RENZI ANNUNCIA: “FIRENZE, ONLINE GLI ATTI COMUNALI”, MA NON ESISTE ALCUNA TRACCIA
GRAZIE AL PROGETTO OPEN-DATA COSTATO 420.000 EURO SECONDO RENZI ORDINANZE E DELIBERE SONO IN RETE…MA LE VERIFICHE DI “FIRENZE-CITTADINI PER VIVERE LA CITTA'” DIMOSTRANO IL CONTRARIO
Contrariamente a quanto aveva affermato il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, nel corso della puntata di Ballarò del 5 marzo, in materia di digitalizzazione di documenti e atti amministrativi, il Comune da lui governato non sembrerebbe ancora essere così all’avanguardia.
“L’idea della rivoluzione digitale di cui parla Beppe Grillo io non me la faccio raccontare da lui — aveva detto Renzi, nel corso dell’intervista rilasciata a Giovanni Floris — Io ho fatto l’accesso agli open-data, cioè, tutti gli atti della pubblica amministrazione sono online. Io non mi faccio raccontare da lui che è un innovatore”.
Insomma di lezioni sulla trasparenza della Pubblica amministrazione, aveva fatto capire il rottamatore, non ne ha di bisogno.
Ancor di più se arrivano da Grillo.
Le verifiche fatte dall’associazione ‘Firenze-Cittadini per vivere la città ‘ dimostrano però una realtà totalmente diversa rispetto a quella raccontata da Renzi.
Perchè è vero, quello dell’open-data è un approccio del tutto innovativo, e democratico, alle informazioni e ai dati delle istituzioni pubbliche che, attraverso le tecnologie telematiche, vengono resi accessibili a tutti.
Un nuovo sistema al quale pian piano le amministrazioni locali del nostro Paese — che nel 2006 ha recepito la direttiva comunitaria 98/2003 — si stanno convertendo.
Ma al contrario di quanto aveva dichiarato Renzi, sul portale open-data inaugurato dal Comune gigliato nell’ottobre del 2011, degli atti che dimostrano e motivano le decisioni degli amministratori — e che documentano dunque la loro attività — non vi è alcuna traccia.
Vano, ad esempio, il tentativo di accedere agli atti dell’impianto semaforico a controllo locale di Firenze.
“Documenti importanti per comprendere i motivi tecnici di una scelta che — sottolinea l’associazione ‘Firenze-Cittadini per vivere la città ‘ — ha comportato un onere di 420mila euro per le casse comunali”.
Aprire i file presenti, e conoscerne il contenuto, è praticamente impossibile.
L’unica opzione consentita è quella di “navigare nel dato dal geoportale”.
Ma a parte qualche informazioni ed una mappa che illustra la collocazione dei vari semafori, non si trova nient’altro.
Stesso risultato se si prova a ricercare le ordinanze, le delibere e le determine del Comune: qui i file si aprono, ma contengono solo ed esclusivamente il numero complessivo degli atti emanati ogni anno (es. 604 delibere di giunta nel 2011, 41 ordinanze nel 2012 ecc…).
Cosa, e perchè, hanno approvato gli amministratori del Comune non è invece riportato.
In sostanza il Comune di Firenze, come ormai un po’ tutte le amministrazioni locali, il suo portale open data ce l’ha.
E fin qui Renzi non aveva detto nulla di inesatto. “Se dunque si fosse limitato soltanto a questo — precisa Pier Luigi Ciolli, presidente dell’associazione — nessuno lo avrebbe potuto contestare”.
Il primo cittadino fiorentino, invece, nel tentativo di spiegare cosa fosse e come funzionasse l’open data del suo Comune — ma evidentemente senza mai averlo visitato approfonditamente —, aveva finito per dare un’informazione non vera: “Tutti gli atti della pubblica amministrazione sono online”.
“Magari fosse davvero così — afferma Ciolli — Renzi è stato mal informato. Se lo avesse testato direttamente, si sarebbe accorto che degli atti di cui parla non ce ne sta nemmeno uno. Ci sono solo dati”.
Non è finita perchè le difficoltà si trovano anche sul sito del Comune: “Non tutti gli atti sono accessibili”, fa notare ancora l’associazione ‘Firenze-Cittadini per vivere la città ‘. Ed inoltre la ricerca non è per nulla agevole, visto che gli atti sono divisi in sei tipologie (deliberazioni, ordinanze, decreti del sindaco, atti di indirizzo del consiglio, provvedimenti dirigenziali e di mobilità ).
Dunque “non potendo sapere quale sia la specifica tipologia di atto (a cui è interessato ad accedere) il cittadino deve effettuare la ricerca per ciascuna tipologia”.
Dulcis in fundo, anche per ottenere un documento cartaceo spesso la trafila è più lunga e complessa di quanto si possa immaginare.
Gabriele Paglino
(da “il Fatto Quotidiano“)
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