RIVOLTA M5S CONTRO LA RAGGI: “E’ FUORI CONTROLLO, OSCURA LE NOSTRE LOTTE”
LA SUA INTERVISTA DIVENTA UN CASO, LOMBARDI ACCUSA LA COMUNICAZIONE… GRILLO PRENDE TEMPO: “A GENNAIO NE RIPARLIAMO”… FICO E DI MAIO NON SI PARLANO NEPPURE, LA APPENDINO DELUSA DA VIRGINIA: “INGRATA”
Il trentottesimo parallelo del Movimento spacca in due piazza dal Campidoglio.
“Beppe – tuonano i parlamentari romani più in vista, capitanati da Carla Ruocco – Virginia ha superato il limite, ma cosa si è messa in testa? Sembra eterodiretta, non puoi consentire che ci passi sopra in questo modo!”.
Ce l’hanno tutti con la sindaca per l’intervista a Repubblica.
Non è tanto la bizzarra sortita sui “frigoriferi abbandonati”, ma soprattutto il tempismo dell’uscita.
In un colpo solo, Raggi oscura la missione romana del leader e la battaglia di Roberta Lombardi per dimezzare lo stipendio dei deputati.
La furia si trasforma presto in rappresaglia. È proprio l’ex capogruppo, sostenuta dai suoi fedelissimi, a scrivere direttamente a Beppe Grillo: “Come è stato possibile avallare una scelta tanto sbagliata, che mortifica il nostro lavoro? – è il senso del ragionamento – Ora la comunicazione si assuma la responsabilità di questo passo falso “.
In un istante finisce sulla graticola l’intera filiera dello staff pentastellato, che dal Campidoglio conduce fino a Ilaria Loquenzi e Rocco Casalino. Nel mirino, insomma, finisce il braccio operativo della Casaleggio associati.
L’intervento di Raggi, in realtà , era fissato da diversi giorni.
Lo ripetono i “comunicatori” che governano le sorti dei cinquestelle, provando a sedare la rivolta.
E il fondatore? Nero come la pece, svuotato come piazza Montecitorio disertata dai militanti grillini, lascia la Camera avvilito.
I nemici della sindaca vorrebbe lo scalpo di Raggi, “è fuori controllo – ripetono – buttiamola fuori dal Movimento! ” – ma il leader non può far altro che frenare: “State calmi. Di Virginia ne riparliamo a gennaio, ora non possiamo certo mollarla”.
È stufo quanto loro, soltanto non può muovere un dito fino al referendum costituzionale: “È l’unico modo – ricorda – per mandare a casa Renzi”.
Se c’è un’altra che è infastidita dalla prima cittadina della Capitale, è Chiara Appendino. Raccontano che di fronte alle critiche della Raggi sia rimasta letteralmente senza parole: “Che ingrata, io mi sono mostrata con lei nel momento più difficile – l’estrema sintesi dello sfogo – e lei mi ripaga in questo modo?”.
Si va avanti così, in un clima che soltanto la possibile vittoria del No rende sostenibile. Luigi Di Maio e Roberto Fico, per dire, continuano cordialmente a ignorarsi.
Neanche lunedì sera sono riusciti a sedersi attorno allo stesso tavolo, invitati dal Fondatore. Come se non bastasse, Raggi è alle prese anche con una mega grana amministrativa: proprio ieri, infatti, il Senato ha approvato un ordine del giorno che punta al commissariamento di Atac, il colosso romano dei trasporti.
Tutto ormai è in discussione, anche il meccanismo che porta alla selezione dei candidati locali.
La bozza del nuovo regolamento prevede che a decidere il nuovo corso sia la triade Lombardi-Crimi- Cancelleri. E i tre sono orientati a modificare un sistema che ha portato alla scelta di Raggi e alle recenti faide grilline per individuare il candidato sindaco di Genova.
In mezzo al caos c’è anche chi prova a sdrammatizzare. Succede alla buvette, quando si affaccia Alessandro Di Battista con una mano fasciata.
È caduto dalla bici, ma un avventore non resiste alla battuta: “Avrà provato a dividere Fico e Di Maio…”.
(da “La Repubblica”)
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