RETROMARCIA SCUOLA, IL MINISTRO GIANNINI SCONFESSA IL SOTTOSEGRETARIO REGGI: “LE 36 ORE NON SONO UNA PRIORITA'”
DI FRONTE ALLE CORBELLERIE DELL’EX SINDACO DI PIACENZA, IL MINISTRO PRECISA: “SERVE UNA RIFLESSIONE SERIA CHE COINVOLGA TUTTO IL MONDO DELLA SCUOLA”
“Le 36 ore a settimana per gli insegnanti? Non sono una priorità , per ora”.
Così il ministro Stefania Giannini stronca tutte le polemiche sulle anticipazioni e le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi a proposito di un piano per riformare la scuola.
Di fronte alle pressioni dei sindacati, che da giorni protestano attraverso comunicati stampa, il ministro è lapidario: «Le 36 ore non sono all’ordine del giorno. Le priorità sono altre».
E, smentendo la data del 15 luglio come momento ultimo per presentare le riforme scolastiche in discussione, delinea il programma di azione: «Abbiamo in mente di fare un decreto d’urgenza per i provvedimenti che rappresentano una priorità »: e cioè la semplificazione del reclutamento universitario; la quota ’96, ovvero quei 4000 docenti rimasti incastrati senza poter andare in pensione, «così risolvo un problema e lascio spazio a 4 mila giovani»; e il miglioramento dell’offerta formativa.
La legge delega
Per le altre misure allo studio, ovvero il potenziamento dell’Invalsi, la formazione degli insegnanti, la valutazione e la premialità per la didattica, «c’è bisogno di una riflessione più seria»: quindi, questi temi troveranno spazio in un altro provvedimento, probabilmente un disegno di legge delega, che dovrebbe prendere vita in autunno, dopo un confronto serio con sindacati e parti coinvolte.
L’unico passaggio che ha una data sicura è la messa in funzione del regolamento per il processo di autovalutazione delle scuole: partirà a settembre, e sarà uno dei tre elementi chiave per «valutare i punti di forza e di debolezza del sistema», insieme ai dati dei test Invalsi e al sistema di ispezione-valutazione esterna delle scuole, che invece dovrà essere elaborato successivamente.
Valentina Santarpia
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