SCAPPA DA BIMBO CON I GENITORI VITTIME DELLA MAFIA ARMENA: “DOPO ANNI IN ITALIA MI CONTESTANO LO STATUS DI RIFUGIATO”
L’AVVOCATO: “LO HANNO FATTO PER DARSI UNA POSSIBILITA’ DI VITA”
“Sono scappati dall’Armenia in coppia, un figlio per uno. Aram, 12 anni,
con la mamma, Tadevos di 15 con il papà. Lo hanno fatto per darsi una possibilità di vita in più”. A parlare è l’avvocato Stefano Afrune che racconta a Fanpage.it la storia di Aram al quale, dopo più di dieci anni trascorsi in Italia, a giugno 2023, la Questura di Bergamo ha contestato il rinnovo del permesso di soggiorno per asilo politico, la cui mancanza, però, lo esporrebbe ai rischi dai quali era scappato. Per questo Aram, insieme all’avvocato Afrune, ha impugnato la decisione della Questura che, alla fine, gli ha dato ragione confermando il suo diritto a restare.
“La famiglia ha deciso di fuggire dal proprio Paese dopo essere riuscita a scampare a un attentato della criminalità organizzata per via dell’attività lavorativa del padre che era nei servizi anticrimine della polizia armena”, ha continuato a raccontare Afrune a Fanpage.it. Così sono partiti e per nove mesi c’è stato silenzio, senza notizie l’uno dell’altro proprio perché giunti in Italia in momenti e destinazioni diverse. È per opera della Questura di Matera che, alla fine, nel 2011, il papà senza parlare l’italiano, ma con una foto della moglie e un biglietto che chiede di aiutarlo a ritrovare la sua famiglia, è riuscito a ritrovarli.
“Lì, con il Modulo C3 per richiedenti protezione internazionale, la famiglia è stata riunita. I genitori hanno ottenuto lo status di rifugiati e la Commissione lo ha riconosciuto nell’interezza a tutto il nucleo familiare, estendendolo anche ai figli, in ragione della gravità dei motivi che li avevano condotti alla fuga e per il fatto che i minori fossero essi stessi esposti al rischio vitale”, ha spiegato l’avvocato.
Qualche tempo dopo, la famiglia ha deciso di trasferirsi a Bergamo per motivi di lavoro e, con il passare degli anni, Aram e Tadevos sono diventati maggiorenni. “I due figli hanno sempre rinnovato lo status di rifugiati politici. In particolare, Aram ha ottenuto il rinnovo come rifugiato anche da maggiorenne”, ha detto ancora Afrune a Fanpage.it. “Il problema è sorto al suo secondo rinnovo quando la Questura di Bergamo gli ha contestato che la domanda di asilo politico l’avessero fatta i genitori e non lui in prima persona”.
Per questo motivo la Questura gli preavvisa il rigetto della domanda di
rinnovo del permesso di soggiorno per asilo politico e lo invita, invece, a chiedere il rilascio del permesso di soggiorno per motivi lavorativi. “Qual è il problema della questione? Qualsiasi altra tipologia di richiesta obbligherebbe Aram a confrontarsi con la propria ambasciata, ad avere rapporti con il proprio Paese d’origine, e questo potrebbe però esporlo ai rischi dai quali era scappato. Per questo motivo abbiamo impugnato la decisione della Questura di Bergamo dinanzi al tribunale di Brescia”, ha ribadito l’avvocato. “Abbiamo contestato la totale arbitrarietà dell’azione posta in essere dalla Questura di Bergamo che in maniera illegittima si è arrogata il diritto di fare delle valutazioni che per legge le sono vietate. Avrebbe potuto farle la Commissione con un provvedimento che, però, non c’è stato. E, infatti, la Corte d’appello di Brescia ha poi riconosciuto che il ragazzo già da maggiorenne avesse avuto un primo permesso di asilo politico e che in fase di rinnovo la Questura non avesse potere di valutazione nel rinnovare o meno il suo status di rifugiato”.
“Infine, non bisogna dimenticare che oltre agli elementi fattuali c’è anche l’aspetto dei diritti”, ha concluso Afrune a Fanpage.it. “Dalle carte della protezione internazionale del nucleo familiare è emerso con chiarezza che lo status di rifugiato fosse stato riconosciuto all’intero nucleo familiare e che i minori fossero vittime e potenziali vittime di una vendetta legata alle vicende paterne. Per questo, una qualsiasi decisione diversa da quella del rinnovo del permesso di soggiorno per asilo politico avrebbe avuto conseguenze dirette sull’incolumità fisica di Aram, perché anch’egli era stato vittima di attentato e potrebbe esserlo nuovamente”.
(da Fanpage)
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