SANTORO NON RISPARMIA NESSUNO: “VOTERO’ SCHEDA BIANCA”
“SE TORNANO PROPORZIONALE E PREFERENZE CON MATTEO E SILVIO MI SPARO E BUONANOTTE”
“Questo referendum non mi piace, per riformare la Costituzione avrei voluto una nuova assemblea costituente su base proporzionale. Non è sufficiente dire che, siccome Berlusconi si è sfilato a metà via, non era più necessario cercare il consenso”. Premesso questo, “conservo una posizione terza. Sicuramente andrò a votare, ma magari farò scheda bianca, anche l’astensione ha un suo profilo politico”.
Michele Santoro non chiarisce fino in fondo come voterà il 4 dicembre, ma in un’intervista a Libero chiarisce il suo pensiero sull’attualità politica, sulla televisione, sulla Rai e sulla sua ultima fatica, quel “Robinù” che arriva nelle sale il 6-7 dicembre e racconta i baby-camorristi.
Dopo il voto, “se vince il Sì, Renzi si rafforza e conosciamo tutti il modo in cui affronta i problemi”, anche se “non sono d’accordo con chi lo accusa di fare solo una politica votata alla ricerca del consenso. Io penso ce la metta tutta”, ma “non basta”. Se vince il No, invece, dal punto di vista economico “le conseguenze negative sono ovvie”, perchè “noi non siamo gli Usa, tanto solidi da potersi permettere Trump, e non siamo neppure la Gran Bretagna, che forse riuscirà ad assorbire perfino la Brexit. Noi siamo l’anello debole d’Europa”.
Se vince il No, inoltre dal punto di vista politico “lo scenario diventa molto più confuso”.
Michele Santoro ha un incubo: se si torna al Patto del Nazareno fra Renzi e Berlusconi, al sistema elettorale proporzionale con le preferenze “io mi sparo e buonanotte – dice il giornalista – Ho sempre combattuto proporzionale e preferenze perchè per me agevolavano la mafia”.
Santoro critica Pier Luigi Bersani perchè “trovo ipocrita la sua bonomia” quando dice che se vince il No non accade nulla, “è insopportabile”.
Critica Massimo D’Alema per cui “ormai è più facile avere successo come vignaiolo che come politico”.
Entrambi “sono ciechi: non capiscono che la crisi che ha investito le socialdemocrazie è senza ritorno”.
Oggi la nuova via è “la partecipazione dei cittadini”, la gestione politica verticale è “il limite di Matteo Renzi e se perderà perderà per questo. E mi dispiacerà , perchè come dice Berlusconi, Renzi è l’unico leader che l’Italia ha”.
Un limite è anche “tenere il Paese ostaggio del referendum per mesi” aprendo un “uno contro tutti”, che “è straordinario dal punto di vista energetico. Però un leader deve anche governare un gruppo dirigente e un partito con varie anime”.
Capitolo Berlusconi.
“Non l’ha ammazzato nessuno – afferma Santoro – ha 80 anni e ancora rompe le scatole. Gli auguro lunga vita, umanamente mi è sempre stato simpatico. E credo che la cosa sia reciproca … ma bisogna stare attenti, lui è capace di ammazzarti mentre ti sorride”. Quanto al futuro, “lui sogna di essere riabilitato prima dalla giustizia europea e poi dal premier. A quel punto potrebbe addirittura passare il testimone, ma solo a Renzi, beninteso”.
Capitolo Grillo.
Secondo Michele Santoro, molta delle responsabilità dell’ascesa del Movimento 5 Stelle è della sinistra di Bersani. “Caduto Berlusconi nel 2011, Bersani perde tempo e anzichè opporsi a Napolitano e chiedergli di portare l’Italia al voto, acconsente al governo dei tecnici e dell’idraulico Monti”, con il risultato che tutti hanno “lavorato per Grillo” lanciando M5S, fino ad allora “movimento di protesta residuale”.
Capitolo televisione.
“La Rai deve essere una forza che traina gli altri; per questo c’è il servizio pubblico, per fare quello che gli altri non fanno”. Bisogna darla “ai più capaci e tornare a fare progetti”, altrimenti “tanto vale privatizzarla”.
Servono autori veri, “quella degli autori è la qualifica più abusata della tv. Ormai sono in centinaia a definirsi tali, ma per me sono come i parcheggiatori abusivi, gestiscono spazi per i quali non hanno le carte in regola”.
La questione centrale, secondo Santoro, è “ricostruire la seconda serata: Chiambretti, Arbore, Lerner, Minoli, siamo tutti nati là . Era un laboratorio”.
Ma mancano i soldi ” e così ci siamo ridotti a tre ore che alternano Bersani e le feci dei cani, senza volerli accomunare con questo esempio. L’unica via per uscirne -dice ancora Santoro – sarebbe concentrare il meglio delle professionalità in prima serata e dedicare la seconda alla creazione di nuove risorse, puntando sul disordine creativo”.
Ed ancora. Antonio Campo Dall’Orto? “È persona colta e sensibile, ma il problema è che non è dotato di una macchina operativa”. Daria Bignardi? “La rete regge e perfino migliora, ma paga l’insuccesso di Politics”. Politics? “Un flop annunciato”. Giovanni Floris? “Meriterebbe di più”. Lilli Gruber: “È brava, è breve, viene dopo il tg ma in anticipo sulla prima serata e ha contro dei format vecchi”. Bianca Berlinguer? “Non si può parlare di editto bulgaro per lei, le hanno dato un programma con carta bianca”, dovevano collaborare in un nuovo progetto, ma “lavorare con me non è facile. Non sono uno che si limita a dare consigli e inevitabilmente chi vuol fare il direttore preferisce sentire il programa come figlio suo e andare avanti da solo; così ho liberato Bianca dalla mia presenza”.
(da “Huffingtonpost”)
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