ROTTURA CON L’EGITTO, RICHIAMATO L’AMBASCIATORE: UN GOVERNO DI SINISTRA DIFENDE LA SOVRANITA’ NAZIONALE, LA DESTRA PATACCA SOSTIENE GLI ASSASSINI
LA FAMIGLIA RINGRAZIA GENTILONI… GLI EGIZIANI NON HANNO FORNITO NE’ FILMATI NE’ TABULATI
E’ rottura tra Italia ed Egitto. Il vertice tra le autorità giudiziarie dei due Paesi è fallito e la collaborazione della procura di Roma con gli inquirenti del Cairo sul caso di Giulio Regeni può considerarsi interrotta.
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, dopo aver appreso del fallimento dell’incontro, ha richiamato l’ambasciatore italiano in Egitto.
“L’Italia si fermerà solo davanti alla verità “, ha scritto su Facebook il premier Matteo Renzi spiegando che “dopo l’esito degli incontri dei magistrati a Roma l’Italia ha deciso formalmente di richiamare per consultazioni l’ambasciatore”
Una decisione accolta positivamente dalla famiglia di Regeni che i “prende atto con amarezza del fallimento del vertice tra le autorità giudiziarie italiane e quelle egiziane” ed “esprime soddisfazione per la decisione del ministro Gentiloni di richiamare in Italia l’ambasciatore Massari”.
“Siamo certi – hanno affermati i genitori di Giulio – che le nostre istituzioni e tutti coloro che stanno combattendo al nostro fianco questa battaglia di giustizia non si fermeranno fino a quando non otterranno verità ‘”.
Il vertice tra italiani ed egiziani sul caso Regeni si è sostanzialmente risolto in un fallimento ed ora la collaborazione tra le autorità giudiziarie dei due paesi può considerarsi di fatto interrotta.
Delusi inquirenti ed investigatori che non hanno ottenuto quanto richiesto agli omologhi egiziani.
Stando a quanto si è appreso a piazzale Clodio, gli italiani non hanno ricevuto, anzitutto, i tabulati delle utenze riconducibili a soggetti egiziani presenti al Cairo nel gennaio scorso, quando Regeni è sparito in circostanze mai chiarite, e neppure i filmati delle telecamere della metro e del quartiere dove viveva il 28enne ricercatore italiano.
Il ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, ha disposto il richiamo a Roma per consultazioni dell’ambasciatore al Cairo Maurizio Massari.
“La decisione – spiega la Farnesina in una nota – fa seguito agli sviluppi delle indagini sul caso Regeni e in particolare alle riunioni svoltesi a Roma ieri e oggi tra i team investigativi italiano ed egiziano. In base a tali sviluppi si rende necessaria una valutazione urgente delle iniziative più opportune per rilanciare l’impegno volto ad accertare la verità sul barbaro omicidio di Giulio Regeni”.
Cosa manca nel dossier egiziano.
Un dossier “di pochissime pagine”, un pacco di documenti che, in parte, erano già noti o erano già stati consegnati all’Italia, nessun atto giudiziario che potesse soddisfare le richieste fondamentali avanzate dagli investigatori e dagli inquirenti.
Sono questi i motivi, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, alla base del fallimento del vertice tra gli investigatori e gli inquirenti di Roma e del Cairo.
Già ieri l’Italia aveva fatto trapelare tutta la sua delusione di fronte ai primi documenti portati dalla delegazione egiziana, ma prima di chiudere ogni tipo di dialogo si è voluto attendere la seconda giornata, con la speranza che l’Egitto cambiasse atteggiamento.
“Ci sono state differenze molto forti – racconta una fonte che ha partecipato al vertice – siamo arrivati con diversi traduttori per poter metterci subito al lavoro sui documenti, ma non c’è stato bisogno. Nel dossier c’erano pochissime carte, molte delle quali già conosciute, altro che duemila pagine”.
(da agenzie)
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