SCONTRINI, CENE E AFFITTO: GOGNA SUL WEB PER I GRILLINI ACCUSATI DI SPRECHI
SU FACEBOOK I PARLAMENTARI OGGETTO DI PESANTI CRITICHE: E FINISCE IN RISSA
Sette Novembre, San Prosdocimo. Nel ventre sterminato della divina rete, fa la sua apparizione una nuova decisiva pagina Facebook, battezzata: «Cittadini del M5S Attenti alle Spese dei Propri Parlamentari».
Nasce ufficialmente il Comitato di Salute pubblica 2.0. Giacobinismo morbido da terzo millennio.
La democrazia orizzontale, dopo l’ingresso nella Bastiglia parlamentare, accende il suo faro sulle spese dei cittadini-rappresentanti. «Mostrateci i conti. Mica ruberemo anche noi?»
Come cani da caccia che inseguono il richiamo di un nido di pernici, i guardiani della morale setacciano gli scontrini, confrontano le note spese, gli affitti, le ricevute dei ristoranti, dei bar, dei pub, dei taxi e dei bed & breakfast.
E con la solerzia certosina di chi combatte per una giusta causa, inchiodano gli onorevoli-dipendenti alle proprie responsabilità .
«Se trovate discrepanze o spese che non sembrano ragionevoli, chiedete numi all’interessato. Il vostro commento sarà visibile a tutti e non potrà essere cancellato». Rimarrà lì per sempre. Nell’armonica e soffocante neutralità del web.
La prima classifica-gogna, elaborata dal cittadino Carlos Antonio Bustamante Bozzi (nome incidentalmente perfetto per un inquisitore spagnolo), mette in fila i cattivi in questo ordine: prima Federica Dieni (rea di avere rendicontato spese tra marzo, aprile e maggio pari a 24.500 euro), secondo Alessio Tacconi (22.450), terza Marta Grande (22.100), quarto Ivan Catalano (19.300).
Avete le tasche bucate o siete furbetti del parlamentino?
E qui si apre un nuovo esplosivo capitolo nella complessa storia del Movimento.
Federica Dieni che ha giustificato ogni euro davanti al gruppo alla Camera cancella i commenti. La rete non la perdona. «Quello che hai speso è eccessivo e non in linea con gli standard degli altri. Spiegati per favore». Sembra la voce di Hal 9000.
Anche Tommaso Currò viene sottoposto al bombardamento. «Ma è vero che spendi ottanta euro per un pasto?».
Lui risponde male «Deficienti» però risponde. «La mia media è di trenta euro al giorno». Sa che la rabbia non ha giustificazioni, ma questa consapevolezza non lo tranquillizza, anzi, lo irrita ancora di più.
«Non dovevo scrivere deficienti. Ho sbagliato. Quando l’ho fatto ero molto giù. Pensavo di lasciare il Movimento. Ero stremato dalla fatica. Però resisto. Sono ancora qui. Mi impegno allo spasimo. E di certo non rubo».
Certo, rubare non ruba, ma i caffè li paga un euro o ottanta centesimi? E la pizza è margherita?
Il guardiano della morale Luca Granelli, con la sicurezza di uno che ha vissuto un’altra vita prima che esistessero la parola e il dubbio, se la prende con Marta Grande per i dodicimila euro spesi in alloggio in due mesi. Lei lo ignora. Lui la lapida.
«La signora ladra ha fatto piazza pulita dei nostri commenti».
Allora lei risponde. «Ho fatto una fideiussione. Non sono soldi spesi, ma congelati». Basta? Non basta mai.
Giacomo Anelli mette nel mirino i calabresi: «Oltre a Barbanti e Dieni controllate anche Molinari, che paga la Cassa Avvocati con la diaria».
Come la prende il senatore-cittadino Francesco Molinari? Così: «Questa storia è una porcheria. Io, come gli altri, ho rinunciato al trattamento di fine mandato, ma non essendo un lavoratore dipendente non ho qualcuno che paga i contributi per me. Dunque ovviamente pago la Cassa con i miei soldi. Nel frattempo, rischiando di perdere i clienti di vent’anni, ho smesso di esercitare proprio per non avere conflitti d’interesse. Ma ormai qui è un po’ come il terrore durante la rivoluzione francese. E il peggio deve ancora venire».
O anche, come disse Lazare Carnot a Louis Saint Just e a Maximilien Robespierre: «Voi siete dei dittatori ridicoli».
È il caos o il Nuovo Mondo di Gaia?
Andra Malaguti
(da “La Stampa“)
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