SIAMO RIUSCITI AD ARRESTARE UN CLANDESTINO CHE VOLEVA TORNARE IN SENEGAL A SUE SPESE
COLPO GROSSO DI MARONI: SENEGALESE BLOCCATO A FIUMICINO MENTRE TORNAVA A CASA, DOPO AVER TRASCORSO OTTO ANNI IN ITALIA DA CLANDESTINO… ORA RESTERA’ IN CARCERE SETTE MESI E POI L’ITALIA GLI DOVRA’ PAGARE ANCHE IL BIGLIETTO AEREO… EVVIVA IL PACCO SICUREZZA
Questa è una storia assurda, ma purtroppo vera, che vede protagonisti un immigrato clandestino, le forze dell’ordine e le leggi italiane.
Il signor Khadim si era presentato all’aereoporto di Fiumicino per ritornare in Senegal, suo paese di origine, con in tasca un regolare biglietto di sola andata, acquistato con i suoi pochi risparmi e l’aiuto di qualche amico italiano. Khadim era ansioso di riabbracciare la sua famiglia a Dakar, dopo aver trascorso in Italia otto anni da clandestino nella speranza che un datore di lavoro lo mettesse in regola e gli consentisse pertanto di emergere dalla clandestinità .
Invece ha accumulato anni e anni di lavoro in nero, pur non avendo mai commesso reati, tenendosi lontano sempre da giri pericolosi, cambiando tanti lavori, ma tutti svolti onestamente.
Ma ecco che le norme maroniane si abbattono su di lui poco prima di prendere il volo (per Dakar) : adesso potrà figurare nelle statistiche che Maroni sbandiererà nei suoi spot televisivi.
Khadim viene infatti arrestato sul posto perchè era rimasto in Italia senza documenti.
In quanto irregolare, era stato colpito da alcuni decreti di espulsione di cui lui non ha mai conosciuto l’esistenza, non essendogli mai stati notificati.
Ora che stava per andarsene dal nostro Paese, dovrà scontare sette mesi di carcere per inosservanza ai quei decreti.
Non solo: lo Stato italiano, oltre al mantenimento in galera, dovrà provvedere pure a pagargli il biglietto aereo e gli avvocati d’ufficio, così recita la legge.
Il massimo della farsa si raggiunge quando Khadim, dal carcere, tramite il legale, chiede l’espulsione come misura alternativa alla galera, ma il magistrato respinge la richiesta perchè secondo il pacco sicurezza la misura alternativa non può esere concessa a chi non ha ottemperato all’espulsione. Siamo al paradosso che la sua richiesta di lasciare l’Italia non è stata accolta perchè deve scontare una pena per non essersene andato.
Il Garante dei detenuti ammette che “siamo di fronte a una storia che sembra senza senso, ma frutto di una legislazione che in tema di immigrazione, tra carcere e centri di espulsione, sembra accanirsi contro i cittadini stranieri, fino a prevedere inutile pene afflittive e ulteriore sofferenza. Forse sarebbe necessario studiare gli effetti pratici di alcune leggi per evitare di risolvere un fenomeno di rilevanza sociale, come l’immigrazione, facendo ricorso al carcere”.
Ma noi in fondo siamo il Paese dei “pacchi”, quello sulla sicurezza è uno degno della prima serata di Rai1, altro che Max Giusti, qua conduce Sax Maroni.
Nessuno andrà mai a cercare chi ha fatto lavorare in nero per otto anni Khadim, senza contributi e assistenza sanitaria, ma come abbiamo beccato il senegalese a Fiumicino mentre stava per lasciare il Paese, gli siamo zompati addosso per incrementare la statistica.
E se ora dovremo pagargli vitto e biglietto aereo, chissenefrega… non pagano certo in via Bellerio, pagano i contribuenti italiani.
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