“SE ANNULLIAMO IL VOTO PER VANCE POSSIAMO ENTRARE?” AL COLOSSEO, LA RABBIA DEI TURISTI AMERICANI E NON, COSTRETTI A RINUNCIARE ALLA VISITA PER COLPA DEL TOUR PRIVATO DEL VICEPRESIDENTE AMERICANO
COLOSSEO BLINDATO MA VANCE NON SI PRESENTA, LA RIVOLTA DEI TURISTI CHIUSI FUORI: “FATECI ENTRARE”… E DAI PARASSITI CHE AVEVANO PAGATO IL BIGLIETTO PARTONO RAFFICHE DI INSULTI A VANCE
Alle 17 in punto il cancellone di ferro del Colosseo si chiude, i dipendenti in felpa gialla e arancione escono di fretta uno dopo l’altro senza dare troppe spiegazioni. Chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori.
Un’ora dopo è atteso il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, in visita al Parco archeologico nelle sue vacanze romane pasquali. Per questo il questore di Roma ha disposto la chiusura anticipata del Colosseo.
Tutti quelli che hanno prenotato il tour tra le 17 e le 18.15 devono girare i tacchi e tornare a casa, ma saranno rimborsati. Solo che nessuno lo sa (anche se sul sito ufficiale del Colosseo è annunciato da tre giorni). E quindi alle 17.40,
dopo un’ora di attesa succede l’imprevedibile: frotte di turisti, giapponesi, americani, spagnoli, inglesi, italiani, cinesi, francesi, tedeschi, rompono gli indugi, aprono i cancelletti, col bigliettino in mano tentano una improbabile incursione autonoma, scavalcano uno dopo l’altro le recinzioni del serpentone e si piazzano davanti al cancellone, muso a muso con le guardie giurate. “Vergogna”, “è uno scandalo”, “Vance vattene” e decine e decine di insulti e improperi lanciati attraverso le grate e qui irripetibili. “Vogliamo entrare” gridano pure i bambini.
Venti minuti di caos. Escono un paio di ragazzi che lavorano per il Parco a spiegare ai turisti rimasti, stavolta molto gentilmente, la ragione della blindatura, che avranno il rimborso dell’intera tariffa e la possibilità di tornare domani sfidando la calca del giorno di Pasqua. Due turisti americani li guardano rassegnati: “Se annulliamo il voto per Vance possiamo entrare?”.
(da La Repubblica)
Leave a Reply