“RENZI SPENDE I SOLDI CHE NON HA, COME HA SEMPRE FATTO A FIRENZE”: L’ANALISI DI FRANCESCO MACRI’, EX ASSESSORE AD AREZZO
AL GOVERNO QUATTRO MESI DI PROMESSE NON MANTENUTE: SOLO MARKETING, MA ALLA LUNGA I NODI VENGONO AL PETTINE
Mentre in Senato va in onda la maratona su riforme e canguri, tra le mani di Matteo Renzi è scoppiata una grana ben più sostanziosa: lo sfogo di Carlo Cottarelli, commissario straordinario alla spending review, sulla “pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa”.
Per chi ha avuto modo, in qualità di amministratore di una città toscana, di conoscere e seguire le vicende politiche di Matteo Renzi, ciò non desta certo meraviglia.
“Lo spendere i soldi che non ha” è sempre stata una peculiarità del sistema Renzi nel modo di governare Firenze.
Una politica di solo marketing e una marea di debiti fuori bilancio (al comune di Firenze, secondo l’indagine della Corte dei conti, mancano all’appello ben 65 milioni di euro)
Vale la pena ricapitolare alcune delle maggiori “bischerate” che ci ha rifilato in questi mesi da quando pensa di poter governare l’Italia come il capoluogo toscano.
“Aboliremo le province con relative strutture periferiche del governo”: ha solo abolito le elezioni provinciali.
“Aboliremo il Senato”: ha solo abolito le elezioni dei senatori mantenendo il baraccone e addirittura lo ha riservato ai nominati dai partiti senza renderlo minimamente elettivo. E permettendo un domani a imputati di godere dell’immunità parlamentare.
“Taglieremo in modo consistente le auto blu e lasceremo la casta a piedi”: ha venduto solo due catorci su eBay, mentre i sottosegretari continuano a usare le auto blu.
“Aboliremo i super stipendi, nessuno guadagnerà più del Presidente della Repubblica, sia nella pubblica amministrazione che nelle grandi aziende di Stato”. Sono piovuti emendamenti ed eccezioni e tutti gli stipendi sono rimasti invariati o addirittura aumentati.
Potrei continuare a lungo.
Vi basta la presa di culo del citto di Rignano sull’Arno?
Quello che dispiace è che la mia generazione, al di là delle divisioni di parte, non stia affatto dimostrando di governare meglio della generazione precedente, perdendo forse l’ultima occasione per salvare questo dannato Paese.
Francesco Macrì
presidente di Blu per l’Italia
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