RIVOLTA CONTRO IL CAVALIERE, QUAGLIARELLO E LORENZIN: “NON ADERIREMO A FORZA ITALIA”
DISSENTONO ANCHE LUPI, CICCHITTO, FRATTINI…”BASTA CON DERIVA ESTREMISTA E TONI INACCETTABILI, IL PARTITO E’ STATO GENETICAMENTE MODIFICATO”
Dopo il dito alzato premonitore di Fini, per la prima volta nella sua storia, il Pdl si spacca: protagonisti stavolta non gli ex An, ma molti nomi storici di Forza Italia.
Una frattura non solo evidente, ma anche rumorosa, con il malcontento espresso in forme e toni forti.
Ieri Giovanardi, oggi Cicchitto, Quagliariello, Beatrice Lorenzin e Maurizio Lupi (seppur in forma diversa): nomi che nel Pdl contano, e non poco.
E tre di loro sono ministri.
Hanno subito le indicazioni del capo e del suo cerchio magico, ma non le condividono e lo dicono chiaro e tondo.
Critiche che si concludono con un annuncio: “Non aderiremo a Forza Italia”.
Si sfilano (tranne per ora Lupi), insomma, il che conferma un’indiscrezione sempre più forte nelle ultime ore: la fuoriuscita di un numero imprecisato di parlamentari dal Pdl/Fi e la contemporanea creazione di un nuovo movimento (si chiamerebbe Italia popolare) che farebbe da stampella ad un ipotetico Letta-bis o a un governo di minoranza.
Un’azione che, a quanto pare, è già avanzata a Palazzo Madama, dove lo ‘scouting’ in corso potrebbe arrivare a formare un gruppo parlamentare, quindi coinvolgerebbe fino a 10-15 senatori.
In dettaglio, sarebbe soprattutto tra i senatori siciliani e campani (ma non Vincenzo D’Anna, Pietro Langella, Antonio Milo e Ciro Falanga, che hanno giurato fedeltà al Cavaliere) sino ad ora iscritti al Pdl che attingerebbe il nuovo gruppo di moderati.
Cicchitto: “Basta estremisti di estrema destra nel partito”
Il primo a esprimere critiche corrosive contro la decisione del Cavaliere è stato Cicchitto con una lunga nota. E non le ha mandate a dire. Anzi.
“Berlusconi avrebbe bisogno di un partito serio, radicato sul territorio, democratico nella sua vita interna, un partito di massa, dei moderati, dei garantisti, dei riformisti — ha detto l’ex capogruppo Pdl alla Camera — e non un partito di alcuni estremisti che nelle occasioni cruciali parlano con un linguaggio di estrema destra dall’inaccettabile tonalità anche nel confronto con gli avversari politici che non dobbiamo imitare nelle loro espressioni peggiori”.
Parole durissime quelle di Cicchitto, nonchè un attacco diretto ai falchi del partito, che invita a non illudersi su elezioni subito.
Per Cicchitto questa mancanza di dialogo interno è un problema assai grave, “anche perchè, da oggi fino alle prossime elezioni — che nessuno si può illudere che avvengano immediatamente visto che va rifatta la legge elettorale — i parlamentari devono svolgere un ruolo decisivo in Parlamento e sul territorio e quindi il loro ruolo politico è assai importante e non possono essere trattati come delle semplici pedine da manovrare, in modo per di più disordinato, ad opera di pochi dirigenti del partito”.
Quagliariello: “Se Forza Italia è questa io non aderirò”
“Se Forza Italia è questa, io non aderirò”. E’ un messaggio netto quello del ministro per le Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello, a Piacenza per il Festival del diritto.
Per il ‘saggio’ Quagliariello, l’annuncio di dimissioni dei parlamentari del Pdl è stato un “fallo di reazione”. “Io — ha aggiunto — non ho aderito perchè penso che una persona che fa politica deve avere l’inclinazione al compromesso. Io le dimissioni non ho avuto nessuna remora a darle — ha aggiunto il ministro — però è evidente che se si fa in una sede in cui a discutere sono alcuni esponenti di un partito, senza il segretario, quel partito è geneticamente modificato: a questa Forza Italia non aderirò”.
Uno degli obiettivi delle dimissioni dei ministri del Pdl dal governo potrebbe essere “avere elezioni anticipate”, ma “non è il mio obiettivo” ha detto Quagliariello, secondo cui “le elezioni anticipate e le vittorie elettorali anticipate sono vittorie di Pirro”.
Toccando, invece, il tasto delle dimissioni da parlamentari, sempre per quanto riguarda il Pdl (dimissioni non date da Quagliariello, che lo farà appena possibile, pur non condividendo la scelta), il ministro ha aggiunto che “le dimissioni da parlamentari hanno creato una slavina, si è sganciata l’atomica, una cosa incredibile — ha concluso — mai fatta nel Parlamento italiano”.
A chi parla di scissione all’interno del Pdl, Quagliariello risponde con un ragionamento chiaro: “Non so se c’è una scissione: so che il centrodestra non è quello che si è espresso ieri”.
Riferendosi alle decisioni prese ieri ad Arcore, ossia alla richiesta di dimissioni dei ministri del centrodestra, Quagliariello ha poi aggiunto che “non è quella la storia del centrodestra maggioritaria, non è quella la storia dei moderati in Italia”.
Il ministro per le Riforme, inoltre, ha rivolto un appello ai suoi colleghi di partito: “Ho detto come la pensavo, non ho avuto dubbi a dare le dimissioni, ora vediamo che cosa accade: spero che altri parlino lo stesso linguaggio di chiarezza“.
Lorenzin: “Mi dimetto, ma non condivido la linea del partito”
“Non giustifico nè condivido la linea di chi lo consiglia in queste ore”, “tentano di distruggere tutto quello che Berlusconi ha costruito e rappresentato”.
Parole e concetti chiari quelli espressi in una nota dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin che, pur dimettendosi, ha annunciato che non farà parte di questa Forza Italia poichè “spinta verso una destra radicale”.
Dopo aver espresso soddisfazione per i cinque mesi trascorsi nel governo Letta e aver rivendicato la bontà del lavoro svolto, Lorenzin è passata all’attacco. “Questa nuova Forza Italia sta dimostrando d’essere molto diversa da quella del ’94. Manca di quei valori e di quel sogno che ci ha portati sin qui” ha detto la titolare della Sanità , che poi critica la direzione che sta prendendo la nuova creatura del Cavaliere perchè “ci spinge verso una destra radicale in cui non mi riconosco, chiude ai moderati e li mette fuori senza alcuna riflessione culturale, segnandoli come traditori. Esprimo il mio dissenso”.
Poi il solito discorso: sì alle dimissioni, no alla nuova Forza Italia, almeno così concepita. “Accetto senza indugio la richiesta di dimissioni fatta durante un pranzo a cui non partecipavano nè i presidenti dei gruppi parlamentari, nè il segretario del partito, per coerenza politica nei confronti di chi mi ha indicato come ministro di questo Governo — ha concluso l’esponente del Pdl – Continuerò ad esprimere le mie idee e i miei principi nel campo del centrodestra, ma non in questa Forza Italia”.
Lupi: “Forza Italia non può essere estremista”
Diversa e con più sfumature la posizione del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi: lui sta con il Cavaliere, ma non con i suoi consiglieri. “Così non va. Forza Italia non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti — ha detto il politico ciellino — Noi vogliamo stare con Berlusconi, con la sua storia e con le sue idee, ma non con i suoi cattivi consiglieri. Si può lavorare per il bene del Paese essendo alternativi alla sinistra e rifiutando gli estremisti. Angelino Alfano si metta in gioco per questa buona e giusta battaglia”.
Frattini su Twitter:
“Grave voltare le spalle al Paese. L’Italia è in difficoltà , non merita una irresponsabile crisi al buio”. Poi, in una nota, aggiunge: “Mi riconosco nelle parole di chi in queste ore, nel centrodestra, ha preso le distanze dalla decisione del Pdl di ritirare la delegazione al governo, e guarda quindi con dolore a un gesto che lacera le prospettive future dell’Italia”.
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