ROUEN, I BUCHI DELLA SICUREZZA, I DUE KILLER ERANO SCHEDATI
ANCHE IL SECONDO ATTENTATORE, 19 ANNI, AVEVA TENTATO DI ARRUOLARSI IN SIRIA ED ERA RITENUTO “A RISCHIO”
Si era radicalizzato e i servizi francesi lo sapevano, l’avevano schedato poco meno di un mese fa, il 29 giugno: anche per lui era stato aperto un file e apposta la lettera ‘S’, quella dei radicalizzati a rischio di passare all’azione.
Il 19enne Nabil Abdel Malik Petitjean, formalmente identificato, è uno dei due attentatori della chiesa di Saint-Etienne-de-Rouvay, il complice di Adel Kermiche.
Le indagini stanno mettendo in luce un’altra falla dei servizi di sicurezza francesi, anche il secondo terrorista era finito sotto il radar dell’antiterrorismo. Non è bastato.
Solo quattro giorni prima dell’omicidio nella chiesa, l’unità di coordinamento della lotta antiterrorista (Uclat) aveva diffuso una nota nella quale affermava di aver ricevuto, da un servizio straniero, un’informazione su un individuo “che sarebbe pronto a partecipare a un attentato sul territorio nazionale”, la segnalazione non aveva un nome ma una foto, quella di Abdel Malik Petitjean.
Nessuno però ha messo in collegamento la foto con il nome.
Al contrario di Kermiche, con il quale ha sgozzato l’anziano parroco, l’86enne padre Jacques Hamel, e ridotto una seconda persona in fin di vita, Abdel Malik Petitjean non aveva condanne a suo carico. Nè impronte digitali registrate o foto segnaletiche. Era conosciuto dalla polizia per aver tentato di raggiungere la Siria nel 2015 e arruolarsi nell’esercito del Califfato passando per la Turchia.
Ci sono circa 10.500 persone radicalizzate o a rischio di esserlo in Francia, ha fatto sapere il governo.
Fermato 20enne schedato con lettera ‘S’.
Intanto un francese schedato con la lettera S’ e partito in Turchia con Abdel Malik Petitjean è stato posto in stato di fermo, riferiscono fonti vicine all’inchiesta citate da BFM-TV, precisando che il fermato ha 20 anni ed è attualmente interrogato nel quartier generale dell’ antiterrorismo a Levallois-Perret, alle porte di Parigi. “Nulla prova al momento che fosse al corrente” dell’attentato in Normandia, precisa la fonte.
Il complice.
Della coppia, Kermiche, anche lui francese di 19 anni, si trovava agli arresti domiciliari e al momento dell’attentato indossava un braccialetto elettronico. Era stato rilasciato a marzo. Di lui si sa anche che soffriva di disturbi psichici fin dall’infanzia, che era stato costantemente seguito da psicologi fin dall’età di 6 anni e che a 12 anni era stato espulso da scuola per “disturbi comportamentali”: nella scheda la definizione “soggetto iper-attivo”.
I messaggi online.
“Prendi un coltello, vai in una chiesa e fai una carneficina. Tagli due o tre teste, poi è finita”, si sente in uno dei messaggi audio inviati via Telegram da Kermiche e rivelati in esclusiva dal settimanale L’Express.
La sua foto del profilo è l’immmagine del califfo dell’Is Baghdadi, l’invito ai suoi contatti quello di imitarlo. Il killer evocava inoltre la facilità con cui si possono reperire armi da fuoco. Il giorno dell’attentato, scrive ancora L’Express, Kermiche scrive un nuovo messaggio invitando a “condividere ciò che seguirà “. Poi si connette un’ultima volta alle 9:46, qualche minuto dopo essere entrato nella chiesa, ma non pubblica niente.
La segnalazione degli 007 turchi.
Individuato dall’intelligence della Turchia il 10 giugno scorso, Nabil Abdel Malik Petitjean era stato segnalato 15 giorni dopo ai servizi di intelligence transalpini (Dgsi) e schedato con la lettera “S” degli individui a rischio il 29 giugno.
Una procedura che al suo rientro avrebbe dovuto permettere di far scattare immediatamente l’allarme e consentire di fermarlo in tempo.
Il problema è stato che il futuro attentatore della chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray era già rientrato tranquillamente in Francia dall’11 giugno, prima ancora, dunque, che venisse inserito nella blacklist della radicalizzazione.
Gli 007 francesi pensavano che fosse ancora in Turchia o in Siria e invece era già rientrato pronto a colpire in chiesa insieme al complice di morte Adel Kermiche.
Consiglio musulmani: “Domenica in chiesa per solidarietà “.
Un invito ai propri fedeli di recarsi domenica a messa per “solidarietà e compassione”, dopo “il vile omicidio” di un sacerdote, è stato rivolto dal Consiglio francese per il culto musulmano (Cfcm), massimo organo di rappresentazione della comunità islamica in Francia.
Il Cfcm ha inoltre chiesto alle 2.500 moschee del paese di “approfittare del sermone di venerdì per sottolineare il ruolo preponderante che svolge nell’Islam il rispetto per le altre fedi, così come per i loro rappresentanti”.
La condanna dell’Iran.
Oggi anche l’Iran ha condannato l’omicidio del prete, facendo un paragone con la decapitazione di un bambino in Siria da parte dei ribelli fondamentalisti islamici a metà luglio. Lo ha riportato l’agenzia di stampa ufficiale Irna. “Tali azioni selvagge e abominevoli sono riprovevoli, indipendentemente da dove avvengano”, ha dichiarato Bahram Ghassemi, portavoce del ministero degli affari Esteri. “Noi condividiamo la tristezza di tutti (…) Di fronte a queste azioni disumane, brutali e detestabili…”. L’Iran sostiene politicamente e militarmente il regime del presidente Assad e considera “terroristi” tutti i gruppi ribelli siriani.
(da “La Repubblica”)
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