SECESSIONISTI INTERCETTATI: “STAVOLTA SPARIAMO”
LANZA: “QUESTA VOLTA I MEZZI SONO PIU’ GROSSI E SPARANO DAVVERO”… CONTIN: “BISOGNA ESSERE REALISTI IN MANIERA FANATICA”
«Guarda che siamo solo noialtri che possono cambiare la storia… dal ’97 in qua… tutti i tentativi politici ce l’hanno fatto prendere in quel posto… Se qualcuno ha una soluzione migliore della nostra dammi l’indirizzo che mi metto subito a disposizione…», diceva il 15 giugno 2012 Flavio Contin, uno dei Serenissimi coinvolto nell’assalto al campanile di San Marco del 9 maggio 1997, all’epoca assolto dall’accusa di terrorismo e oggi nuovamente indagato per associazione eversiva.
Stavolta ha evitato il carcere perchè ultrasettantenne, ma molte sue parole intercettate dai carabinieri del Ros sono alla base degli arresti dei suoi presunti complici.
«Noialtri siamo sicuri di vincere», proseguiva Contin in quella conversazione. «Bisogna essere realisti ma in maniera fanatica, perchè sennò guarda, non ce la facciamo… perchè passa tempo… ed abbiamo due nemici: lo Stato italiano e il tempo a disposizione… Sì, davvero… Allora: o ci svegliamo fuori o molliamo tutto… e ci rassegniamo a diventare italiani… come gli altri… Basta, non c’è altra soluzione».
Gesti eclatanti
Uno degli indagati finiti in carcere, Tiziano Lanza, in un colloquio registrato in macchina il 27 gennaio 2013, spiegava a proposito del progetto politico secessionista da propagandare e proporre attraverso gesti eclatanti: «Se incidi il cristallo dell’indivisibilità … lo incidi… l’impatto mediatico sarà una roba bestiale… Niente tornerà più come prima, di questo sono convintissimo…. Dopo l’evento che faremo noialtri può darsi che obbliga lo Stato italiano, quello sì… ma prima di tutte quelle raccolte di firme e compagnia bella, bisogna che tu fai quell’azione lì… dura… violenta …».
Dalle frase captate dagli investigatori, l’obiettivo sembrava quello di evitare la galera attraverso il rifugio all’estero dove proclamare una sorta di governo in esilio.
A febbraio 2013 lo stesso Lanza confidava al figlio: «Lucio Chiavegato ( il leader dei Forconi del Nord, arrestato anche lui, ndr) è uno che vuole fare carriera politica… ma comunque grazie a lui ho conosciuto queste due persone qua che mi hanno raccontato la loro storia… Adesso c’è un progetto (…) Ci sono trenta gruppi di indipendentisti veneti… però ognuno fa per conto suo… e non sa chi è quello… quello più determinato… Adesso la situazione è molto diversa… c’è un’alleanza straordinaria… Piemonte, Sardegna, Brescia… perfino in Sicilia (…) Ma questa volta nessuno si farà arrestare… Quello che è chiamato Governo veneto non sarà qua ma sarà in un Paese neutrale , uno di questi in cui dobbiamo trovare appoggio… contattare il ministro degli Esteri di quel paese…».
Programmi d’azione
Altri due indagati fermati nell’operazione, Roberto Abeni e Corrado Manessi, sono stati intercettati al telefono il 21 giugno scorso, mentre Abeni raccontava: «Allora io gli ho detto “Sappi che l’indipendentismo non è nè di destra nè di sinistra… è trasversale… però tu sappi che noi non siamo qua… non siamo un movimento anticasta alla Grillo, tanto per essere chiari… e soprattutto il nostro obiettivo è quello di abbattere lo Stato italiano che noi non riconosciamo come… di cui non riconosciamo nessuna autorità politica nè morale e civile… Che questo sia ben chiaro, altrimenti…” (…) Il tuo obiettivo dev’essere quello di abbattere lo Stato italiano». Inquietanti, per gli inquirenti, suonano le parole con cui sempre Lanza svelava a una ragazza i programmi d’azione: «Intanto cominciamo con riprenderci quello che abbiam ripreso con la forza… Ma verranno a prenderci le teste di cuoio com’è accaduto nel ’97… Sì, è vero, potrebbe essere… ma questa volta sono i mezzi molto più grossi e sparano davvero… Volete venire lo stesso? Noi non dichiariamo guerra, ma se voi volete… Il monopolio della violenza ce l’avete solo voi… questa volta non si porteranno via la bandiera calpestata come hanno fatto nel ’97… Non ci manderanno i siciliani a prenderci… (…) Saremo noi che dalla Svizzera o da un’altra capitale europea che ci ospita… in conferenza stampa diremo quello che vogliamo… Ascolteranno anche i veneti… “ma sono veneti armati”… Contro uno stato di merda del genere cosa vuoi fare… c’è da stare solo alla regola del fucile…».
E ancora: «Io voglio arrivare a poter dire loro: Andatevene dall’Italia e chiedete perdono per 147 anni di crimini contro la nostra popolazione e di ruberie… andatevene e vivrete… rimanete e morirete… perchè noi instaureremo veramente il clima di terrore… sai come ci divertiremo… finalmente la mafia anche qua… finalmente il loro sistema importato anche qua… Ah, tu hai fatto un decreto legge … Cioè tu cos’è? Sei il giudice? Ah tu sei quello che ha firmato il pignoramento… Ah… Io so dove abiti… tuo figlio si veste sempre di rosso… tua moglie prima di andare via gli fa una bella carezzina sulla testina gialla… “io vi denuncio”… Tu cos’è che fai? … Quando semini un terrore del genere e qualcuno lo ammazzi davvero… o per lo meno lo segni bene… allora vedrai che non c’è più nessuno che… lo sai durante il processo di Torino delle Brigate rosse… ci voleva la giuria popolare della Corte d’assise… non ne trovavano, le gambizzavano prima… È storia».
Giovanni Bianconi
(da “il Corriere della Sera”)
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