“SE SALTA DE LUCA AL SENATO SI BALLA”: IL VERO SQUALLIDO MOTIVO PER CUI RENZI NON PUO’ SCARICARLO
IL FILO CAMPANO CHE LEGA DE LUCA E VERDINI, TRA POLTRONE, AFFARI, INCIUCI E CLIENTELE
Da Santa Lucia a Palazzo Madama.
Porta dritti al cuore del Senato il “De Luca gate”. Perchè, sussurra un pezzo grosso del Pd, “è chiaro che se salta De Luca, al Senato si balla”.
Il ballo è legato alle truppe di Denis Verdini, ex plenipotenziario di Berlusconi e ora grande sponsor del governo.
I principali arruolati, già generali e colonnelli del Pdl di Nicola Cosentino, furono i grandi artefici della vittoria di De Luca in Campania.
Il principale, Vincenzo D’Anna, la sera delle elezioni dichiarò: “I voti di Campania in rete sono stati determinanti per la sconfitta di Stefano Caldoro”. I voti erano 37 mila ed effettivamente la matematica è inconfutabile.
Campania in Rete è una lista a sostegno di De Luca, zeppa di ceto politico già vicino a Nicola Cosentino.
Oltre a Vincenzo D’Anna che di Cosentino si definisce “amico” e grande estimatore di De Luca, il governatore campano dentro Ala può contare sul sostegno di tutti i campani, da Milo a Langella, da Auricchio a Eva Longo.
E soprattutto su Denis Verdini, che condivide con Cosentino oltre che tante battaglie comuni sotto i vessilli del berlusconismo anche il processo sulla P3.
In maggioranza a palazzo Madama, in maggioranza a Santa Lucia.
Il presidente della commissione Affari istituzionali, la prestigiosa prima commissione del consiglio regionale, è Alfonso Piscitelli, già vicino a Cosentino ed eletto in Campania in rete.
A lui il governatore ha affidato il compito di riscrivere regole del gioco e procedure. Un ruolo “costituente”, come costituente è stato il ruolo di Verdini&Co al Senato. Perchè De Luca sa che quel mondo ex berlusconiano che si è schierato con lui va rappresentato.
Ecco che, per dirne una, dopo le elezioni ha affidato a Bruno Cesario l’incarico di direttore della Regione Campania a Roma.
Cesario, prima Udc, poi centrosinistra, nel 2011 faceva parte, assieme a Razzi e Scilipoti, dei Reponsabili, operazione anche allora gestita da Denis Verdini.
E diventò sottosegretario. Indimenticabili le foto in cui viene immortalato tra i banchi del governo adorante nei confronti di Berlusconi che parlava in Aula di assedio politico-mediatico giudiziario.
Sempre dopo le elezioni, per dirle un’altra, De Luca propose anzi confermò come sub commissario della Asl 1 Antonella Giuda, nominata dalla giunta precedente, e moglie di Piscitelli, presidente della Commissione Affari istituzionali.
Appena varata la delibera, il governatore disse: “Abbiamo ragionato sulle qualità professionali e non sull’essere clienti o raccoglitori di preferenze. Così ci siamo mossi finora e così continueremo”.
Pochi giorni dopo, fu la stessa guida a rinunciare di fronte all’insurrezione dei Cinque Stelle e al clamore mediatico che aveva sollevato la nomina.
Insomma, il legame tra Vicienzo e il gruppo di Verdini è stretto. Inscalfibile.
Alla festa di Scelta Civica a Salerno, quando De Luca ha finito il suo intervento, D’Anna gli si è avvicinato in mezzo a una selva di cronisti: “Vincè, sei l’idolo di Denis”.
Più tardi Denis avrebbe parlato di “camorrismo giornalistico” ripetendo l’espressione del suo idolo poche ore prima. Ed è stretto quello con Lotti.
A Salerno Renzi prende alle primarie 12.434 voti su 12.951, un unicum statistico.
A quelle che lo incoronano candidato governatore De Luca prende il 97 per cento.
Il grande organizzatore della macchina è Nello Mastursi. E quando Lorenzo Guerini provò a evitare la sua candidatura in Campania, fu Lotti a prendere in mano il dossier e a ricevere De Luca a palazzo Chigi.
Perchè la Campania in termini congressuali è pesante: “Quello — dicono nel Pd — non lo togli nemmeno con le cannonate”.
(da “Huffingtonpost”)
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