ROSANNA NATOLI, MEMBRO LAICO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA IN QUOTA LA RUSSA, SI È DIMESSA DOPO CHE È STATO DEPOSITATO IN CSM IL FILE CON L’AUDIO DEL COLLOQUIO CON LA GIUDICE MARIA FASCETTO SIVILLO, DA ANNI SOTTO INCHIESTA
LA NATOLI TIRA IN BALLO ANCHE CLAUDIA ECCHER (ALTRA COMPONENTE LAICA, IN QUOTA LEGA) “CHE MI HA CHIESTO UN OCCHIO DI RIGUARDO”… IL TIMORE DI ALTRE REGISTRAZIONI E L’AUTOGOL DEL CENTRODESTRA (SI ROMPE IL GIOCATTOLO COSTRUITO DAL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO)
Una mano gliel’avrebbero data senza vederla e conoscerla di persona, ma poi nel novembre dello scorso anno Rosanna Natoli – membro laico del Consiglio superiore della magistratura in quota Fratelli d’Italia, e componente della Sezione disciplinare del Csm – ha pensato che fosse meglio incontrare la giudice catanese Maria Fascetto Sivillo, da anni sotto procedimento disciplinare per diverse questioni.
«Io avevo preso a cuore la sua situazione – spiega Natoli nel colloquio registrato a sua insaputa dalla Fascetto –, ma poi ci stati tanti, c’è stata Claudia Eccher (altra componente laica, in quota Lega, ndr) che mi ha chiesto un occhio di riguardo, perché nessuno di noi ha un pregiudizio nei suoi confronti… perché è amica degli amici, anche se noi professionalmente non ci siamo mai incontrate, ma di lei mi hanno parlato sempre bene».
In un altro passaggio della conversazione durata un’ora e mezza, Natoli prova a spiegare a Fascetto che il suo atteggiamento di netta contrapposizione con altri magistrati (in particolare con la giudice sempre di Catania Maria Rosaria Acagnino) ha provocato il peggioramento della sua situazione in un procedimento disciplinare che si era concluso da poco con una condanna a due anni di perdita di anzianità; sentenza di cui Natoli era relatrice.
«Io credo che lei abbia avuto i soprusi», spiega a Fascetto la consigliera del Csm che in quel momento era uno dei giudici chiamata a decidere del suo destino professionale; però adesso quei soprusi, aggiunge in dialetto siciliano «se li deve scordare, perché ora dobbiamo andare avanti». E racconta che lei e gli altri colleghi della Disciplinare del Csm, «quando ci siamo riuniti, e sto violando il segreto della camera di consiglio, dicono tutti ‘è vero che ha subito un sopruso, ma me mi sembra, poverina, che sia andata in tilt, perché questa vicenda l’ha distrutta».
Ne scaturì, continua Natoli, una linea difensiva così aggressiva nei confronti di altri giudici dello stesso tribunale, che hanno spinto la Sezione disciplinare a orientarsi verso una sanzione più grave della semplice censura, passando alla perdita di due anni di anzianità. Nel corso del colloquio Natoli fa capire che sarebbe meglio per lei se Fascetto cambiasse linea anche negli altri procedimenti in corso, suggerendo ad esempio di affiancare all’avvocato Carlo Taormina un altro difensore, un tecnico più esperto in procedimenti disciplinari, senza riuscire a convincerla.
E nell’udienza di martedì scorso è stato l’avvocato Taormina a consegnare alla Sezione disciplinare l’audio e la trascrizione del colloquio. Provocando, per ora, le immediate dimissioni di Rosanna Natoli dal «tribunale dei giudici»; in attesa dei prossimi sviluppi di un caso tutt’altro che chiuso. Anche perché nel frattempo l’avvocato Taormina ha presentato un’istanza di ricusazione nei confronti dell’intera Sezione disciplinare che finora s’è occupata della sua assistita.
Doveva essere il Csm in cui la pattuglia dei laici del centrodestra, a partire dal vicepresidente leghista Fabio Pinelli, avrebbe dovuto mettere “in riga” i magistrati. Bacchettandone il correntismo e le indagini orientate “a sinistra”. Ma d’un colpo, tal Rosanna Natoli, avvocata “larussiana” da Paternò, ha rotto il giocattolo.
Che, a palazzo Chigi, aveva costruito con cura il sottosegretario Alfredo Mantovano. Da sempre giudice conservatore e cattolico, buttatosi in politica con An. Ma il castello di carte è crollato. E l’improvvido incontro, nonché le parole («è amica degli amici») della Natoli, giudice disciplinare di Maria Fascetto Sivillo, ribalta tutto. Zittisce i laici di centrodestra. E li manda all’angolo.
Politicamente è un clamoroso autogol. Una partita che da martedì sera, quando Natoli è stata costretta a dimettersi dalla commissione disciplinare, è nelle mani di Sergio Mattarella, capo dello Stato e del Csm. Come dice il segretario di Area Giovanni “Ciccio” Zaccaro «ci affidiamo alla sua saggezza perché conosce bene l’importanza del Csm nel quadro costituzionale».
Lo stesso Zaccaro, come Magistratura democratica, danno per scontate le dimissioni di Natoli dal Consiglio. Mercoledì i togati hanno accettato di entrare in plenum solo se lei non ci fosse stata. E lì la pattuglia dei laici, capitanata dal catanese Felice Giuffrè, ha subito la prima sconfitta. Senza il voto di Natoli è diventato procuratore di Catania Francesco Curcio che ha battuto per un voto il candidato della destra Francesco Giuseppe Puleio.
La partita che si apre sarà durissima. Pinelli ha imposto il silenzio in attesa che Mattarella torni dal Brasile. Ma nelle chat delle toghe il mantra è uno solo, «via Natoli subito». Ha commesso un abuso d’ufficio, anche se Nordio l’ha cancellato.
Ma Natoli, più che pensare al guaio in cui ha cacciato se stessa e i colleghi, visto che cita anche l’ex avvocata di Matteo Salvini Claudia Eccher — «mi ha chiesto un occhio di riguardo su tante cose…» — cerca di mettersi al riparo dai fulmini di Ignazio La Russa, suo notorio sponsor. «Mi preme sottolineare che nessuno degli esponenti politici provinciali, regionali e men che meno nazionali del mio partito di provenienza è mai stato a conoscenza diretta o indiretta di questa vicenda del tutto estranea a ogni riferimento politico», dice alle agenzie. Ma non accenna a dimettersi.
Un passo scontato, soprattutto dopo la richiesta di ricusazione dell’intero collegio disciplinare presentata dal legale di Fascetto, l’avvocato Carlo Taormina, che ha depositato la pennetta con la trascrizione giurata del colloquio. Lì sottolinea come Natoli parli «al plurale», «donde la necessaria conseguenza di dover riferire intenzioni e volontà a tutti i componenti». Taormina ci vede l’obiettivo di «esautorare» pure lui, visto che «la maggior parte della sezione e particolarmente il presidente Pinelli, aveva mostrato ostilità». Un osso duro, Taormina. Mentre si fa strada il sospetto che di registrazioni possa averne in serbo anche altre.
Un duro colpo ai laici di centrodestra che fino al giorno prima, con in testa proprio Eccher e Isabella Bertolini (ex deputata di FI, al Csm in quota Meloni), erano scatenati contro i pm di Genova che non hanno dato i domiciliari a Toti.
(da corriere.it)
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