SCUDO PER IL FALSO IN BILANCIO E FINANZIARIA A PUNTATE
INVECE CHE ASSALTI ALLA DILIGENZA, ORA SIAMO A UNA MANOVRA SPACCHETTATA.… IL GOVERNO ALLARGA LE MAGLIE DELLO SCUDO FISCALE, SPERANDO DI USARE I SOLDI DEGLI EVASORI GRAZIATI PER FINANZIARE LE SPESE…. TUTTO RIMANE IPOTETICO, MA ALLA FINE E’ LA SOLITA AMNISTIA ALL’ITALIANA E A BASSO COSTO
Alla fine lo scudo fiscale viene esteso anche al falso in bilancio: la notizia è arrivata nel giorno del varo della Finanziaria 2010, volutamente “leggera”, in attesa di nuove misure specifiche da prendere nei prossimi mesi.
Tutto in pratica dipende da quanto il Governo riuscirà a incassare dallo scudo fiscale, ovvero dalle agevolazioni per il rientro di capitali “imboscati” all’estero.
Per agevolarli ancora di più, si sono allargate le maglie dello scudo, estendendo la sanatoria al falso in bilancio e a un lungo elenco di reati tributari e penali (dichiarazioni fraudolente, distruzione di documenti contabili, ecc.).
Non sapendo quanto incasserà il fisco da questa sanatoria, Tremonti non si è impegnato nemmeno sul rinnovo dei contratti pubblici, dove è indicato l’impegno, ma non una cifra precisa.
Va rimarcato intanto il fatto che la tassazione italiana per il rientro dei capitali all’estero suscita forti polemiche.
Il governo chiede, infatti, solo il 5% del capitale illecitamente trasferito nei paradisi fiscali e non applica alcuna sanzione.
In Gran Bretagna si paga invece il 48%, negli Usa il 63%.
Si consideri che su queste cifre che potrebbero rientrare chi le ha portate all’estero avrebbe dovuto, se dichiarate, pagare in Italia il 43% e ora se la cava con il 5% una tantum.
C’e’ materia per far dire al giornale economico “Wall Street Journal” che “lo scudo fiscale è una gigantesca amnistia per salvare ilo bilancio dello Stato e far felici le banche”.
Il giornale sostiene che “si tratta del più importante provvedimento a favore degli evasori fiscali in Europa, anche rispetto a scelte analoghe fatte da Germania e Inghilterra”.
In Germania, infatti, il rientro di capitali evita solo il procedimento per evasione, ma senza sconti sulle aliquote. E’ prevedibile un attivismo delle banche pronte a contendersi quei patrimoni ripuliti. Alle osservazioni di chi sostiene che un’amnistia del genere va nella direzione opposta alla necessità di un recupero della trasparenza e di una dimensione etica dell’economia, il governo ribatte che occorre rastrellare soldi da destinare ai vari settori statali.
Quindi la speranza è di incassare una cifra tra i 3 e i 4,5 miliardi di euro, a seconda dei diversi scenari di rientro ipotizzati.
Le stesse modalità italiane per il rientro di capitali son ben diverse da quelle messe a punto in altri Paesi.
Negli Usa non è ammesso l’anonimato, ogni contribuente deve comunicare gli estremi dei suoi conti e le modalità con cui ha evaso.
Anche in Francia nessun anonimato e si devono pagare imposte pregresse, interessi e sanzioni amministrative, si evitano solo conseguenza penali.
Gran Bretagna niente anonimato e per gli evasori più rilevanti c’e’ pure la pubblicazione dei nomi sui media.
Insomma tra anonimato, percentuali irrisorie di tassazione ed estensioni dei reati sanati, l’Italia è davvero in fondo alla classifica della credibilità internazionale con l’ennesima amnistia, dopo quelle del 2001 e del 2003.
Ultima osservazione sulla Finanziaria, di cui il governo si vanta perchè “evita l’assalto alla diligenza”: in realtà Tremonti l’ha trasformata in una finanziaria a puntate, come le fiction.
L’anno scorso ad essa sono seguiti ben 8 provvedimenti specifici.
La sua strategia è di spacchettare la manovra che diventa sfilacciata e senza una visione d’insieme, seguita da decreti zeppi di norme.
Ai tempi dell’assalto alla diligenza il ministro dell’Economia si confrontava almeno coi vari Ministri prima di tagliare, ora Tremonti non chiede nulla a nessuno e non discute coi vari settori che possono avere esigenze differenziate.
E se guardiamo alle condizioni in cui versano deficit e debito pubblico, non si può dire che questa sia una scelta così felice come vogliono farci credere.
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