SICUREZZA: I POLIZIOTTI VANNO A SCUOLA PER L’ORA DI LEGALITA’ E I RAGAZZINI LI PRENDONO A SASSATE
E’ ACCADUTO A FAVARA, NELL’ AGRIGENTINO, IN UN ISTITUTO ALBERGHIERO… GLI AGENTI ERANO ANDATI PER SPIEGARE COME SI DEVE COMPORTARE UN BUON CITTADINO… ALLA FINE HANNO RICEVUTO INSULTI E LANCIO DI PIETRE…LO STATO ESISTE ANCORA?
Se non fosse tristemente vera, questa storia sembrerebbe un parodosso. Due giorni fa, tre poliziotti sono entrati nell’aula magna dell’istituto alberghiero “Ambrosini” di Favara, nell’agrigentino, per tenere un lezione di legalità , su invito dei docenti.
Sono iniziative che la Polizia di Stato organizza in tutta la penisola, ma che hanno una particolare valenza in territori notoriamente ad alta concentrazione mafiosa.
Un modo per far riflettere sulla presenza dello Stato e sul rispetto delle istituzioni, una lezione di educazione civile su diritti e doveri dei cittadini. Interlocutori in questo caso erano degli studenti aspiranti chef e maitre, in teoria categoria sensibile al bon ton e alle buone maniere.
Al termine della lezione, alcuni allievi hanno però dimostrato di aver compreso ben poco gli insegnamenti educativi e gli inviti al rispetto delle regole e, tra lo stupore del dirigente scolastico, dei docenti e degli stessi poliziotti, hanno cominciato a insultare le forze dell’ordine e a lanciare sassi contro le auto di servizio degli agenti.
Pare che i vandali siano alcuni studenti tra quelli che non hanno partecipato all’incontro: dal quarto piano dell’istituto, hanno pensato bene di bersagliare gli agenti.
La direzione scolastica la commentato che “quanto è accaduto è un fatto gravissimo che non va nascosto nè minimizzato, ma condannato con forza. Abbiamo voluto portare un messaggio, una testimonianza, dando un volto a una istituzione in modo che i giovani la sentano più vicina”.
I sindacati di polizia ritengono che “quanto accaduto ha l’amaro sapore della sconfitta del bene: pensiamo che i responsabili debbano essere individuati e redarguiti”.
Altre istituzioni si sono raccomandate che i docenti “spieghino ai ragazzi la gravità del fatto”.
Quello che nessuno dice è cosa sta dietro a manifestazioni di questo genere: non è solo imbecillità , è il rifiuto dello Stato, delle sue istituzioni, la percezione delle forze dell’ordine come nemico.
Quanta influenza delle famiglie c’è in questo gesto?
La Gelmini si bea dei 5 in condotta, come se una statistica facesse penetrare nelle coscienze un senso di responsabilità , Maroni dà pagaiate sulla testa ai profughi, ma nessuno ammette che interi territori dello Stato italiano sono di fatto sottratti alla sua autorità .
Intere amministrazioni cittadine rispondono ad altri referenti, in troppe zone prevale sempre la cultura dell’illegalità , l’ordine in troppi paesi è garantito dalle cosche e non dallo Stato.
Non basta arrestare 100 latitanti se non si estirpa la cultura che li sostituirà immediatamente con i primi cento in lista d’attesa.
Cambiare le rotelle, senza incidere sul meccanismo, non serve a nulla. Nascono intere generazioni di potenziali “collusi”, senza che lo Stato faccia sentire la sua presenza e la sua autorità .
Episodi come quello di Favara rappresentano il campanello di allarme per un Paese che deve garantire certamente l’ordine, ma anche la sicurezza sociale, il lavoro e le strutture, per una crescita culturale ed economica che affranchino il Sud dalla criminalità .
Insieme a una classe politica irreprensibile.
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