RICOMINCIA LA PROTESTA NELLA SCUOLA: 20.000 PRECARI PERDERANNO IL POSTO DI LAVORO
RAGAZZI DISABILI CHE AVRANNO MENO ORE DI SOSTEGNO, CLASSI CHE SFIORANO I 30 ALUNNI…SONO 120.000 I SUPPLENTI IN ATTESA DI UN INCARICO A TEMPO DETERMINATO, PENALIZZATO IL MERIDIONE… LE OPERAZIONI DI NOMINA IN GRANDE RITARDO… LA SCUOLA PUBBLICA NON PUO’ VIVERE DI TAGLI
Le proteste nel mondo della scuola si moltiplicano e si estendono in tutta Italia. I tagli agli organici stanno mettendo in ginocchio migliaia di famiglie, soprattutto al Sud.
Una situazione che rischia di scoppiare proprio con l’avvio dell’anno scolastico e con l’apertura delle scuole.
La prima protesta è scoppiata dopo Ferragosto a Palermo, con uno sciopero della fame.
Il numero dei precari della scuola che, anche dopo un decennio, dovranno dire addio all’incarico e allo stipendio non è ancora noto con precisione, ma si parla di 15/20 mila unità in meno rispetto allo scorso anno.
A Caltanissetta è stata occupata la sede dell’Ufficio scolastico provinciale (l’ex provveditorato agli studi).
Insegnanti e personale Ata precario intendono proseguire la protesta a tempo indeterminato.
In tre anni, nella sola provincia nissena, sono spariti più di mille posti.
Dopo un incontro con i sindacati, i supplenti romani intendono chiedere a loro volta un aumento dei posti assegnati dal ministero e, in caso contrario, si dichiarano pronti a occupare la sede del provveditorato agli studi di Roma.
Nelle scuole della provincia, spiegano i precari, per tagliare più posti possibile, le classi sono state riempite a dismisura.
In parecchi casi si sfiorano i 30 alunni. Un trend che ormai prosegue da alcuni anni.
Negli ultimi due, la popolazione scolastica è cresciuta di 50 mila alunni, ma le classi sono in calo di 6 mila unità .
E per il prossimo anno si prevede un ulteriore incremento di alunni e ancora un taglio delle classi.
Alla protesta di chi ha perso il lavoro potrebbe presto aggiungersi quella dei genitori dei bambini disabili.
Dalle prime stime, il loro numero è in crescita rispetto a 12 mesi fa, ma l’organico predisposto dal ministero prevede lo stesso numero di cattedre dell’anno scorso: 90.469 posti.
Questo significa che ogni alunno avrà meno ore di sostegno.
Per rendere difficile l’avvio dell’anno scolastico basterà poco quest’anno.
Per effetto dell’entrata in vigore della riforma delle superiori, che ha richiesto uno slittamento delle iscrizioni, tutte le operazioni di nomina del personale di ruolo e dei precari sono in enorme ritardo rispetto al passato.
Nelle grandi città la nomina dei supplenti slitterà a settembre e certamente migliaia di precari non potranno partecipare alla riunione del primo settembre, dove si stabiliscono tutti i passaggi e i criteri per affrontare l’anno scolastico.
E col suono della prima campanella dal 13 settembre in dieci regioni italiane, con tutta probabilità buona parte dei 120 mila supplenti in attesa di un incarico a tempo determinato non potrà neppure essere in classe.
Lo ripetiamo da un anno: bisognava solo avere l’onestà di non spacciare i tagli per una riforma della scuola.
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