RENZI CANTA: “IMPORTANTE CHE SILVIO C’E'”
E BERLUSCONI ORDINA AI SUOI: “NESSUN BASTONE TRA LE RUOTE A RENZI, NESSUNA CRITICA, NESSUNO STOP”… IN CAMBIO DI COSA, SILVIO?
L’aspirazione è andare, se possibile, oltre il Patto del Nazareno.
Cioè: se Renzi, a settembre, dovesse trovarsi in una situazione critica, legata ai conti pubblici ma anche alla spinta elettorale della fronda interna al Pd (e non solo), Forza Italia — nel volere del “Cavaliere” — dovrebbe farsi trovare pronta a fare da stampella alla maggioranza di governo pur di garantire il buon fine del percorso riformatore.
E, ovviamente, non solo quello.
Ogni giorno che passa, infatti, il premier diventa sempre una maggior garanzia per Silvio Berlusconi che ha dato preciso mandato ai maggiorenti del partito di agevolare in ogni modo possibile l’azione di governo. E su ogni fronte.
Ma non tutti hanno voglia di obbedire.
La linea è partita nei giorni scorsi direttamente da Arcore, tra le proteste di un Renato Brunetta che aveva già pronto un doppio piano per pungolare il premier sull’economia a partire dalla riapertura dei battenti parlamentari a settembre, ma Berlusconi è stato netto: nessun bastone tra le ruote a Renzi, nessuna critica, nessuno stop sul ddl Boschi.
Che Verdini continuasse a vigilare sulla dissidenza interna al Senato.
Così, mentre fervono i preparativi per in nuovo incontro tra Renzi e Berlusconi che avverrà probabilmente martedì prossimo di mattina presto a Palazzo Chigi, con sul tavolo il nuovo Italicum, ridisegnato nel dettaglio con nuove soglie di sbarramento, nuovo tetto del 40% per il ballottaggio e una strana alchimia tra preferenze e capilista bloccati per accontentare la falange sinistra del Pd e anche in po’ i grillini, Renzi ieri dal Cairo ha ricambiato cotanta cortesia arcoriana sul possibile sostegno al governo in caso di guai.
“È importante — ha infatti detto Renzi — che Berlusconi stia al tavolo della riforma elettorale così come è stato a quello per la riforma costituzionale: un segnale importante, di serietà del sistema”.
D’altra parte, il coro di battimani dentro Forza Italia pro Renzi si ascolta da giorni.
La prima è stata Maria Rosaria Rossi, più nota come “badante” e tesoriera azzurra, che ha sancito in modo sicuro l’impossibilità di “un’alternativa al Patto del Nazareno”.
Poi è stata folgorata sulla via di Pontassieve anche Maria Stella Gelmini: “Siamo pronti ad aiutare Renzi se darà uno choc all’economia”, ma anche senza, probabilmente.
Quindi è passato Paolo Romani, capogruppo al Senato: “Nessuno può fermare il processo riformatore, e noi andiamo avanti con convinzione”, per finire con il responsabile dell’ufficio elettorale forzista Ignazio Abrignani. Che s’è lasciato scappare che “se su economia e fisco Renzi volesse discutere con noi di altre proposte, saremmo senz’altro pronti a farlo”.
Infine, il peana di Giovanni Toti su Twitter: “Per riforme e legge elettorale Forza Italia c’è. Le regole si scrivono insieme #unademocraziaditutti”.
Tutto apparecchiato, dunque, al tavolo di Renzi per sostenere la sua azione di governo.
Che, d’ora in poi, sarà sempre più anche quella del “Cavaliere”. Martedì si parlerà di questo: approvazione del nuovo Italicum entro l’anno, casomai si dovesse comunque andare a votare in primavera.
Quindi , focus sulla crescita economica. Che continuerà a essere fragile, ma che potrebbe riprendersi con un grande sforzo sull’occupazione su cui Berlusconi non farà mancare il suo appoggio.
Il passaggio successivo, per Berlusconi sarà poi quello di spiegare ai suoi parlamentari il perchè di questi nuovi endorsement su Renzi, evitando il più possibile di replicare quanto accaduto per le riforme.
Strada in salita: al Senato, si aspettano di vedere scritta in chiaro la questione dei capilista bloccati.
Già perchè la vera “guerra” si aprirà con la composizione delle liste, nelle mani dei fedelissimi di Arcore.
A far salire la tensione, la possibilità di poter individuare una rosa di nomi da poter candidare come capilista in più collegi, forse lo stesso nome in 10 collegi differenti. Un’ipotesi che porterebbe le persone più vicine al “Cavaliere” (il cerchio magico) a prendere i collegi migliori lasciando agli altri la sfida di giocarsi la ricandidatura con le preferenze.
E su questo, l’accordo dentro Forza Italia è di là da venire.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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