SE NEL PDL VOLANO GLI STRACCI, NELLA LEGA VOLANO I POSACENERE
IN VIA BELLERIO TENSIONE, SCENATE, INSULTI E POSACENERE CHE VOLANO… REGUZZONI LITIGA CON CALDERONI E MARONI, BOSSI SI FIDA SOLO DEI FIGLI… IL “CERCHIO MAGICO” DELLA MOGLIE MANUELA PERDE PEZZI… I DEPUTATI CONTRO IL CAPOGRUPPO: E’ LOTTA APERTA TRA CORRENTI
Non si può dire che nel Pdl regni l’armonia: sono lontani i tempi del partito dell’amore in cui ad uno schiaffo si doveva rispondere porgendo l’altra guancia.
In verità più che di una “fase politica” si era trattato di uno dei tanti slogan su cui si è basata la politica del governo in questi due anni.
Tra minoranza finiana ufficiale e una decina di correnti tutte berlusconiane, nel Pdl è tempo di distinguo e di riposizionamenti in vista del dopo.
Ma come avevamo scritto qualche settimana fa, dopo il caso Brancher, anche nella Lega le lotte interne stanno venendo a galla.
Da un lato la vecchia guardia dei Calderoli, Maroni, Giorgetti, dall’altro le truppe della Manuela, moglie di Bossi, con Reguzzoni, Rosy Mauro, Bricolo. E un gruppo di cani sciolti come Castelli, Speroni o di equidistanti come i veneti e Cota (ex manuelista).
Le tensioni interne sono aumentate nelle ultime settimane per una serie di motivi coincidenti: un Bossi meno presente, stanco dei colonnelli e propenso a seguire le direttive della moglie, ovvero far fare carriera ai figli e sistemarli, in vista di una succesione monarchica.
Anche perchè solo di loro ormai si fida.
Quando si è dovuto sostituire Cota è scoppiata la prima grana: il gruppo parlamentare alla Camera non voleva Marco Reguzzoni come sostituto (esiste una lettera firmata da quasi tutti i deputati in tal senso), ma Bossi lo ha imposto lo stesso.
Col risultato che il varesino è riuscito a litigare con tutti (chi ironicamente dice persino con l’usciere di via Bellerio).
Una decina di giorni fa si è scontrato violentemente con Calderoli, ma i suoi rapporti sono pessimi anche con Maroni e Cota, oltre che con mezzo gruppo parlamentare.
Si racconta di faccia a faccia tesi, scenate nei corridoi, insulti e lancio di posaceneri.
Già si parla di possibile sostituzione a settembre di Reguzzoni, prima che la situazione precipiti.
Il varesino è espressione del “cerchio magico”, come viene chiamato l’entourage dei fedelissimi della Manuela, composto dalla badante Rosi Mauro e dal veneto Bricolo.
Prima Cota ne faceva parte, ma ora è in disgrazia a causa della lotta che gli fa Reguzzoni il quale ha nell’obiettivo anche Giorgetti, onde diventare segretario regionale della Lombardia al suo posto.
La vecchia guardia accusa quelli del “cerchio magico” di sostenere i figli di Bossi solo per aumentare il loro potere nel movimento: in pratica un paravento per farsi i loro affari.
Ovviamente sono ricambiati nei giudizi dagli altri : la stessa gestione amministrativa è sotto il controllo del “cerchio magico” e anche questo ha il suo peso interno.
Il caso Brancher ha fatto da detonatore a uno stato di palese insofferenza, Reguzzoni ci ha messo del suo e tutti ormai sembrano stringere alleanze per il futuro.
Al di là delle impressioni di facciata che mostrano un partito unito e un capo che decide, spesso chi decide realmente rimane dietro le quinte.
Un partito in queste condizioni regge fino a che ha potere e posti in abbondanza da distribuire alle truppe, ma se dovessero venire meno le poltrone garantite da Roma ladrona si rischia l’implosione interna.
E che dal lancio dei posaceneri si passi alla notte dei lunghi coltelli.
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