SILVIA TORTORA: “BERLUSCONI SI DIMETTA DA SENATORE E AFFRONTI I PROCESSIâ€
“RINUNCI AI PRIVILEGI COME FECE MIO PADRE CHE SI DIMISE DAL PARLAMENTO EUROPEO PER FARSI ARRESTARE”
Silvio Berlusconi colpisce a freddo. Con l’ufficialità di una nota che si presume meditata.
«Le figlie di Tortora, la compagna, Pannella hanno perso una buona occasione per stare zitti e non fare brutta figura».
Colpevoli, secondo il Cavaliere, di aver respinto il suo incauto parallelo con il conduttore televisivo.
Quando risponde al telefono, Silvia Tortora ha la voce calma.
Riflette qualche secondo sullo schiaffo. Trattiene solo un attimo il respiro.
«Mi può richiamare? Ho le zucchine sul fuoco e devo stendere i panni».
È la voglia di normalità sfregiata. Ma il nuovo affronto alla memoria pesa troppo. Così la figlia di Tortora parla, scegliendo con cura le parole: Berlusconi rinunci ai «privilegi parlamentari» e «affronti tutte le sue vicende giudiziarie da cittadino normale».
Qualcuno in passato già lo fece, ricorda: «Mio padre».
Il nuovo, azzardato confronto di Berlusconi con il conduttore tv vittima di un clamoroso abbaglio giudiziario arriva a mezzogiorno di ieri.
Ha la veste di una precisazione, ma la sostanza resta tutta: «Non mi sono paragonato a Tortora. Ho solo ricordato, con commozione e con rispetto, un suo pensiero che può essere il pensiero di tutti coloro che stanno per essere sottoposti al giudizio di un giudice».
Le parole selezionate da Silvia Tortora vanno dritte al cuore del problema: «Mi si rimprovera di aver perso l’occasione di stare zitta. Ne prendo atto — dice al telefono — e invito il Presidente Berlusconi a non perdere l’occasione di rinunciare ai privilegi parlamentari e a quelli derivanti dall’essere titolare di fatto di emittenti televisive». Poi la sfida: «Affronti quindi tutte le sue vicende giudiziarie da cittadino normale, così come fece mio padre, che si dimise da europarlamentare ».
Per la famiglia Tortora sono giorni intensi e complicati.
Gaia, l’altra figlia — pure lei giornalista- stavolta preferisce non commentare e si affida a Twitter: «Caro Presidente, mi ero rivolta a lei con rispetto. E non replicherò oltre ». Il suo direttore Enrico Mentana, invece, qualcosa da dire ce l’ha.
E anche parecchio ruvida: «Difficile dire ai familiari che hanno perso un’occasione per stare zitti. Forse — sostiene durante il Tg — è un’accusa che andrebbe rimbalzata al mittente».
Un altro tirato in ballo dal Cavaliere è Marco Pannella.
Il leader radicale, che portò a Bruxelles Tortora da eurodeputato, si rivolge direttamente a Berlusconi e ricorda: «Non ha mai fatto grandi sacrifici per Tortora, anche se all’epoca eravamo alleati. Non può dimenticare che si dimise da parlamentare europeo per affrontare il processo ed essere eventualmente arrestato».
E se dal Pd qualche voce si alza per contestare il parallelo scelto da Berlusconi, dal quartier generale berlusconiano tocca a Niccolò Ghedini scavare la trincea in difesa dell’ex premier.
Fuori dal Palazzo di Giustizia di Milano, al termine della requisitoria di Ilda Boccassini nel processo Ruby, l’avvocato sostiene che Berlusconi «non si è voluto equiparare a Tortora».
Il suo, è la tesi, è stato «un riferimento sempre attuale sul sentimento che chiunque sotto processo sentesu di sè».
Tommaso Ciriaco
(da “La Repubblica“)
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