RITORNA RENZO BOSSI: “NON VIVO DI POLITICA, ADESSO LAVORO COME AGRICOLTORE” (DOVE NON SI SA)
“IL TROTA” RICOMPARE A LAZZATE PER I FUNERALI DEL SEN. MONTI.. IN PRIMA FILA ALLA CERIMONIA UMBERTO E MARONI FANNO FINTA DI VOLERSI BENE
“Non ho bisogno di vivere con la politica, la politica si fa anche nei bar, ora faccio l’agricoltore”.
Parole che Renzo Bossi ha pronunciato conversando con i giornalisti al termine del funerale del senatore leghista Cesarino Monti.
L’ex consigliere regionale lombardo, che non partecipava a incontri pubblici dalle sue dimissioni in seguito allo scandalo sui rimborsi elettorali del Carroccio, è arrivato a Lazzate in compagnia del fratello minore Sirio Eridanio.
“Sono venuto qui per Cesarino”, ha spiegato Bossi junior. “Era un amico, un combattente, mi ha sempre trattato come un figlio”.
Ai funerali ha partecipato lo stato maggiore della Lega Nord.
Al primo banco della chiesa di San Lorenzo martire erano seduti, l’uno vicino all’altro, il segretario Roberto Maroni e il presidente Umberto Bossi.
In chiesa anche Roberto Calderoli, Roberto Cota, Federico Bricolo, Matteo Salvini.
E’ stato un addio commosso, quello che Lazzate ha tributato al suo sindaco.
La chiesa era già gremita almeno mezz’ora prima dell’inizio della cerimonia e non è riuscita a contenere le centinaia i cittadini che si sono accalcati all’esterno e sul sagrato.
Al termine della cerimonia funebre Umberto Bossi e Roberto Maroni si sono scambiati auna stretta di mano e pacche sulle spalle, prima di partire ciascuno con la propria auto.
Fra i due non è mancata anche qualche battuta.
A Bossi, che non si ricordava il nome di una militante che si era avvicinata a salutarlo, Maroni ha detto scherzando: “Stai perdendo colpi”.
Al termine della cerimonia religiosa la bara del senatore è stata portata sulla piazza a fianco alla chies, dove i figli e alcuni amici del sindaco scomparso si sono trattenuti per ricordare Monti.
Prima della partenza per il cimitero la bara è stata quindi salutata dalla banda che ha intonato il Va’ pensiero di Giuseppe Verdi.
Leave a Reply