RENZI NON PASSA IL RUBICONE
ATTACCA MA NON VA FINO IN FONDO
Alza la tensione ma non supera la linea rossa della crisi di governo.
Ci gira intorno, la evoca ma non affonda il colpo. Matteo Renzi, a “Porta a Porta”, vuole accendere i riflettori su di sè e su Italia Viva per dettare lui le regole del gioco tenendo il governo sulle spine.
Pone delle condizioni, chiede di avviare un percorso di riforme che porti all’elezione diretta del premier, che lui chiama “sindaco d’Italia”.
Per far questo rispolvera il patto del Nazareno, l’accordo del Pd con Forza Italia che era all’opposizione. In questo caso si tratterebbe del governo Conte con il sostegno delle opposizioni, ma dire che questa strada sia difficilmente percorribile è un eufemismo.
La seconda ipotesi è un governo Maccanico. Ed è questo il punto di caduta a cui il leader di Italia Viva vuole arrivare, ovvero un governo istituzionale per far fuori l’attuale presidente del Consiglio. In fondo in ogni frase che l’ex premier pronuncia c’è sempre questo leit motiv sullo sfondo.
Renzi non esprime una preferenza, ma più voci nella maggioranza parlano della sua volontà di mettere fuori gioco Conte e la strada del governo istituzionale comporterebbe un avvicendamento a Palazzo Chigi.
Per dare forza alla sua proposta, l’ex premier la accompagna anche da una raccolta firme, una petizione online. Non è sufficiente, tuttavia, a suscitare l’interesse degli interlocutori di maggioranza e opposizione.
Inoltre, come se non bastasse, insieme alla proposta di riformare le regole del voto e la Costituzione, Renzi infila anche una stilettata contro la legge simbolo del Movimento 5 stelle, quella che istituisce il Reddito di cittadinanza: “Se Conte vuole una cura da cavallo per l’economia cominci con l’abolizione del reddito di cittadinanza”.
Ci si attendeva, dal ‘Rottamatore’, una parola definitiva sul futuro del governo, uno strappo insanabile che avrebbe portato allo show down. Ma non è andata così, seppure gli ‘schiaffi’ da parte del leader di Italia Viva a Conte e al resto della maggioranza non siano mancati.
Eccone qualche esempio: “Non è che diventiamo la sesta stella. Io non voglio morire grillino. Sono colpito dal modo in cui il Pd ha inseguito i grillini sul tema della giustizia”.
Dunque Renzi ribadisce che se non verranno modificate le nuove norme sulla prescrizione si andrà dritti verso la sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che è anche il capo delegazione M5s al governo.
Ma gli viene fatto notare come questo sia un modo per buttare la palla in tribuna perchè alla fin fine Renzi oggi non oltrepassa il punto di non ritorno. Non risparmia bordate al suo ex partito, il Pd: “Ci sono due modi di far politica. Il primo modo è il modo Lines notte assorbe tutto. Quello di chi assorbe qualsiasi proposta fatta pur di mantenere la seggiola”.
Poi, ancora, l’attacco agli alleati di governo: “Hanno provato a farci fuori dalla maggioranza, non ci sono riusciti. Hanno provato a mettere insieme i parlamentari ‘responsabili’. La prossima volta farebbero meglio a riuscirci”.
E al premier manda a dire: “Il reddito di cittadinanza è un fallimento, se hai messo soldi per 2,3 milioni di persone e l′1,7% ha trovato lavoro e oggi Gaetano Scotto, mafioso, è stato interrogato e ha detto che ha il reddito di cittadinanza. Se Conte vuole fare la cura da cavallo” per l’economia “inizi ad abolire il reddito di cittadinanza e metta i soldi per il taglio delle tasse alle aziende”
Da parte del fondatore di Italia Viva poi, uno sguardo al futuro prossimo: “Occhio che arriva una recessione e allora i posti di lavoro saltano. Allora in un clima normale forse Pd e 5 Stelle respingerebbero la proposta dei commissari per far ripartire le opere ma in questo clima straordinario dobbiamo finalmente sbloccare opere pubbliche per cui i soldi ci sono già ”.
I commissari per Renzi dovrebbero essere cento. Insomma, proposte indigeribili per gli alleati che servono solo ad alzare ancora la tensione senza strappare. Almeno per ora.
(da “Huffingtonpost”)
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