RIFORMA DEL SENATO: I GRILLINI PROVOCANO E IL PD SI SPACCA
“POSSIBILE UNA MAGGIORANZA ALTERNATIVA CON LA MINORANZA PD”… MINEO CONFERMA LA SPACCATURA: “NON RITIREREMO IL DDL CHITI”… E RENZI RISCHIA IL NAUFRAGIO
I Cinque Stelle aprono al “lodo Mineo”: la possibilità di raggiungere una maggioranza alternativa sulle riforme partendo dal testo del ddl Chiti, sottoscritto da 22 senatori dem già definiti “dissidenti”.
Il punto più dirompente del testo Chiti, rispetto alla riforma del Senato indicata dal premier Matteo Renzi, che non prevede l’elezione dei membri della nuova camera alta, consiste in 106 senatori da eleggere in collegi regionali.
Di fatto, si apre la questione politica interna al Pd.
“Il ddl Chiti presentato al Senato – dice il capogruppo Vincenzo Santangelo – è praticamente la fotocopia del nostro, ad eccezione di una questione che riguarda il taglio delle indennità . Ma su tutto il resto, anche per quanto riguarda l’eleggibilità , se ne può ragionare. Non possiamo non essere d’accordo visto che ricalca la nostra proposta”.
A proposito della possibilità di una convergenza di voti del Movimento 5 stelle sul testo presentato da Vannino Chiti e un’altra ventina di senatori Pd, annunciata dallo stesso Mineo, il presidente dei Cinque Stelle al Senato spiega: “Ci stiamo ragionando, ma sì, credo proprio di sì”.
Nel Pd, intanto, è piena turbolenza.
Durante la riunione dei senatori democratici, il presidente Luigi Zanda ammette interventi sul testo della riforma del Senato ma solo entro i paletti fissati da Renzi: non eleggibilità dei senatori, nessuna indennità , no al voto di bilancio e sulla fiducia.
Con il primo punto che esclude di fatto l’ammissibilità del testo Chiti.
(da “La Repubblica“)
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