RENZI “DIVORZIA” DAL GOVERNO: AL CDM ASSENTI LA BOSCHI E I MINISTRI RENZIANI
GELO A PALAZZO CHIGI, CAPANNELLO DEI MINISTRI DEM PREOCCUPATI ANCHE PER GRASSO
“Mozione d’ordine: siamo davanti a una decisione delicata, presa dal presidente del Consiglio. Propongo che il consiglio dei ministri approvi, senza discutere”.
Metà mattinata a Palazzo Chigi. E’ Dario Franceschini a prendere la parola in un consiglio dei ministri lampo ma destinato a lasciare una cicatrice profonda nel rapporto tra la compagine renziana e il resto del governo.
Il ministro per i Beni Culturali resta l’unico a parlare: in meno di mezz’ora, il consiglio approva la scelta di Paolo Gentiloni di riconfermare Ignazio Visco a Bankitalia. Gelo: perchè alla riunione non partecipa la componente renziana.
Assenti in blocco, è la prima volta che succede.
Non c’è, ufficialmente per motivi di salute, il sottosegretario alla presidenza Maria Elena Boschi, la più attiva sul dossier banche e sulla mozione Dem contro Visco che ha di fatto lacerato il rapporto tra Matteo Renzi e il governo e anche il Quirinale.
Non c’è Maurizio Martina, il vicesegretario del Pd che in mattinata è già a Napoli per preparare il suo intervento di apertura alla conferenza programmatica del Pd al via oggi al Museo di Pietrarsa.
E pure Luca Lotti pare avesse un altro impegno. Manca all’appello persino Graziano Delrio, altro ministro vicino al segretario del Pd.
E’ uno di quei tornanti a suo modo storico di questo finale di legislatura. A Palazzo Chigi l’irritazione è palpabile.
Anche da parte dello stesso Gentiloni, lasciato solo (da Renzi) a sbrigare il datarsi, d’intesa con il Quirinale (e la Bce) ma politicamente solo a indicare il nome di Visco per il secondo mandato a Palazzo Koch.
Il premier oggi si limita a fare un preambolo in consiglio prima della presa d’atto sulla riconferma del governatore. “Una scelta delicata”, dice appunto Franceschini.
Tutti i presenti alla riunione di esecutivo sanno che stanno per compiere una scelta che verrà presto ‘bombardata’ dal segretario e dai suoi. A partire dalla prossima settimana, a partire dalle audizioni della commissione d’inchiesta sulle banche e dal materiale che da lì emergerà per mettere in luce le mancanze di Bankitalia in fatto di vigilanza bancaria.
Ci sono Andrea Orlando e Marco Minniti, c’è Anna Finocchiaro. E con Franceschini, i ministri del Pd si trattengono a parlare a Palazzo Chigi, dopo il consiglio.
Segno che la cornice è preoccupante, viene spontaneo fare un punto non solo sul caso Visco ma anche su un’altra grana che si è abbattuta sul partito: l’addio del presidente del Senato Pietro Grasso. E’ un’altra tessera di un puzzle sempre più scombinato che dà preoccupazioni, alla vigilia delle elezioni di primavera ma anche delle regionali del 5 novembre in Sicilia.
Finisce come era iniziata. Sulla mozione Pd sulle banche era tornato in azione il ‘giglio magico’ renziano a tutti gli effetti: lì il motore di tutto l’attacco a Visco, inizialmente non condiviso con il resto del governo.
E oggi quello stesso giglio prende le distanze dalla riconferma di Visco: si prepara ad attaccare. Certo, tra i presenti a Palazzo Chigi la lettura è diversa: “La loro assenza è segno di debolezza, su Visco hanno perso…”.
Ma il fatto stesso che le versioni siano opposte dà l’idea della frattura avvenuta in un partito costretto a stare unito almeno fino a primavera.
Costretto, sì. Sia Franceschini, che Finocchiaro e anche Minniti, Orlando e lo stesso Gentiloni saranno comunque presenti alla conferenza programmatica del Pd a Napoli.
Un weekend di tregua (forse) prima di una nuova tempesta.
(da “Huffingtonpost“)
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