RENZI DICE “BASTA TASSE” MA COSTRINGE I SINDACI AD ALZARLE
NARDELLA, MARINO E DE MAGISTRIS GUIDANO LA RIVOLTA DEI COMUNI PER I TAGLI… IL SOLITO RENZI CHE SI FA BELLO CON I SOLDI DEGLI ALTRI
Rivolta dei Comuni italiani contro i tagli.
A guidare la protesta, ironia della sorte, è proprio il successore di Matteo Renzi alla guida del Comune di Firenze, Dario Nardella, che per primo ha fatto sentire la sua voce per i maxi tagli da parte dello Stato alle città metropolitane.
Con lui anche Ignazio Marino, sindaco di Roma, e Luigi De Magistris, primo cittadino di Napoli.
Loro tre, insieme al presidente dell’Anci, Piero Fassino, terranno un vertice a Roma giovedì prossimo, alla vigilia del varo del Def che prevede ulteriori tagli e razionalizzazioni nel trasporto e nelle aziende per i rifiuti.
Se dovranno ulteriormente tirare la cinghia, saranno inevitabili nuove tasse locali, proprio mentre il Governo sbandiera l’intenzione di non aumentare la pressione fiscale e, anzi, di ridurla.
I sindaci chiedono un riparto più equilibrato dei tagli.
Sul tavolo del Governo ci sono i criteri di ripartizione della sforbiciata da 2,2 miliardi di euro prevista dalla manovra, che deve essere distribuita fra 8 mila municipi italiani. Secondo i sindaci di Firenze, Roma e Napoli, le loro amministrazioni si trovano a dover sostenere oltre la metà del peso dei tagli destinati alle città metropolitane – ben 178 milioni (di cui 26 milioni Firenze, 87,2 Roma, 65,8 Napoli) su un totale di 256 milioni.
Protestano tuttavia anche i sindaci dei piccolissimi Comuni, perchè penalizzati dai criteri demografici che in 2000 amministrazioni porterebbe a tagli incrementati dal 20 al 100 per cento.
“Rischiano il default centinaia di enti” spiega Massimo Castelli, responsabile dei piccoli Comuni presso l’Anci.
Già giovedì scorso il sindaco di Firenze, Dario Nardella, aveva ammesso che il taglio da 26 milioni di euro alla città metropolitana di Firenze “ci porterà a mettere le mani sulla pressione fiscale a livello metropolitano e territoriale”.
“Francamente- spiega il sindaco che è anche coordinatore delle città metropolitane dell’Anci- non so come riusciremo a sopportare un taglio del 23%. Qualunque azienda con un taglio al budget di un quarto non sarebbe in grado di sopravvivere”.
“Misure insopportabili” dice Ignazio Marino alla Repubblica, proponendo al Governo di “concordare insieme strade alternative per effettuare i tagli alla spesa pubblica”.
Per Roma i tagli, pari a 87 milioni nel 2015, aumenterebbero fino a 175 milioni nel 2016 e a 262 milioni nel 2017, “5 volte superiori a quelli imposti a Milano, 4 volte quelli imposti a Torino. Non voglio scatenare assurde guerre fra poveri, ma mi limito a segnalare un paradosso”.
Finora “siamo riusciti a risparmiare senza tagliare i servizi, ma in queste condizioni non è più possibile farlo. E se tagliamo servizi e mettiamo nuove tasse – aggiunge – siamo poi noi sindaci che dobbiamo andare a metterci la faccia di fronte ai cittadini”. Marino propone misure alternative, come “una tassa di 1 o 2 euro sui transiti aeroportuali”.
Più duri i toni di Luigi De Magistris, che parla di “Governo irresponsabile” e di manovre “irragionevoli”.
“Hanno messo in bilancio un risparmio di un miliardo e ora per le incongruenze delle loro manovre finanziarie fanno pagare ai cittadini un prezzo troppo alto. Questi tagli andranno a toccare un terzo del Paese”. Per il sindaco di Napoli, intervistato dalla Repubblica, “sembra di stare davanti a due-tre sarti della finanza che fanno tagli irresponsabili, ma io credo che dietro questa deriva sartoriale ci siano delle manine politiche che vogliono colpire aree strategiche del Paese. C’è una riforma appena nata, quella delle città metropolitane, e invece di mettere in campo ogni iniziativa per sostenere queste macro aree urbane – sottolinea -, gli si spezzano le gambe sul nascere, per giunta con un criterio di distribuzione dei tagli assolutamente illogico”.
(da Huffingtonpost”)
Leave a Reply