RESPINGIMENTI INDISCRIMINATI: CHI HA AUTORIZZATO LA GUARDIA DI FINANZA?
LA PROCURA DI AGRIGENTO HA APERTO UN’INCHIESTA SU 14 RESPINGIMENTI TOP SECRET OPERATI DALLA FINANZA, IN STRETTO CONTATTO CON MARONI… I CLANDESTINI SAREBBERO STATI PRESI A BORDO E RIPORTATI IN LIBIA SENZA ACCOGLIERLI NEI CIE E SENZA VERIFICARNE IL DIRITTO ALL’ASILO POLITICO, COME RICHIEDE LA LEGGE… DIVIETO DI PARLARE COI GIORNALISTI, LA GUARDIA COSTIERA: “NOI CERTE OPERAZIONI NON LE FACCIAMO”
I respingimenti di clandestini sui barconi provenienti dalla Libia, è bene che si sappia, stanno prendendo una strana piega.
Una nuova strategia che prevede anche blitz in acque maltesi, in ogni caso sempre più lontano dalle coste italiane, al fine di bloccare le imbarcazioni e far scattare respingimenti indiscriminati. Le operazioni non sono eseguite dalla Guardia costiera, per capirci, ma dalle motovedette della Finanza che certo non agiscono di propria iniziativa, ma su imput preciso.
Da maggio, sarebbero 14 i blitz portati a termine, con oltre 1.000 immigrati allontanati senza le verifiche di legge per stabilire chi ha diritto d’asilo o lo status di rifugiato politico.
Secondo la guardia costiera che ribadisce che “un uomo in mare va salvato, soccorso e rifocillato, come ci dice il nostro Dna”, quello che invece fa la GdF “non lo sappiamo e non vogliamo saperlo, mancano per otto ore e sembrano compiano operazioni militari top secret”.
Vige l’ordine di non prendere assolutamente giornalisti a bordo e neanche di rilasciare loro alcuna dichiarazione, contrariamente a quanto avveniva fino a qualche mese fa.
Secondo dichiarazioni rilasciate alla stampa alcuni finanzieri avrebbero ammesso: “Eseguiamo ordini che vengono da Roma, quando intercettiamo imbarcazioni con extracomunitari li trasbordiamo sulle nostre motovedette e poi li trasferiamo in Libia. Dieci giorni fa abbiamo bloccato un’imbarcazione carica di 100 immigrati e li abbiamo consegnati ai libici. Molti respingimenti li abbiamo compiuti in acque di competenza maltese”.
C’è un piccolo problema giuridico che si fa finta di non conoscere: quando gli extracomunitari vengono soccorsi a bordo delle nostre motovedette, quello diventa territorio italiano e quindi dovrebbero scattare tutte le procedure di legge per la loro identificazione e per stabilire chi ha diritto di asilo o avere lo status di rifugiato.
Come possono i finanzieri stabilire tutto questo in pochi minuti, ammesso che lo facciano?
Ora la Procura di Agrigento ha avviato un’inchiesta su questi respingimenti indiscriminati, per verificare se sono state rispettate le norme vigenti o se non è stata accertata neppure identità e nazionalità dei profughi.
La Procura ha chiesto di acquisire i rapporti top secret, 14 in tutto, 11 dei quali compiuti in acque maltesi.
Ricordiamo che secondo le norme vigenti gli extracomunitari bloccati in mare o che arrivano sul territorio italiano dovrebbero essere identificati nei noti Cie per accertare, attraverso gli operatori Onu, se hanno diritto ad asilo politico.
Una procedura che, con l’accordo bilaterale Italia-Libia, è stata totalmente ignorata e che ha provocato le denunce delle organizzazioni umanitarie dell’Onu.
C’e’ chi parla apertamente di “reati commessi dall’Italia” che peraltro, neanche riesce a dimostrare che l’accordo con Gheddafi funzioni, visto gli oltre 1.000 profughi che hanno ugualmente preso il mare dalle coste libiche in questi ultimi due mesi, rivelando un colabrodo l’intesa raggiunta sul presunto controllo delle coste.
In realtà la Libia gioca con la vita di migliaia di persone e con le aspettative mirabolanti del governo italiano.
I migranti vengono trattenuti per mesi nei suoi campi di lavoro, vengono sfruttati con la promessa di guadagnare i soldi necessari per salpare, e a fasi vengono di nuovo mandati allo sbaraglio per saziare l’avidità dei trafficanti che godono di protezione all’interno del regime di Tripoli.
Così si arriva ai casi simili a quello dei 5 eritrei che vagavano stremati in mare, mentre 73 compagni erano morti.
E l’unica reazione di Maroni, invece che esprimere cordoglio e pietà , è stato quello di mettere in dubbio il loro racconto, cercando solo di gettare discredito sulla loro ricostruzione.
Una pagina indegna: la pietà , come la bontà e la verità , sono diventate un lusso ed è stata data una prova di cinismo vergognoso nei confronti dei sopravvissuti che non ha confronti nella storia repubblicana.
In questo quadro non desta meraviglia la linea illegale del respingimento su cui indaga la procura di Agrigento.
E pensare che una volta eravamo la patria del diritto: ora vendiamo i disperati e regaliamo 5 miliardi di euro a Gheddafi per fare il “lavoro sporco”.
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