SALVINI CAMBIA IL SIMBOLO DELLA LEGA, SPARISCONO IL NORD E I DEBITI
DIETRO IL CAMBIO DEL NOME IL TENTATIVO DI SFUGGIRE AL PIGNORAMENTO DI 48 MILIONI DI EURO STABILITO NELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE
Strana accellerazione in casa Lega.
Oggi su “La Stampa” esce l’indiscrezione che Salvini vuole togliere il riferimento al Nord nel simbolo del partito “per andare in tutta Italia con lo stesso simbolo”.
Il logo, da qualche giorno, circola tra i dirigenti della Lega. Dicono che Matteo Salvini avrebbe dovuto presentarlo nelle settimane passate, poi il lancio è stato via via rimandato, forse perchè ci sono ancora aggiustamenti da fare, valutazioni da soppesare. E magari la versione definitiva sarà un po’ diversa. La svolta, però, è nei fatti: la Lega Nord sta per essere definitivamente archiviata.
Dopo quasi trent’anni di storia il partito che ha incarnato la rivolta e l’insofferenza del settentrione sta per cambiare nome e simbolo. Si chiamerà , probabilmente, Lega dei Popoli, nome che racchiude la svolta consacrata dal congresso federale di Parma, a maggio. Salvini vuole un contenitore che sia capace di dare voce e spazio a tutte le autonomie d’Italia, da Nord e Sud. E, nei giorni scorsi, l’ha confermato in alcune dichiarazioni: «Di certo resterà il marchio della Lega, che è la nostra storia».
Dall’entourage del leader non arrivano conferme, nè sul nuovo nome, nè sul simbolo e nemmeno sui tempi dell’operazione. Che però si farà . In via Bellerio della bozza di simbolo si parla da giorni. lo stesso Salvini ha sparso qualche indizio. Resterà la parola «Lega». «Ci sarà il nome del segretario».
Logico, in questo scenario, che i simboli con cui finora la Lega si è presentata al Sud, a cominciare da «Noi con Salvini», siano destinati a essere accantonati, anche perchè sostanzialmente hanno fallito, come dimostrano le performance elettorali, piuttosto magre. Il leader conferma: «La Lega si presenterà con un unico simbolo in tutta Italia».
Ma c’è un altro motivo, sicuramente meno “politico” e più pratico a indurre Salvini a cambiare nome al partito e ai gruppi parlamentari.
La sentenza di ieri del tribunale di Genova che ha condannato Bossi, Belsito e i revisori dei conti della Lega, ha anche stabilito la confisca di 49 milioni di euro che il Carroccio ha indebitamente incassato dallo Stato, destinandolo a spese personali.
A questo punto, dopo il terzo grado, non solo verrebbero pignorati i pochi beni immobili, ma anche qualsiasi altra entrata, compresi i contributi destinati ai gruppi parlamentari e le donazioni. E ci vorrebbe qualche anno prima di pareggiare i debiti.
Ma se si cambia nome si risponde solo da qui in avanti e i debiti restano sulla schiena dei contribuenti italiani, nordisti e sudisti che siano.
Ma il vero senso dell’operazione non ve lo dirà nessuno… (a parte noi che conosciamo i nostri polli).
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