RIGOPIANO, TURISMO NOIR A PASQUETTA FRA LE MACERIE DELL’HOTEL. IL SINDACO: “PROFONDO DISPREZZO”
L’INDIGNAZIONE DEL COMITATO VITTIME: “VIOLATA AREA SOTTO SEQUESTRO”… INTORNO AL RUDERE BARBECUE, SELFIE E PARTITE DI PALLONE… CRITICATI ALCUNI PARENTI DELLE VITTIME CHE PROTESTAVANO, PORTATI VIA PEZZI COME SOUVENIR
Quando i posti di tragedie diventano mète del turismo del disastro: è successo all’isola del Giglio dove per mesi è rimasta adagatiata su un fianco la carcassa della Concordia. È successo sulle città ridotte dal terremoto a macerie come Amatrice o L’Aquila, dove molti turisti si sono recati per farsi selfie di fronte alle case crollate.
C’è addirittura Disaster Tourism, operatore inglese specializzato in siti colpiti da catastrofi il cui catalogo permette di scegliere tra New Orleans flagellata dall’ alluvione Katrina, i campi di battaglia dell’ Afghanistan, la centrale di Fukushima in Giappone, le zone colpite dai tornado dell’ Oklahoma, le favelas di varie città brasiliane o un ricco mèlange di paesi dominati da dittatori.
Ora fa discutere la scelta di decine di turisti che hanno deciso di trascorrere Pasquetta tra i ruderi dell’hotel Rigopiano teatro di una tragedia avvenuta il 18 gennaio del 2017, quando una valanga travolse la struttura causando 29 morti.
L’area è sotto sequestro, ma è comunque di facile accesso. E così, come accaduto già lo scorso anno, decine di persone hanno raggiunto la zona.
La macabra gita fuori porta pasquale ha suscitato quest’anno l’indignazione di molti, in particolare del Comitato delle Vittime che sta valutando se denunciare il caso in procura.
“C’è chi è entrato in quello che resta della Spa – ha dichiarato il presidente del Comitato vittime Rigopiano, Gianluca Tanda – e chi ha portato via un pezzo di hotel come fosse un souvenir. C’erano anziani, bambini. C’era chi si faceva selfie”.
Sullo sconcertante episodio sono in corso accertamenti dei carabinieri, nel frattempo è intervenuto il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, che figura tra gli indagati per la tragedia.
IL TURISMO VOYEUR CHE CERCA LE CATASTROFI
“Profondo disprezzo per il turismo del macabro – ha detto all’Ansa il primo cittadino di Farindola – ma vorrei che fosse chiaro che l’interno dell’hotel di Rigopiano è sequestrato e che dovrebbe essere la procura di Pescara a far rispettare il divieto. Il Comune lo scorso anno ha fatto una ordinanza per l’area esterna vietando l’ingresso ai prati, ma non ho neanche un vigile urbano per farla rispettare”.
“Faccio comunque un appello ai media – ha aggiunto Lacchetta – per aiutarci a prevenire questo fenomeno. Per noi è difficile gestire l’ordine pubblico, ma qui si manca di rispetto alle vittime e ai familiari. È vero che i prati ai lati delle macerie da sempre sono stati teatro di scampagnate e pic nic, e io li ho vietati. Ma qui si va dentro le rovine ed è cosa diversa”.
CRITICATI I PARENTI DELLE VITTIME CHE PROTESTAVANO
Sulla Pasquetta tra le macerie dell’hotel Rigopiano sono ora in corso accertamenti dei carabinieri. Il fatto è stato denunciato dal Comitato vittime di Rigopiano, che parla di “barbecue, pic-nic, palloni, risate e schiamazzi” tra i resti del resort distrutto dalla valanga.
“Temevamo che questo accadesse – dice ancora Tanda – e abbiamo il timore che possa accadere di nuovo per le prossime festività . Ieri c’erano i genitori di alcune delle vittime, che sono stati anche criticati quando hanno provato a spiegare che in quell’area non si può entrare. Sono stati chiamati i carabinieri, che sono intervenuti ed hanno identificato delle persone”.
“C’è chi è entrato in quello che resta della Spa – aggiunge Tanda – e chi ha portato via un pezzo di hotel come fosse un souvenir. C’erano anziani, bambini. C’era chi si faceva selfie”.
“BARBECUE, SELFIE E PALLONE: NESSUNO HA PORTATO UN FIORE”
Persone che facevano barbecue o giocavano a pallone a pochi metri dal luogo in cui sono morti i nostri cari. Nessuno che abbia portato un fiore o acceso un cero, nessun genitore che abbia spiegato ai figli che lì 29 persone sono morte per colpa dell’uomo”. “Stiamo valutando se presentare una denuncia.
La Procura ci aveva garantito che c’era massima attenzione anche da questo punto di vista. Nel frattempo abbiamo saputo che oggi hanno iniziato ad installare la recinzione metallica che chiedevamo da tempo, anche per evitare che questa scena triste si ripeta in vista dei ponti festivi in arrivo”, conclude il presidente del comitato.
(da “La Repubblica”)
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