RENZI SCONFESSATO: BONUS BEBE’ SOLO PER I REDDITI BASSI, COME E’ GIUSTO
SCENDE DA 90.000 A 30.000 EURO IL REDDITO ISEE PER AVER DIRITTO AL CONTRIBUTO: ERA ASSURDO REGALARE PANNOLINI A CHI GUADAGNA 5.000 EURO AL MESE, SOLO RENZI POTEVA PENSARLO
Il bonus bebè, annunciato da Matteo Renzi domenica nel salotto tv di Barbara D’Urso, verrà erogato solo alle famiglie il cui reddito Isee annuale non superi i 30mila euro.
E’ quanto si legge in una nuova bozza della legge di Stabilità .
Inoltre, il contributo sarà dato in un’unica soluzione, un assegno non inferiore ai 900 euro e varrà anche per i bambini adottati.
E varrà il principio del “chi primo arriva prende il bonus”.
Se le risorse finiscono, infatti, l’Inps chiarisce che non ce ne sarà più per nessuno.
Una correzione, dunque, rispetto a quanto detto dal premier a Domenica Live dopo la verifica da parte del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sulla reale disponibilità di fondi.
Lo scontro fra Renzi e il titolare dell’Economia è avvenuto proprio sul piano delle soglie. Padoan aveva proposto un tetto più basso, 30mil euro per l’appunto, contro i 90mila inizialmente previsti da Palazzo Chigi.
“Il fondo da 500 milioni di euro per le famiglie – è scritto nel documento – è destinato all’erogazione in favore dei nuclei familiari di un assegno in un’unica soluzione per ogni bambino nato o adottato, a decorrere dal 1° gennaio 2015”.
Il bonus bebè verrà stabilito nei dettagli “con decreto non regolamentare del presidente del consiglio dei ministri, su proposta del ministro della salute e del ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa con la conferenza unificata, da adottarsi entro sessanta giorni dalla data”.
Ma, prosegue la bozza, sarà “non inferiore ai 900 euro” e potranno usufruirne i genitori “in possesso di un valore dell’Isee per nucleo familiare non superiore a 30.000 euro annui”.
Infine, “l’assegno è corrisposto dall’Inps in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande in data successiva alla nascita o effettiva adozione e, in caso di insufficienza delle risorse, l’Inps non prende più in considerazione ulteriori domande, fornendo immediata comunicazione anche attraverso il proprio sito internet istituzionale”.
L’effetto del bonus sarebbe ‘sterilizzato’ ai fini Irpef. Non aumenta cioè il reddito.
(da “La Repubblica”)
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