“SE FOSSE STATA IN CUCINA A FARE LE TAGLIATELLE NON SI SAREBBE FATTA MALE”: GLI STUDENTI DEL LICEO “VIESSEUX” DI IMPERIA CONTRO IL POST DEL PRESIDE NEL QUALE COMMENTAVA L’INCIDENTE CAPITATO A UNA GUARDALINEE, DURANTE UNA PARTITA DI CALCIO IN SPAGNA
IL DIRIGENTE SI DIFENDE: “VORREI CHE SI POTESSERO ESPRIMERE LIBERAMENTE LE PROPRIE OPINIONI, ANCHE ERRATE SENZA ESSERE MESSI ALLA GOGNA”… NON FACEVI PRIMA A CHIEDERE SCUSA, INVECE CHE FARE A VITTIMA?
Manifestazione e corteo stamani degli studenti dell’istituto Viesseux di Imperia che hanno protestato muniti di grembiule e farina per impastare le famose “tagliatelle” a cui, in un post pubblicato su Linkedin, ha fatto riferimento il preside dell’istituto Paolo Auricchia che ha commentato l’incidente in campo occorso a un’assistente di gara affermando che nulla le sarebbe successo se se ne restava in cucina a fare le tagliatelle. Alcune studentesse si sono presentate con un abbigliamento sportivo in solidarietà all’arbitro.
La protesta, alla quale hanno preso parte alcuni professori, si ripeterà domani per chiedere le dimissioni del preside che ha replicato a quelle che definisce “polemiche fuori luogo”.
“Vorrei dire chiaramente, sperando di non essere frainteso, che apprezzo e sostengo il diritto delle donne ad accedere a tutte le professioni e attività corrispondenti ai loro desideri e inclinazioni – scrive Auricchia -. Lo dico alle alunne del mio liceo, che non erano certo le destinatarie delle considerazioni di quella chat. A loro auguro con tutto il cuore di realizzarsi compiutamente in ogni lavoro, carriera e professione a cui vogliano ambire”.
“Lo dico a Savioli dell’Associazione arbitrale, precisando che trovo l’estensione della partecipazione femminile a tutti i ruoli del mondo dello sport assolutamente auspicabile ed encomiabile, superando pregiudizi che in alcuni ambiti sportivi so non essere ancora del tutto accantonati – conclude il preside -. Come cittadino di questo Paese vorrei infine che sui social come altrove si potessero esprimere liberamente le proprie opinioni, anche errate, anche espresse in modo infelice, anche contrarie al politicamente corretto, senza essere messi alla gogna. Il rispetto è anche non credersi gli unici depositari della verità e del verbo. Riconoscere questo per chiunque si esprima, in particolare in chat private, sarebbe indice di maturità democratica”.
(da agenzie)
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