“SCHIAVI, BRUCERETE ALL’INFERNO”: A TORINO I NO VAX INSULTANO LA POLIZIA
DOPO IL PANETTONE, 400 NO VAX TORNANO IN PIAZZA
Pomeriggio “caldo” a Torino dove è cominciata attorno alle 15.20, in piazza Castello, la manifestazione dei No Green pass organizzata dalla Commissione Dubbio e Precauzione.
Il movimento ha come portavoce Carlo Freccero. Tra i suoi membri figurano il giurista ed ex candidato sindaco di Torino Ugo Mattei e il filosofo Massimo Cacciari. Si tratta di una manifestazione, la prima dell’anno, per dire no all’obbligo vaccinale e alla certificazione verde anti-Covid. Nel corso della manifestazione si sono registrati momenti di tensione, con la polizia che ha bloccato le persone in corteo. Alcuni dei manifestanti, rivolgendosi agli agenti, hanno detto: «Schiavi, brucerete inferno».
In piazza c’è Mattei, mentre non si sono presentati Freccero e il leader dei portuali di Trieste, Stefano Puzzer. Assenti anche Marco Liccione, leader della Variante Torinese, gruppo No Green pass, che è in isolamento dopo la positività al Covid (ma che si prepara a «una marcia su Roma» nei prossimi giorni), e l’ex vicequestora Nunzia Schilirò: «Non ci sarò – dice a Open -, resto per la libertà di scelta (si riferisce al vaccino, ndr) e sicuramente contraria al Green pass, super o mega che sia». Anche Schilirò, poco tempo fa, è risultata positiva al Covid.
È l’Ugo Mattei show oggi in piazza Castello a Torino, dove il movimento No Green Pass manifesta di nuovo contro l’obbligo del vaccino per gli over 50 e contro le vecchie e nuove restrizioni decise dal Governo.
Quattrocento le persone in presidio: gli attivisti della «Variante Torinese», che da quest’estate organizza contestazioni in città, il neonato «Comitato di Liberazione nazionale», che vede tra gli esponenti l’ex candidato sindaco di Torino, gli anarchici, i No Pass della Valle di Susa. Il filosofo Massimo Cacciari e l’autore televisivo Carlo Freccero hanno aderito. Ma non ci sono. E Ugo Mattei dal palco arringa solitario i presenti.
«Questa è la rinascita del comitato di liberazione nazionale» tuona. «Mi è stato detto che non è possibile comparare la realtà del regime fascista con la realtà del regime draghista. Invece è così. La parola regime la utilizzo a ragion veduta e non fare questo paragone è da bigotti. Dire che questa situazione non è paragonabile al fascismo serve solo al potere». Vuole fondare un partito? «No, i partiti ci sono già. Bisogna uscire da questa logica monotematica».
Mattei attacca anche «La Stampa», parla di «giornale di regime», accusando il quotidiano di comportarsi come nel periodo fascista quando Concetto Pettinato ne diventò direttore per volere di Mussolini.
In fondo Mattei ci aveva già provato questa estate, prima delle elezioni amministrative. Candidato sindaco per una lista civica, sin dal primo momento si è messo alla testa del popolo del «No». Ora «No Green Pass», all’epoca «No Vax» o «Free Vax». La sua lista «Futura Beni Comuni» aveva preso 765 voti. Adesso ci ritenta: «Rappresentiamo un’alternativa sociale», urla. Lanciandosi in una ricostruzione storica: «Mussolini fu voluto da Confindustria». Un parallelismo con i pseudo «poteri forti» nel mirino dei no Pass.
Mascherine ce ne sono poche. «È una museruola» dice Pino Fontanarosa, dipendente dell’Avio. Che ha anche ritirato da scuola suo figlio di sedici anni: «Togliamo i nostri ragazzi da questi lager».
Buone cure
(da agenzie)
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