RIMPATRI: ECCO I NUMERI DI CHI PARTE E ARRIVA IN ITALIA
IL 36% DEGLI ARRIVI VIA MARE PROVIENE DALLA TUNISIA, IL 26% DALLA LIBIA, IL 21% DALLA TURCHIA, IL 10% DALL’ALGERIA
Secondo i dati dell’Unhcr, aggiornati a fine agosto, i tunisini rappresentano per il 2019 la percentuale più alta tra le varie nazionalità che raggiungono il territorio italiano via mare. Un paese, il nostro, in cui, come ricorda il capo della Polizia Franco Gabrielli, «non esiste una modalità di accesso lecito»
Secondo i dati dell’Unhcr, aggiornati a fine agosto, i tunisini rappresentano per il 2019 la percentuale più alta tra le varie nazionalità che raggiungono il territorio italiano via mare
Tra il 1 gennaio e il 31 agosto 2019, secondo i dati Unhcr, sono arrivate in Italia dal mare 5,135 persone.
Il numero più alto di arrivi via mare per il 2019 è stato registrato ad agosto: 1,268 persone hanno raggiunto le coste italiane, a fronte delle 1,531 nello stesso mese del 2018.
Nei primi otto mesi del 2019, il 26% delle persone arrivate sulle coste italiane è di nazionalità tunisina. Segue Pakistan (16%), Algeria (10%), Costa d’Avorio (10%), Iraq (8%), Bangladesh e Sudan (4%), Iran (3%), Marocco e Guinea (2% rispettivamente).
Solo ad agosto, 460 tunisini sono stati registrati nei porti di sbarco, soprattutto a Lampedusa, rispetto ai 270 del mese precedente.
Al secondo posto l’Algeria, con poco meno di 200 persone sbarcate soprattutto in Sardegna. Al terzo posto il Pakistan, con 185 persone arrivate sulle coste soprattutto di Puglia e Calabria: mentre solo due pachistani sono arrivati via mare nei primi tre mesi dell’anno, il numero degli arrivi è cresciuto da aprile scorso in avanti, con un picco nei mesi estivi, spiega ancora l’Unhcr.
E mentre gli arrivi degli ivoriani ad agosto erano meno che nei mesi precedenti — 97 a fronte dei 193 di giugno e i 162 di luglio — il loro numero resta significativo: l’8% degli arrivi mensili via mare.
Tra il 1 gennaio e il 31 agosto 2019, sono arrivati sulle coste italiane soprattutto uomini: rappresentano il 73% del totale, dice ancora l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati . Seguono i minori non accompagnati (14%), le donne adulte (8%) e i minori accompagnati (5%). Sono 737 gli unaccompanied and separated children (UASC) che hanno raggiunto le coste italiane dall’inizio dell’anno: 218 arrivati solo ad agosto.
La maggior parte di loro ha nazionalità tunisina: 252 minori di 18 anni. Segue il Pakistan (136), l’Iraq (56), il Bangladesh (51), e la Costa d’Avorio (50).
Per i minori stranieri non accompagnati (nel gergo legislativo Msna) vige una protezione speciale: dal 29 marzo 2017, con l’approvazione di quella che è conosciuta come la legge Zampa, i minori stranieri che arrivano in Italia senza genitori o figure adulte di riferimento non possono essere respinti e sono tutelati da un sistema di protezione e di inclusione uniforme.
Nei primi otto mesi del 2019, il 36% degli arrivi totali via mare in Italia — 1,828 persone — è partito dalla Tunisia, seguito dal 26% — 1,354 persone — partito dalla Libia, 21% (1,103 persone) dalla Turchia, 10% (499 persone) dall’Algeria, e 7% (350 persone) dalla Grecia.
I luoghi più comuni di partenza in Tunisia sono Sfax, Zarzis e Mahdia. Chi parte dalla Libia si imbarca soprattutto a Zuwarah e Zawiya, mentre le persone che partono dalla Turchia lo fanno imbarcandosi soprattutto da Bodrum, e in misura minore da Izmir, spiega ancora l’Unhcr.
Ad agosto la maggioranza di arrivi via mare — 607 persone, il 48% del totale degli arrivi del mese — veniva dalla Tunisia, spiega ancora l’Unhcr. 248 tra rifugiati e migranti — circa il 20% degli arrivi via mare di agosto — veniva dalla Libia.
Altre 192 persone — ovvero il 15% degli arrivi via mare di agosto — sono partite dalla Turchia. Le partenze da Algeria e Grecia corrispondono rispettivamente al 14 e al 4 per cento degli arrivi del mese di agosto.
Come spiega a Open Vincent Cochetel, inviato speciale dell’Unhcr — l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati — per il Mediterraneo Centrale, in Tunisia ci sono oggi circa 2.847 persone tra rifugiati e richiedenti asilo: è il numero totale delle persone che hanno una procedura con l’Unhcr. Vengono dalla Siria, dalla Costa d’Avorio, dall’Eritrea, dalla Somalia e dal Sudan. Procedura avviata quest’anno per 1,245 di loro — a fronte delle 591 registrate per lo scorso anno.
La Tunisia ha firmato la Convenzione di Ginevra, ma non ha mai implementato una legislazione nazionale per permettere alle persone di richiedere l’asilo politico e ottenere protezione internazionale.
«Non sono le autorità tunisine a decidere se una persona ha diritto allo status di rifugiato o meno. Lo fa qui l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e lo stesso accade in Marocco, Algeria, Egitto», spiega a Open Vincent Cochetel «In tutti i paesi del Nord Africa la situazione è questa: siamo noi a valutare se quella persona ha o meno diritto a ottenere lo status di rifugiato».
Il numero di richiedenti asilo in attesa dello status di rifugiato «continua a crescere, nonostante sia stata migliorata la capacità del personale», spiega l’Unhcr. E anche l’accoglienza dei nuovi arrivati resta una sfida, in Tunisia.
(da agenzie)
Leave a Reply