SBUGIARDATO PERDENTE FELTRI: LA CASA A MONTECARLO DI AN VENDUTA PER 5 VOLTE IL VALORE DA LUI INDICATO
“IL GIORNALE” SOSTENEVA CHE LA CASA A MONTECARLO ATTRIBUITA A FINI ERA STATA VENDUTA PER 67.000 EURO…. IL PREZZO DI VENDITA E’ STATO INVECE DI 322.980,24 EURO: 40 MQ IN CONDIZIONI PIETOSE VALUTATA DA UNA SOCIETA’ MONEGASCA ESPERTA IN PERIZIE IMMOBILIARI PER 250.000 EURO… IL CECCHINO DALLA MIRA STORTA HA SBAGLIATO TRA PLUSVALENZE E PREZZO DI VENDITA
Oggi per “il Giornale” e “Libero” suona la campana a morto, niente più fuochi artificiali a tutto tondo, ma messa da requiem con visi funerei di convenienza. Dopo aver sostenuto per giorni che la famosa casa lasciata in eredità da una facoltosa contessa ad An in quel di Montecarlo e che attualmente vede come affittuario, con regolare contratto, il cognato di Fini, era stata venduta a un prezzo irrisorio e ridicolo, ovvero per 67.000 euro a una società estera, oggi sono costretti ad ammettere che hanno scritto il falso.
Il cecchino che si era appostato sui tetti per impallinare il cofondatore del Pdl, ha sbagliato penosamente mira, confondendo, nel bilancio di An, la plusvalenza con il prezzo di vendita.
La cifra di 67.000 euro corrisponde infatti alla plusavalenza ricevuta dalla differenza tra la valutazione dell’appartamento e il reale prezzo di vendita che risulta agli atti.
I 40 metri quadri erano infatti ridotti in uno stato pietoso, dopo anni di abbandono, e quando i tesorieri di An ricevettero il lascito, fu loro cura farli periziare da una società specializzata per conoscerne il reale valore, affidandosi a una società specializzata del luogo.
Il valore presunto di stima fu di 250.000 euro, considerando la mole di lavori necessari per ristrutturare l’appartamento, ma gli amministratori di An riuscirono ugualmente a venderla per 322.980,24, come risulta da atto ufficiale di cessione.
Facendo quindi un affare, con relativa plusvalenza indicata a bilancio del partito.
Ovviamente da parte dei cecchini c’è stata una cauta ritirata, anche perchè la Bongiorno non scherza e la querela per aver dichiarato il falso costerà cara all’ufficiale pagatore.
Per la cronaca, l’imprenditore italo-monegasco che l’acquisto intestandola a una sua società estera, la ristrutturò a sue spese e disse ai venditori che l’avrebbe data in affito, non essendo sua intenzione rivenderla o abitarci. Precisando che, qualora o venditori avessero conosciuto un affittuario interessato e referenziato, sarebbe stato ben lieto di dargli in locazione l’appartamento, senza immetterlo sul mercato.
Il Tulliani, quando seppe la notizia, si mise in contatto con l’imprenditore e stìipulò quindi regolare e registrato contratto di affitto per la locazione dell’immobile.
E’ evidente che dopo i lavori il valore della casa sia pure aumentato, ma An ha fatto tutte le cose in regola, facendo periziare pure la casa.
Se qualcuno ne contesta il valore, si beccherà pure una querela dalla società che ha espresso la valutazione della stessa.
Di fronte alla retromarcia de il Giornale , restiamo in attesa degli esiti della querela.
Se vi sarà l’ennesimo rinvio a giudizio per Perdente Feltri, sarà opportuno che l’ordine dei giornalisti intervenga per porre fine all’opera di cecchinaggio verso i nemici politici che sembra ormai diventata l’abitudine di certo giornalismo al servizio della politica.
Sperando che essa torni ad essere solo un civile e sereno confronto di idee.
E chi batte in ritirata, abbia il buon gusto di chiudere la porta.
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