RICOMINCIA LA CAMPAGNA DIFFAMATORIA CONTRO LE ONG CHE SALVANO VITE
LA TEORIA DEL “TAXI DEL MARE” GIURIDICAMENTE SMENTITA COME DISEGNO SOVRANISTA PER SCREDITARE IL LORO OPERATO… TAJANI VERGOGNATI DI AVER DICHIARATO IL FALSO
Con il nuovo governo, come era prevedibile, è partita una nuova campagna di criminalizzazione contro le organizzazioni umanitarie che salvano migranti in mare.
La loro colpa, secondo l’interpretazione sovranista, è che la loro stessa presenza in mare contribuisca all’aumento delle partenze di barconi dal Nord Africa, favorendo e incentivando le attività illegali degli scafisti. C’è un’espressione che sintetizza questa teoria: “Taxi del mare”.
Oggi è il ministro degli Esteri Antonio Tajani a rievocarla. “Non è scritto da nessuna parte che l’Italia deve essere il posto dove quelli che cercano di attraversare il Mediterraneo e non vi riescono devono essere portati”. Ciò detto, le ong “non devono essere i taxi del mare e non devono decidere la politica europea”. Lo ha affermato a Mezz’ora in più su Rai3.
La locuzione ‘taxi del mare’ è stata più volte utilizzata in passato. Il primo a usarla fu Luigi Di Maio, che da vicepresidente della Camera – al Viminale c’era Minniti – disse: “Chi paga questi taxi del Mediterraneo? E perché lo fa? Presenteremo un’interrogazione in Parlamento, andremo fino in fondo a questa storia e ci auguriamo che il ministro Minniti ci dica tutto quello che sa”. Il post su Facebook era del 21 aprile 2017, ma l’allora leader del M5s smentì successivamente di aver pronunciato quelle parole contro le organizzazioni umanitarie.
La ricostruzione secondo cui le ong agirebbero come pull factor è stata smentita già durante il governo giallo verde da diversi studi, come l’analisi effettuata da due ricercatori, Eugenio Cusumano e Matteo Villa, per l’European University Institute, che è stato il primo studio sistematico sull’argomento, a partire dai dati a disposizione tra il 2014 e l’ottobre del 2019.
La ricerca dimostrò che non esisteva alcuna correlazione tra le partenze e l’attività delle ong nel Mediterraneo, e che gli sbarchi erano condizioni dalle condizioni meteorologiche: l’unico fattore che allora aveva inciso sull’aumento delle partenze era stato l’accordo con la Libia concluso nel 2017 e firmato dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, proprio per rafforzare i controlli sulle partenze dal paese nordafricano.
Le ong non c’entravano nulla, anche perché, prendendo per esempio solo il caso del 2019, dei circa 4mila arrivi ben 3500 erano da imputare a partenze autonome dalla Libia, dalla Tunisia e dall’Algeria. Sbarchi che nulla avevano a che vedere con i salvataggi delle navi da soccorso.
Oggi anche la Germania si è schierata a sostegno delle Ong: “L’impegno delle ong merita la nostra riconoscenza e il nostro appoggio”, ha twittato l’ambasciatore tedesco in Italia Viktor Elbling, mentre il Bundestag ha fatto sapere che finanzierà con due milioni di euro l’anno la tedesca United4Rescue, che si prepara a mandare nel Mediterraneo la Sea Watch 5.
Magi contro Tajani
“Oggi il ministro degli Esteri italiano Tajani, il volto moderato del governo Meloni, ha definito le Ong che si occupano di salvataggio in mare ‘taxi dei migranti’ e ha parlato di ‘appuntamenti in mare tra trafficanti’, è sconcertante il ricorso a vecchie fake news smentite anche dalle inchieste giudiziarie che negli anni ci sono state e hanno sistematicamente riconosciuto che le ong svolgono un ruolo fondamentale per salvare vite umane operando nel rispetto delle norme nazionali e internazionali”, ha detto il deputato e presidente di Più Europa Riccardo Magi.
(da agenzie)
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