione dell’immenso patrimonio immobiliare del partito, senza contare gli introiti rilevanti dei rimborsi elettorali.
Sempre a Sinistra aria tesa tra l’ex componente Margherita e quella Ds, ora uniti sotto le insegne del Partito Democratico, ma con questioni economiche che li dividono e liti su precedenti debiti e prestiti. La Margherita ha presentato il conto dell’affitto della sede nazionale: il tesoriere Luigi Lusi ha chiesto ai Ds di sottoscrivere un idoneo contratto di locazione per la sede di Sant’Andrea delle Fratte e di restituire tutte le anticipazioni a qualsiasi titolo sostenute dalla margherita a favore del Pd. Il partito di Rutelli dal punto di vista economico gode di buona salute: avanzo di 11,3 milioni di euro e oltre 25 milioni di rimborsi elettorali a fronte di 5,2 milioni di spese per il personale. Eppure il conto presentato ai Ds, che invece se la passano piuttosto male a causa di debiti decennali, è di quelli salati. In primo luogo l’affitto. Il Pd dal 1 febbraio occupa 2.300 metri quadri della sede della margherita, che pro continua a pagare da sola gli 850mila euro l’anno di pigione. I costi andranno divisi.
Poi c’è la questione dei prestiti che serve più che altro a chiarire che la Margherita non è obbligata a cedere al Pd personale, scrivanie e stanze. E’ così partita la richiesta dove si chiede al Pd la “totale assunzione di tutti i dipendenti, a qualsiasi titolo, aventi rapporti di lavoro in corso con la Margherita”. I lavoratori interessati sono 92, se si aggiungono i circa 100 di origine diossina, fanno un totale di quasi 200 persone sul groppone del nuovo Pd, ritenuti troppi. Si sta quindi pensando tra i due tesorieri Lusi e Sposetti di favorire con “scivoli” economici la pensione di diversi lavoratori.
Sul fronte PdL, Forza Italia tiene le distanze da An, visto che il partito del Cavaliere ha pagato buona parte della campagna elettorale e si prevede che, per ragioni contabili, per qualche anno sarà impossibile presentare un bilancio comune.
C’e’ poi il problema, nel bilancio di Forza Italia: il premier garantisce le esposizioni bancarie con il suo patrimonio personale, attraverso fideiussioni. E pur se con i rimorsi elettorali il bilancio chiuderà in attivo, questo fatto suggerisce ai commercialisti azzurri di rinviare la fusione con An di qualche anno. E’ certo che fino al 2010 i due partiti del Pdl avranno casse separate.
Da una parte e dall’altra quindi, se la fusione politica si è fatta in tempi ragionevolmente rapidi, quando si parla di quattrini le situazioni paiono sempre complicarsi, come nei peggiori casi di eredità contese tra i congiunti.
Chi vivrà vedrà …
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