SALVINI COME GHANDI? VUOLE ANDARE IN UCRAINA COME “COMBATTENTE PER LA PACE“ E MATTIA FELTRI LO SPERNACCHIA
“HO GIÀ PARLATO CON UN AMICO CHE CI METTE A DISPOSIZIONE IL POLIGONO DI TIRO DI MONTE ROMANO. CI PORTIAMO MATTEO, TANTO NON SE NE ACCORGE. FACCIAMO ARRIVARE UN PO’ DI FIGURANTI, GLI FACCIAMO SPARACCHIARE DUE COLPI A SALVE E POI UN SOSIA DI PUTIN E UN SOSIA DI ZELENSKY, COLPITI DALL’EVANGELICA ISPIRAZIONE DEL SEGRETARIO, SI ABBRACCIANO E DICHIARANO L’ARMISTIZIO. LA GUERRA È FINITA, PASTICCINI, SPUMANTE”
Temo di non essere in possesso delle competenze scientifiche necessarie ad affrontare questo articolo. È infatti successo che ieri Matteo Salvini abbia indetto una conferenza stampa per illustrare l’idea da cui è stato folgorato, e con cui conta di risolvere la faccenda: «Una grande marcia per la pace che invada pacificamente l’Ucraina e si frapponga fra il popolo e le bombe»
Lui, spiega, sarebbe orgogliosamente alla testa del corteo, e insisto, sono sprovvisto degli strumenti scientifici per esplorare il processo mentale che conduca un leader politico a proporre una sfilata sotto i bombardamenti, per cui mi limito a un’osservazione di natura logistica: non so quanto pagherei per vedere le facce delle guardie di frontiera ucraine, mentre Salvini cerca di convincerle dei suoi ecumenici progetti.
Però colgo l’occasione per rivolgere un appello a Giancarlo Giorgetti, Luca Zaia, Massimiliano Fedriga e altri leghisti dotati di raziocinio e buon cuore: facciamo qualcosa. Io ho già parlato con un amico che ci mette a disposizione il poligono di tiro di Monte Romano. Ho guardato su Google, è perfetto.
Ci portiamo con un elicottero Matteo, tanto non se ne accorge. Facciamo arrivare da Cinecittà un po’ di figuranti, con le divise che trovano, gli facciamo sparacchiare due colpi a salve e poi un sosia di Putin e un sosia di Zelensky, colpiti dall’evangelica ispirazione del vostro segretario, si abbracciano e dichiarano l’armistizio.
La guerra è finita, pasticcini, spumante, e con le dovute cautele lo conduciamo in un’amorevole casa di riposo, che a suo ulteriore beneficio chiameremo Palazzo Reale. Credetemi, è meglio per tutti.
Mattia Feltri
(da “la Stampa”)
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