“SE MELONI È A FAVORE DI TRUMP, LO SARÀ ANCHE DI PUTIN”: ALEXANDER DUGIN, POLITOLOGO RUSSO PROPAGANDISTA DEL CREMLINO PLAUDE A “KING DONALD”
SUL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA: “NEGLI ULTIMI TRE ANNI LA SUA STRATEGIA È STATA RIPROVEVOLE., IN OGNI CASO È MOLTO PIÙ NATURALE CHE LEI TORNI ALLA SUA MATRICE ORIGINARIA”
Il terzo anniversario della guerra in Ucraina coincide con una svolta epocale: l’avvento del secondo Trump e la sua amicizia con Putin. Per lei, Dugin, questa dovrebbe essere la fine degli Stati Uniti considerati come “l’Anticristo occidentale” nonché il “simbolo del male della democrazia liberale”?
Trump ha un approccio diverso dal passato. Ha una nuova ideologia totalmente opposta alle precedenti amministrazioni […]. Per più di tre decenni gli Usa hanno avuto una posizione anti-russa, contro cui nessuno ha mai potuto dire niente. Tutti ritenevano questo Paese come sinonimo di globalismo e unipolarismo.
E ora qual è questa nuova ideologia?
Una sorta di senso comune, di saggezza mai considerata sinora dall’Occidente come una scelta politica e anche intellettuale. L’ascesa di Trump al potere […] è una grande sorpresa perché è una rivoluzione in piena regola.
Il suo favore per Trump porta a un nuovo ordine mondiale.
Un nuovo ordine multipolare, in cui gli Stati Uniti avranno comunque un ruolo di primo piano. È la logica conseguenza del Maga, Make America Great Again. Un concetto che si può applicare all’Europa, all’India e anche alla Russia, riconoscendo così gli altri poli. E se ci sarà una Grande Russia non sarà necessariamente ostile agli Stati Uniti, anzi.
L’approccio multipolare, non liberale, di Trump fa venire meno le due ragioni principali per non ritenere più la Russia il nemico principale. E allora perché condurre la guerra contro la Russia? Perché sostenere il regime nazista ucraino? […] Non ci sono più ragioni ideologiche né geopolitiche. Non si tratta appunto di simpatia o amicizia tra Trump e Putin. Piuttosto è l’impianto intellettuale che è cambiato radicalmente negli Stati Uniti con Trump.
Su Trump, lei usa aggettivi come “entusiasmante” ed “eccitante” […]. In ogni caso la prova della verità per il suo ottimismo riguarda la guerra in Ucraina.
È chiaro che Trump non considera la Russia il nemico principale e quindi la guerra in Ucraina ha perso senso per gli Stati Uniti. Ma per la Russia ha ancora senso e ragione perché dobbiamo raggiungere gli obiettivi delle operazioni militari speciali
C’è quindi una sorta di contraddizione. Trump vuole fermare la guerra, noi vogliamo vincerla. Fermare la guerra e vincere la guerra sono due concetti diversi. Anche l’Unione Europea e Zelensky non vogliono fermare la guerra come vuole Trump, ma vincere la guerra contro di noi. C’è chi vuole la vittoria da entrambe le parti, noi, Zelensky e l’Unione Europea, mentre Trump vuole la pace, la fine della guerra.
E quindi?
Forse Trump può suggerire a Putin qualcosa che potrebbe essere accettabile per la Russia, ma ne dubito perché Trump non potrebbe proporre più di quanto l’opinione pubblica occidentale possa accettare.
Temo che sarà obbligato a soddisfare l’opinione occidentale che è molto russofoba, anche negli Stati Uniti. E la Russia non potrebbe accettare qualcosa che sia inferiore alla vittoria minima che vuole la società russa.
Anche Putin non è molto libero nei confronti dell’opinione politica russa. Il problema, appunto, è che Trump vuole la pace, noi vogliamo la vittoria e anche il Regno Unito vuole la vittoria. È impossibile soddisfare tutte le parti. E alla fine Trump sarà costretto a scegliere.
Quale sarà la sua scelta, secondo lei?
È chiaramente contrario alla vittoria sulla Russia, ma allo stesso tempo non è a favore della vittoria della Russia. Certo, le condizioni generali sono molto, molto positive per la Russia perché i cambiamenti sono evidenti, ma potremmo aspettarci troppo
Veniamo all’Europa. Lei ha più volte detto che l’affermazione del populismo è irreversibile. Ultimo esempio, i neonazisti dell’Afd al 20 per cento in Germania.
Sì, ho sempre detto che il populismo europeo e quello americano arriveranno gradualmente a una vittoria irreversibile. La crescita in Germania dell’Afd è molto importante perché è una vittoria della parte orientale, prussiana della Germania che ha creato l’Impero tedesco nel XIX secolo. La nazione tedesca si basa sul dualismo tra la parte prussiana e quella occidentale.
In Italia, il populismo ha avuto tre interpreti elettorali. In successione: Movimento 5 Stelle, Lega e adesso Fratelli d’Italia. La destra della premier Giorgia Meloni è schierata con l’Ucraina sin dall’inizio della guerra.
Il vostro populismo al potere è stato sedotto dai globalisti e oppresso dai liberali di sinistra europei che odiano la Russia. Ma ora penso che Meloni sia totalmente a favore di Trump e smetterà di essere russofoba come lo era all’inizio.
Del resto i liberali europei adesso stanno perdendo e ora Meloni vuole tornare nel campo dei vincitori, riscoprendo le sue radici di vera populista di destra. Negli ultimi tre anni la sua strategia è stata riprovevole perché per unirsi ai globalisti di sinistra è andata contro i principi del suo movimento politico e della maggioranza che l’ha votata. Ma spetta a voi italiani decidere se ha tradito o meno il populismo.
In pratica il vero populismo deve coincidere, secondo lei, con il trumputinismo.
Meloni se è a favore di Trump lo sarà anche di Putin. In ogni caso è molto più naturale che lei segua questa ideologia piuttosto che finga di essere una sorella minore del potere globalista europeo. Così tornerà alla sua matrice originaria.
(da Il Fatto Quotidiano)
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