SI POSSONO PARAGONARE I DATI DI OGGI E QUELLI DEL LOCKDOWN?
TRE MESI FA CON 1000 CONTAGI AVEVAMO 262 VITTIME CON PIU’ DI 60 ANNI… OGGI I POSITIVI HANNO IN MEDIA 34 ANNI E SPESSO STANNO BENE, MA E’ PROPRIO DAI GIOVANI ASITOMATICI CHE IL VIRUS RISCHIA DI RIPARTIRE
Oggi come l’inizio di maggio: mille casi allora, mille oggi. Ancora quasi tutti confinati in casa tre mesi fa, liberi di scatenarci ora, in un ferragosto che sa di frenesia liberatoria. Ma le due situazioni possono davvero essere confrontate? Da un lato sì: mille persone positive sono mille persone contagiose. Isolamento e quarantena oggi dimostrano di fare acqua da tutte le parti. Anche il virus è in vacanza e viaggia liberamente da un luogo di villeggiatura all’altro, in Italia e in Europa, in auto, traghetto e aereo.
Le differenze però sono grandi. Oggi rispetto ad allora siamo dall’altra parte della curva. A maggio scendevamo da una vetta che ci aveva atterrito, con 31mila morti in poco più di due mesi.
Il peso di 76mila persone che in quel momento erano positive si traduceva in 855 persone in terapia intensiva e 262 vittime solo nelle 24 ore del 13 maggio. L’età media dei contagiati era di 64 anni.
I tamponi — 71 mila allora come oggi — erano riservati a chi già respirava molto male. E non certo a tutti: l’indagine sierologica nazionale ha calcolato che un infetto su 6 non è stato scoperto dai test. La letalità , complice anche il numero insufficiente di diagnosi, era in Italia al 13%: dieci punti percentuali in più rispetto ai dati che arrivavano dalla Cina.
Oggi invece con i dati stiamo risalendo: infetti totali, ricoverati e, sia pur lentamente, persone in terapia intensiva. Quel che è peggio, abbiamo la sensazione di aver dilapidato il vantaggio accumulato sul virus durante il confinamento.
Eravamo scesi sotto ai 200 contagi quotidiani prima di agosto. I servizi di tracciamento riuscivano a spegnere nel giro di pochi giorni focolai anche complicati, come quello della casa di cura San Raffaele a Roma o dei voli di ritorno dal Bangladesh.
Le infezioni dalla movida o dai luoghi di villeggiatura hanno disfatto la tela creata con tanta fatica. I rientri dal Ferragosto riverseranno per settimane ancora test positivi, visti i tempi di maturazione dei contagi e gli arretrati dei test da smaltire. Difficilmente i focolai delle vacanze saranno spenti prima della riapertura delle scuole e ci scrolleremo da dosso l’idea che a forza di ballare abbiamo messo a rischio l’istruzione.
Ci restano certo dei vantaggi importanti.
Il bacino dei contagiati oggi è più giovane: 34 anni la media dei nuovi positivi. Due casi su tre non vengono scoperti perchè sono senza respiro, ma grazie a campagne di screening: sono positivi a un test sierologico, vengono testati prima di entrare in ospedale, fanno il tampone perchè tornano da paesi a rischio.
La situazione negli ospedali resta buona, le persone positive sono circa 17 mila (anche se eravamo scesi a 12mila) molti reparti aperti di fretta per il Covid oggi sono vuoti, le terapie intensive ospitano 69 pazienti con il coronavirus e da settimane restiamo quasi sempre sotto alle dieci vittime al giorno.
Qualcuno è arrivato a ipotizzare che il virus sia diventato più buono. Una mutazione, in Sars-Cov-2, è stata effettivamente trovata: si chiama D614G, lo rende probabilmente più contagioso ma meno virulento.
E’ presente però in Italia da febbraio, difficilmente può giustificare uno scenario così diverso dal punto di vista clinico. E sul fronte dei farmaci non abbiamo fatto nessun progresso importante.
E il futuro? All’Italia sotto shock di maggio fa da contraltare quella quasi spensierata di oggi.
Negli ospedali e nelle Asl abbiamo a disposizione più respiratori e più tamponi (oggi possiamo farne fino a 90mila al giorno). Al virus non verrebbe mai permesso di circolare indisturbato per due mesi, come era avvenuto prima del 21 febbraio.
Ma la cattiva abitudine delle Regioni di marciare ognuna con le sue regole, del governo di mandare i test rapidi a Roma sì ma a Milano no, dei governatori di preferire i battibecchi alla collaborazione, resta intatta.
E se avere dei contagiati giovani e sani è una buona notizia per noi, lo è anche per il virus. Abitare in esseri umani in buona forma, desiderosi di andarsene in giro e mescolarsi agli altri, sottoposti a controlli pari a zero, è quello che lui desidera di più. E noi lo stiamo accontentando.
(da “La Repubblica”)
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